Arriva con Decreto-Legge
(di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) il Piano Mattei che accentra nella
Presidenza del Consiglio dei Ministri tutte le
politiche italiane verso i rapporti economici, di immigrazione ma soprattutto
energetici, con l’Africa vedi in particolare l’accordo tra Eni e la
compagnia statale libica National oil corporation (Noc), che prevede
un investimento di circa 7,3 miliardi di euro per lo sfruttamento dal 2026 di
due giacimenti al largo della Libia, le "Strutture A&E" (vedi cartina
a fianco da Today Economia).
Il Presidente del Consiglio presiede una
Cabina di Regia una sorta di carrozzone dove dentro c’è di tutto anche
rappresentanti dell’imprenditoria ma sempre designati e decisi dal Presidente
del Consiglio dei Ministri. Il Piano Mattei viene adottato dalla Cabina di
Regia ma l’attività istruttoria per predisporlo è nelle mani di una struttura
di missione nominata dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Soldi? Per ora pochi: 2 milioni e 600 mila euro ma
tutti per gestire i due carrozzoni Cabina di Regia ma soprattutto la struttura
di missione.
Il Piano Mattei come dimostra il testo
dell’articolo 1 del Decreto-Legge che riporto nel post è una scatola vuota
lasciata da riempire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per cui la
stessa relazione al Parlamento sull’attuazione del Piano diventerà una sorta di
passaggio burocratico: se sei libero di fare quello che ti pare come il
Parlamento potrà confrontare quello che avresti dovuto mettere nel Piano
secondo la legge e quello che hai effettivamente fatto? Domanda retorica
ovviamente!
Possiamo dire con franchezza che va avanti l’indirizzo di accentrare il più possibile le decisioni strategiche nella Presidenza del Consiglio dei Ministri il che rende ancora più pericoloso alla luce della proposta di istituzione del Premierato da parte dell’attuale Governo ma come ricordo nel post che segue tutto questo è un modello di governo che è in gestazione da tempo e non solo da parte del Governo Meloni ma affonda le sue radici oltre che nella varie proposte di riforma costituzionale decisioniste, soprattutto nel modello instaurato con il PNRR
IL MODELLO
PNRR
Dopo la legge 136/2023 che
all’articolo 13 prevedeva una procedura speciale per la
realizzazione grandi programmi d'investimento esteri intesi come programmi di
investimento diretto sul territorio italiano dal valore complessivo non inferiore
all'importo di un miliardo di euro (QUI) e dopo il
Decreto Legge 124/2023 che accentrava a livello di governo nazionale i
programmai di sviluppo strategico per le Regioni del Sud trasformate tutte in
Zone economiche speciali (QUI),
Diciamo che il modello
PNRR dei governi precedenti (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI) sta facendo scuola anzi con
il nuovo Governo, vedi anche riforma del Premierato, sta diventando il modello
di gestione di tutte le parti rilevanti del potere pubblico: tagliare fuori
Regioni, Comuni, Comunità locali, deroghe o accelerazioni
semplificatorie delle norme ambientali e di trasparenza e coinvolgimento delle
assemblee elettiva ad ogni livello istituzionali dal Comune al Parlamento.
Insomma, il Governo
Meloni porta alle conseguenze estreme una logica accentratrice presenti in
tutti i partiti quando hanno governato!
D’altronde soprattutto sull’energia
e considerato il quadro internazionale siamo alla ciliegina sulla torta delle
risorse della transizione ecologica:
1. la trasformazione del Ministero della
Transizione Ecologica in Ministero della sicurezza energetica (QUI)
2. la
istituzione del Comitato sulla sicurezza della transizione energetica e i
rischi climatici (QUI)
3. la approvazione di norme speciali per autorizzare
impianti definiti strategici che vanno in deroga non solo a norme ambientali ma
alla democrazia nei territori con una logica sempre più di accentramento delle
decisioni: ben rappresentato dalla accoppiata Commissari e Presidenza del
Consiglio dei Ministri. Da ultimo si veda il modello rigassificatori di
urgenza QUI.
4. Militarizzazione
e accentramento delle decisioni che riguarda anche la UE, vedi QUI.
Insomma, se punti su
gas e ritorno al nucleare trasformando o accettando di trasformare la
transizione ecologica in una logica di scontro geopolitico e sempre più
militare, l’accentramento e accelerazione delle decisioni è inevitabile.
IN COSA CONSISTE IL PIANO
MATTEI (articolo 1 del Decreto Legge)
Secondo il comma 3 articolo 1 del Decreto
Legge: “Il Piano Mattei individua ambiti di intervento e priorità di azione,
con particolare riferimento ai seguenti settori: cooperazione allo sviluppo,
promozione delle esportazioni e degli investimenti, istruzione e formazione
professionale, ricerca e innovazione, salute, agricoltura e sicurezza
alimentare, approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse
naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, tutela dell’ambiente e
adattamento ai cambiamenti climatici, ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture
anche digitali, valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche
nell’ambito delle fonti rinnovabili, sostegno all’imprenditoria e in
particolare a quella giovanile e femminile, promozione dell’occupazione,
prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare.”
Praticamente di tutto di più ma quello che rileva in questo Decreto Legge è la modello di organizzazione della gestazione e successiva gestione del Piano. Lasciando in mano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri i reali contenuti di questo fantomatico, per ora, Piano Mattei.
CABINA DI REGIA PER IL PIANO
MATTEI (articolo 2 del Decreto Legge)
- Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e altri Ministri a discrezione del Presidente del Consiglio
- Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome
- Direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo,
- Presidenti dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane,
- Società Cassa depositi e prestiti S.p.A.
- Società SACE S.p.A.
- Rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e del terzo settore, rappresentanti di enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
La struttura di missione che affianca operativamente la Cabine di Regia è articolata in due uffici di livello dirigenziale generale, compreso quello del coordinatore, e in due uffici di livello dirigenziale non generale. Il coordinatore è individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica.
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