Intanto a premessa mentre
amministratori regionali liguri e comunali parlano di progetti di monitoraggio
futuri e in corso più o meno chiari le emissioni da navi, soprattutto da
crociera, nei porti soprattutto italiani inquinano sempre di più vedi QUI.
Secondo recenti
dichiarazioni, riportate anche dal portale Gazzetta della Spezia (QUI)
degli Assessori a Salute e Ambiente della Regione Liguria Regione Liguria
partecipa al progetto PNC (QUI) ambiente e salute nelle città portuali
"Supporto nello sviluppo delle città per ambienti più sani, inclusivi,
più sicuri, resilienti e sostenibili (Salpiam)".
Aggiungono gli Assessori
che: “l'area pilota della Liguria è stata focalizzata sulla città di Genova,
ma già all'avvio del progetto nel tavolo di lavoro, coordinato dall'Università
di Genova e che vede la partecipazione di Arpal, settore regionale Tutela della
Salute negli Ambienti di Vita e di Lavoro, IRCSS San Martino e rappresentanti
del Comune di Genova, è stata valutata positivamente la necessità di estendere
le azioni anche ad altre realtà portuali liguri - in particolare alla Spezia.”
Intanto rilevo che quel “valutata positivamente la necessità di estendere il progetto ad altri porti liguri” dell’Assessore dimostra due cose: per ora Spezia e Savona non entrano nel progetto PNC Ambiente e quindi nei finanziamenti del bando esecutivo che segue, la seconda che per ora su Spezia sui monitoraggi ci sono solo confuse dichiarazioni e poco di più, come dimostrerò nel post che segue…
LA VERITÀ SUL
RAPPORTO TRA IL PROGETTO PNC AMBIENTE E I PORTI LIGURI
Intanto l’esito del bando
del progetto finanzia progetti in tutte le Regioni meno che la Liguria (vedi QUI) anche se è solo vero che partecipa al progetto
solo la Università di Genova quindi i soldi su Spezia o li mette qualcun altro
oppure non riguardano quelli che finanziano il progetto PNC. Infatti, l’esito (QUI) del
bando del Progetto PNC Ambiente prevede il finanziamento di progetti di molte
Regioni (tra cui la Puglia specificamente quale capofila per la sostenibilità
ambientale e sanitaria nelle città portuali con un investimento di soli 700.000
euro).
Le cose non stanno come interpreto io l’esito del bando? Allora gli Assessori producano documentazione che chiarisca tutte le lacune da me esposte anche perché adesso è ora di finirla con gli annunci che servono solo a rinviare ulteriori studi veri sul rischio sanitario per i residenti nei quartieri limitrofi alle aree portuali liguri a cominciare da Spezia e ovviamente Savona. Il tempo della propaganda è finito visti i clamorosi ritardi e le numerose rimozioni di impegni formali presi anche in atti istituzionali di questi anni.
IL PREGRESSO RIMOSSO
DAGLI ASSESSORI
Ma la parte più grave delle
dichiarazioni degli Assessori non è quella sopra riportata, che rientra nella
solita logica propagandistica di chi governa di turno per autogiustificare
quello che non è stato fatto per decenni.
Il fatto grave è in questo passaggio della dichiarazione: "al termine dei monitoraggi ambientali in corso “si potrà valutare la possibilità di effettuare un'analisi epidemiologica per conoscere gli impatti sulla salute della popolazione esposta ed applicare eventualmente le misure che emergeranno anche dal progetto Salpiam”.
Prima di tutto occorre ricordare agli Assessori (fanno finta di non saperlo?) che esiste da anni una valutazione delle ricadute degli inquinanti emessi dalle attività portuali (navi comprese) nei porti liguri. Lo studio è del 2015 (QUI) e siamo nel 2023 e ancora la menano con i monitoraggi ambientali per rinviare, a date ancora imprecisate, cosa sta succedendo alla salute di chi vive (decine di migliaia di cittadini) davanti ai porti liguri!
I MONITORAGGI
PRESUNTI IN CORSO NEL PORTO DI SPEZIA: CONFUSIONE METODOLOGICA E RITARDI
CLAMOROSI DI IMPEGNI DA PRESI
L’Assessore dichiara che
sono già in corso approfondimenti sul monitoraggio ambientale da parte di Arpal
in collaborazione con Comune della Spezia, Autorità di sistema portuale del Mar
Ligure Orientale e Asl5. Quale metodologia è usata in questi monitoraggi? Di
quali tecniche si parla per misurare le emissioni quelle obsolete come di
quelle che parlavo in questo post QUI
?
Ma soprattutto quando si parla di verifiche di impatto sanitario sulla base dei monitoraggi degli inquinanti (peraltro come si è visto già noti) occorre capire quali sono i parametri per valutare il rischio sanitario. Per cui con le emissioni e ricadute inquinanti conosciute nell’area urbana spezzina e non solo se confrontate con i valori fissati dalle nuove linee guida dell’OMS già ora è chiaro il rischio sanitario in atto altro che aspettare nuovi monitoraggi! Ma soprattutto da oltre un anno il Sindaco di Spezia aveva chiesto all’ASL di produrre una analisi sul potenziale rischio sanitario in atto sulla base delle chiare ricadute degli inquinanti nelle aree limitrofe all’attracco delle navi da crociera e di quelle commerciali. Per ora non sia nulla di questo lavoro, ne è stata presentata la metodologia sui cui si dovrebbe basare. Sulla tempistica per questi studi rilevo che il consulente epidemiologo delle associazioni ambientalista ha prodotto nel giro di poche settimane delle proiezioni sul rischio morbilità e mortalità in atto nelle zone suddette!
Peraltro visto che l’Assessore come dimostrato sopra citato cita progetti in modo confuso e non spiega quale metodologia verrà usata in questi monitoraggi di cui parla , lo invito a leggersi il Rapporto (vedi QUI) del Progetto europeo Shipping Contributions to Inland Pollution Push for the Enforcement of Regulations (SCIPPER) dove emerge, tra l’altro, che i dati sulle emissioni degli ossidi di azoto sono ben più elevati di quelli dei controlli ordinari svolti secondo le regole vigenti
GLI IMPEGNI
IN ATTI ISTITUZIONALI CHE LA REGIONE LIGURIA HA SISTEMATICAMENTE VIOLATO IN
QUESTI ANNI
L’Assessore cita nel suo
intervento l’aggiornamento del piano di qualità dell’aria in relazione anche
alle emissioni dei porti, peccato che il Consiglio Regionale ha approvato alla
unanimità (siamo nell’agosto 2017) una Mozione che impegnava
la Giunta: “Ad aggiornare il piano regionale della qualità dell’aria
introducendo precise e puntuali azioni in materia di riduzione delle emissioni
dalle attività portuali, anche in attuazione del Regolamento (UE) 2015/757
sulle emissioni di CO2 dalle navi che partono dai porti degli stati membri.”
Peraltro, almeno sulla questione emissioni dai porti liguri non servirebbe neppure un complesso, proceduralmente, aggiornamento del piano regionale di qualità dell’aria. Sarebbe sufficiente attuare quanto previsto dal Piano vigente, infatti il Consiglio regionale, con la Delibera n.4 del 21 febbraio 2006, ha approvato il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell'aria e per la riduzione dei gas serra. Al Capitolo 6 (punto 6.2.1 Misure riguardanti i trasporti) il Piano afferma, pagina 138, la necessità di: “MT31. Introduzione vincoli nell’utilizzo dei combustibili nei porti da parte delle navi Diminuzione impatto emissioni dei porti Genova, Savona, La Spezia”. La Giunta della Regione con DGR N° 941 del 16-11-2018 ha previsto Misure urgenti per la riduzione della concentrazione degli inquinanti nell’aria ambiente in Regione Liguria: “Attraverso il tavolo istituzionale, la Regione Liguria attiva… la realizzazione di specifici monitoraggi della qualità dell’aria per valutare le ricadute delle emissioni navali sulla città. “
Vogliamo aggiungere le
mancate valutazioni sul progetto di stazione crocieristica previste dal Decreto
del Ministero dell’Ambiente del 17/12/2015 (per il testo completo vedi QUI)
relativamente all’ambito 5 del Piano regolatore del porto “Marina della Spezia”
dove sono previsti l’ampliamento del Molo Italia nonché del nuovo Molo Crociere
a servizio della Stazione Marittima. Ebbene quel Decreto rinviava ad ulteriori
e indispensabili valutazioni di impatto ambientale, si riporta l’apposito
passaggio dal Decreto: “Si ritiene opportuna una ulteriore veridica di
compatibilità ambientale per l’ambito n. 5, prima dell’inizio dei relativi
lavori, in ragione del fatto che il progetto non prevede specifiche
mitigazioni per tale ambito puntando sulla completa elettrificazione delle
banchine e il conseguente annullamento delle emissioni atmosferiche e di rumore
provocate dallo stazionamento delle navi crociera; non sono tuttavia
prodotti accordi con le compagnie crocieristiche che possano garantire l’attuazione
di tale progetto”.
Quindi in tutti questi
anni il Decreto è del 2015 mentre il PRP è del 2006, è stato permesso a
centinaia di navi da crociera di attraccare nel porto di Spezia davanti al
centro città senza alcuna preventiva valutazione come richiesto dai suddetti
atti!
A proposito di monitoraggi la norma internazionale che disciplina le modalità di controllo sulla qualità dei combustibili delle navi (convenzione Marpol) all’allegato VI relativo alle emissioni inquinanti delle navi e relative ispezioni, non fa riferimento esplicitamente ai controlli a campione ma a controlli periodici (regole 5, 10, 11). Non solo ma secondo la vigente normativa i campionamenti svolti nel porto di Spezia per quanto comunicato dalla autorità competente non raggiungono neppure le percentuali minime previste dalla normativa citata (Decisione UE 2015/253 e Decreto 22/3/2017).
CONCLUDENDO...
Visto che i
monitoraggi e controlli ora annunciati (peraltro poco chiari lo stesso)
andavano fatti da almeno 10 anni, in attesa dei nuovi monitoraggi, intanto chi
di dovere decida la riduzione immediata drastica dell’attracco delle navi da
crociera nel porto spezzino, perchè le chiacchiere stanno a zero!
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