giovedì 9 novembre 2023

Annunciati dalla Regione Monitoraggi delle emissioni dai porti Liguri: facciamo chiarezza!

Intanto a premessa mentre amministratori regionali liguri e comunali parlano di progetti di monitoraggio futuri e in corso più o meno chiari le emissioni da navi, soprattutto da crociera, nei porti soprattutto italiani inquinano sempre di più vedi QUI.

Secondo recenti dichiarazioni, riportate anche dal portale Gazzetta della Spezia (QUI) degli Assessori a Salute e Ambiente della Regione Liguria Regione Liguria partecipa al progetto PNC (QUI) ambiente e salute nelle città portuali "Supporto nello sviluppo delle città per ambienti più sani, inclusivi, più sicuri, resilienti e sostenibili (Salpiam)".

Aggiungono gli Assessori che: “l'area pilota della Liguria è stata focalizzata sulla città di Genova, ma già all'avvio del progetto nel tavolo di lavoro, coordinato dall'Università di Genova e che vede la partecipazione di Arpal, settore regionale Tutela della Salute negli Ambienti di Vita e di Lavoro, IRCSS San Martino e rappresentanti del Comune di Genova, è stata valutata positivamente la necessità di estendere le azioni anche ad altre realtà portuali liguri - in particolare alla Spezia.”

Intanto rilevo che quel “valutata positivamente la necessità di estendere il progetto ad altri porti liguri” dell’Assessore dimostra due cose: per ora Spezia e Savona non entrano nel progetto PNC Ambiente e quindi nei finanziamenti del bando esecutivo   che segue, la seconda che per ora su Spezia sui monitoraggi ci sono solo confuse dichiarazioni e poco di più, come dimostrerò nel post che segue…  

 

 

LA VERITÀ SUL RAPPORTO TRA IL PROGETTO PNC AMBIENTE E I PORTI LIGURI

Intanto l’esito del bando del progetto finanzia progetti in tutte le Regioni meno che la Liguria (vedi QUI) anche se è solo vero che partecipa al progetto solo la Università di Genova quindi i soldi su Spezia o li mette qualcun altro oppure non riguardano quelli che finanziano il progetto PNC. Infatti, l’esito (QUI) del bando del Progetto PNC Ambiente prevede il finanziamento di progetti di molte Regioni (tra cui la Puglia specificamente quale capofila per la sostenibilità ambientale e sanitaria nelle città portuali con un investimento di soli 700.000 euro).

Le cose non stanno come interpreto io l’esito del bando? Allora gli Assessori producano documentazione che chiarisca tutte le lacune da me esposte anche perché adesso è ora di finirla con gli annunci che servono solo a rinviare ulteriori studi veri sul rischio sanitario per i residenti nei quartieri limitrofi alle aree portuali liguri a cominciare da Spezia e ovviamente Savona. Il tempo della propaganda è finito visti i clamorosi ritardi e le numerose rimozioni di impegni formali presi anche in atti istituzionali di questi anni.

 

 

 

IL PREGRESSO RIMOSSO DAGLI ASSESSORI

Ma la parte più grave delle dichiarazioni degli Assessori non è quella sopra riportata, che rientra nella solita logica propagandistica di chi governa di turno per autogiustificare quello che non è stato fatto per decenni.

Il fatto grave è in questo passaggio della dichiarazione: "al termine dei monitoraggi ambientali in corso “si potrà valutare la possibilità di effettuare un'analisi epidemiologica per conoscere gli impatti sulla salute della popolazione esposta ed applicare eventualmente le misure che emergeranno anche dal progetto Salpiam”.

Prima di tutto occorre ricordare agli Assessori (fanno finta di non saperlo?) che esiste da anni una valutazione delle ricadute degli inquinanti emessi dalle attività portuali (navi comprese) nei porti liguri. Lo studio è del 2015 (QUI) e siamo nel 2023 e ancora la menano con i monitoraggi ambientali per rinviare, a date ancora imprecisate, cosa sta succedendo alla salute di chi vive (decine di migliaia di cittadini) davanti ai porti liguri!

 


 

I MONITORAGGI PRESUNTI IN CORSO NEL PORTO DI SPEZIA: CONFUSIONE METODOLOGICA E RITARDI CLAMOROSI DI IMPEGNI DA PRESI  

L’Assessore dichiara che sono già in corso approfondimenti sul monitoraggio ambientale da parte di Arpal in collaborazione con Comune della Spezia, Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale e Asl5. Quale metodologia è usata in questi monitoraggi? Di quali tecniche si parla per misurare le emissioni quelle obsolete come di quelle che parlavo in questo post QUI ?

Ma soprattutto quando si parla di verifiche di impatto sanitario sulla base dei monitoraggi degli inquinanti (peraltro come si è visto già noti) occorre capire quali sono i parametri per valutare il rischio sanitario. Per cui con le emissioni e ricadute inquinanti conosciute nell’area urbana spezzina e non solo se confrontate con i valori fissati dalle nuove linee guida dell’OMS già ora è chiaro il rischio sanitario in atto altro che aspettare nuovi monitoraggi! Ma soprattutto da oltre un anno il Sindaco di Spezia aveva chiesto all’ASL di produrre una analisi sul potenziale rischio sanitario in atto sulla base delle chiare ricadute degli inquinanti nelle aree limitrofe all’attracco delle navi da crociera e di quelle commerciali. Per ora non sia nulla di questo lavoro, ne è stata presentata la metodologia sui cui si dovrebbe basare. Sulla tempistica per questi studi rilevo che il consulente epidemiologo delle associazioni ambientalista ha prodotto nel giro di poche settimane delle proiezioni sul rischio morbilità e mortalità in atto nelle zone suddette!

Peraltro visto che l’Assessore come dimostrato sopra citato cita progetti in modo confuso e non spiega  quale metodologia verrà usata in questi monitoraggi di cui parla , lo invito a leggersi il Rapporto (vedi QUI) del Progetto europeo Shipping Contributions to Inland Pollution Push for the Enforcement of Regulations (SCIPPER) dove emerge, tra l’altro, che i dati sulle emissioni degli ossidi di azoto sono ben più elevati di quelli dei controlli ordinari svolti secondo le regole vigenti

 

 

 

GLI IMPEGNI IN ATTI ISTITUZIONALI CHE LA REGIONE LIGURIA HA SISTEMATICAMENTE VIOLATO IN QUESTI ANNI

L’Assessore cita nel suo intervento l’aggiornamento del piano di qualità dell’aria in relazione anche alle emissioni dei porti, peccato che il Consiglio Regionale ha approvato alla unanimità (siamo nell’agosto 2017) una Mozione che impegnava la Giunta: “Ad aggiornare il piano regionale della qualità dell’aria introducendo precise e puntuali azioni in materia di riduzione delle emissioni dalle attività portuali, anche in attuazione del Regolamento (UE) 2015/757 sulle emissioni di CO2 dalle navi che partono dai porti degli stati membri.”

Peraltro, almeno sulla questione emissioni dai porti liguri non servirebbe neppure un complesso, proceduralmente, aggiornamento del piano regionale di qualità dell’aria.  Sarebbe sufficiente attuare quanto previsto dal Piano vigente, infatti il Consiglio regionale, con la Delibera n.4 del 21 febbraio 2006, ha approvato il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell'aria e per la riduzione dei gas serra. Al Capitolo 6 (punto  6.2.1 Misure riguardanti i trasporti) il Piano afferma, pagina 138, la necessità di: “MT31. Introduzione vincoli nell’utilizzo dei combustibili nei porti da parte delle navi Diminuzione impatto emissioni dei porti Genova, Savona, La Spezia”. La Giunta della Regione con DGR N° 941 del 16-11-2018 ha previsto Misure urgenti per la riduzione della concentrazione degli inquinanti nell’aria ambiente in Regione Liguria: “Attraverso il tavolo istituzionale, la Regione Liguria attiva… la realizzazione di specifici monitoraggi della qualità dell’aria per valutare le ricadute delle emissioni navali sulla città. “

 

Vogliamo aggiungere le mancate valutazioni sul progetto di stazione crocieristica previste dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 17/12/2015 (per il testo completo vedi QUI) relativamente all’ambito 5 del Piano regolatore del porto “Marina della Spezia” dove sono previsti l’ampliamento del Molo Italia nonché del nuovo Molo Crociere a servizio della Stazione Marittima. Ebbene quel Decreto rinviava ad ulteriori e indispensabili valutazioni di impatto ambientale, si riporta l’apposito passaggio dal Decreto:  “Si ritiene opportuna una ulteriore veridica di compatibilità ambientale per l’ambito n. 5, prima dell’inizio dei relativi lavori, in ragione del fatto che il progetto non prevede specifiche mitigazioni per tale ambito puntando sulla completa elettrificazione delle banchine e il conseguente annullamento delle emissioni atmosferiche e di rumore provocate dallo stazionamento delle navi crociera; non sono tuttavia prodotti accordi con le compagnie crocieristiche che possano garantire l’attuazione di tale progetto”.

Quindi in tutti questi anni il Decreto è del 2015 mentre il PRP è del 2006, è stato permesso a centinaia di navi da crociera di attraccare nel porto di Spezia davanti al centro città senza alcuna preventiva valutazione come richiesto dai suddetti atti!

A proposito di monitoraggi la norma internazionale che disciplina le modalità di controllo sulla qualità dei combustibili delle navi (convenzione Marpol) all’allegato VI relativo alle emissioni inquinanti delle navi e relative ispezioni, non fa riferimento esplicitamente ai controlli a campione ma a controlli periodici (regole 5, 10, 11). Non solo ma secondo la vigente normativa i campionamenti svolti nel porto di Spezia per quanto comunicato dalla autorità competente non raggiungono neppure le percentuali minime previste dalla normativa citata (Decisione UE 2015/253 e Decreto 22/3/2017).

 

 

CONCLUDENDO... 

Visto che i monitoraggi e controlli ora annunciati (peraltro poco chiari lo stesso) andavano fatti da almeno 10 anni, in attesa dei nuovi monitoraggi, intanto chi di dovere decida la riduzione immediata drastica dell’attracco delle navi da crociera nel porto spezzino, perchè le chiacchiere stanno a zero! 


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