In
relazione ai poteri del Comune sulla nuova autorizzazione integrata ambientale
alla centrale enel (AIA) la tesi da sempre espressa dai nostri Amministratori
locali (Sindaco Federici in primo luogo) è sempre stata la seguente: noi al
massimo possiamo sollecitare il ministero con dei pareri consultivi ma in realtà non abbiamo alcun potere formale
per incidere sulle decisioni del Ministero dell’Ambiente e del Governo.
Come
ho spiegato anche in un post recentissimo il Sindaco ha in questa materia il
potere di rilasciare un parere sanitario a contenuto prescrittivo, nel senso che il Sindaco, nella sua qualità di
Autorità Sanitaria ai sensi del Testo Unico in materia, può chiedere apposite
prescrizioni a tutela della salute pubblica che dovranno essere recepite in
sede di Conferenza dei Servizi e tradotte poi nel decreto ministeriale di
rilascio dell’AIA.
Ma
fino a che punto contano giuridicamente
queste prescrizioni proposte dal Sindaco?
In
una sentenza, “curiosamente”
dimenticata dallo stuolo di consulenti e
dirigenti del Comune di Spezia, il Tar Lazio sezione Latina sentenza n.819
del 2009
(vedi
qui) si
è pronunciato in relazione al dissenso
espresso dal Sindaco con apposito parere sanitario allo interno della procedura
di autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la
realizzazione di una centrale alimentata a biomasse.
E’ una sentenza interessante perché per la prima volta chiarisce
bene natura ed efficacia giuridica di
questo Parere Sanitario del Sindaco in materia di AIA di cui tanto si è
discusso anche nella nostra città da un anno a questa parte.
E
le affermazioni di questa sentenza, se non fosse bastato quanto scritto nella
vigente legge nazionale e comunitaria, ha confermato che tutte le tesi dei “suggeritori” del Sindaco sulla mancanza
di poteri reali del Comune nella vicenda del rilascio dell’AIA alla centrale
enel, sono balle per giustificare la conferma del carbone in cambio del solito
piatto di lenticchie a danno di salute, ambiente ed economia degli spezzini.
Ecco cosa afferma questa
sentenza: