Tutta la classe politica dirigente del nostro territorio, tranne rare eccezioni, ha fatto diventare i parchi dei postifici di politici trombati, ha tagliato i
fondi da sempre, hanno trasformato i parchi in versioni povere di un ente di
secondo grado e questo a prescindere dalle competenze tecniche che ci sono nei
parchi compreso quello del Magra a cominciare dal suo nuovo Direttore.
Hanno
in sostanza stravolto il senso di un parco che deve essere quello di un
soggetto amministrativo ad elevata specializzazione tecnico scientifica, con
una rilevante indipendenza dalle strutture di derivazione politico
rappresentativa. L’Ente Parco quindi deve perseguire la finalità di
conservazione/valorizzazione del patrimonio naturale, non attraverso un
processo di mediazione politica ma all’interno di un sistema di procedure e
strumenti di gestione il più possibile oggettive e scientifiche attuate
attraverso responsabilità tecniche precise e trasparenti.
Eppure la governance del
parco in chiave di tutela antropologica e non solo naturalistica c’è eccome
basterebbe applicare la legge vigente