La recente sentenza del Consiglio di Stato n° 5889 del 7
luglio c.a. (QUI)
che ha bocciato l’appello della associazione Italia Nostra e del CAI contro il
progetto impianto eolico denominato “Monte Giogo di Villore” è stata
salutata da un certo associazionismo ambientalista (in primis Legambiente) come
un successo dell’ambiente e della transizione ecologica. Niente di più
sbagliato. Come dimostrerò nel seguito del post questa sentenza con la scusa
della transizione ecologica e del “favor legis” per le fonti rinnovabili
afferma principi in chiaro contrasto con la recente riforma della Costituzione ma
soprattutto una logica derogatoria delle norme ambientali.
La ratio della sentenza, al di la del caso specifico afferma
una visione nel modo di condurre le procedura autorizzatorie e valutative
ambientali che sta trasformando la VIA (per tutti i progetti della transizione
ecologica quindi non solo per le rinnovabili) in una sorta di procedure
finalizzata comunque ad approvare progetti che devono essere realizzati a
prescindere dagli impatti, dalle specificità dei siti, dalle procedure a rilevanza
ambientale più rigorose anche in deroga alla recente introduzione dell’ambiente
nella nostra Costituzione.
A questo occorre aggiungere che questa sentenza in modo
indecente condanna al pagamento di ingenti spese legali le due associazioni
appellanti. Le associazioni che difendono questa sentenza sul punto dimenticano
che questa logica di condannare alle spese associazioni e comitati viola la
normativa europea nonché la giurisprudenza della Corte di Giustizia (QUI)
e soprattutto il diritto dei cittadini di difendere i loro territori.
Purtroppo questa logica ormai pervade pienamente le
associazioni come Legambiente come ho già spiegato QUI
e QUI.
Una logica che non capisce o fa finta di non capire che derogare ai principi
costituzionali in materia ambientale e alle norme ambientali è sempre
inaccettabile a prescindere dalla tipologia di impianti. Non si difende
l’ambiente contro le leggi ambientali su paesaggio, biodiversità, Valutazioni
di Impatto Ambientale, pianificazione della localizzazione degli impianti.
Nel post che segue metterò a confronto le parti più
generali della sentenza del Consiglio di Stato del caso sopra ricordato, vale a
dire le parti che possono riguardare anche altre situazioni di contrasto a
progetti a rilevante impatto ambientale sui territori e non solo per le rinnovabili!
In particolare, nella tabella che segue nella parte sinistra
riporto ampi stralci della sentenza e nella parte destra il commento mio e
degli appellanti.