Il Progetto di deposito di
GPL nel porto di Chioggia è l’ennesima dimostrazione di come le procedura di
VIA ed in particolare quella di Verifica di assoggettabilità a VIA siano sempre
più trasformate in procedure di compatibilizzazione ambientale di progetti
decisa a priori a prescindere dalla
specificità del sito, dai parametri di legge, dalla giurisprudenza in materia
come pure dal consenso della popolazione locale.
D’altronde come ho avuto
spesso modo di ribadire: Valutare non è decidere ma mettere il decisore in
grado di ponderare tutti gli interessi in gioco nella decisione finale, coinvolgendo
la comunità locale e rispettando la percezione sociale del rischio legato al
progetto da valutare prima e da approvare poi.
Invece la VIA viene
vissuta tutt’ora come un mero atto autorizzatorio tra tanti rimuovendo il suo
carattere di processo di valutazione preventiva degli impatti ambientali e
sanitari di un progetto sulla base di scenari alternativi: di sito ma anche di
tecnologia compresa l'opzione zero.
Contro questo progetto è
nato un Comitato di cittadini attivi che ha tenuto lo scorso 9 febbraio una affollata
assemblea pubblica. Quella che segue è la sintesi della mia relazione. La
stesura completa della Relazione è stata consegnata ai rappresentanti del
Comitato.