L’articolo 2 del Decreto Legge 153/2024 (QUI)
conferma il via libera a nuove ricerca e nuove concessioni e alle proroghe
delle esistenti per estrarre fonti fossili liquidi e gassose. La nuova norma ha
la finalità principale di colmare il vuoto normativo prodotto dalla sentenza
del Tar Lazio che aveva annullato il Decreto di approvazione del Piano per la
transizione energetica sostenibile (sic!) nelle aree idonee alle estrazioni di
fonti fossili.
La nuova norma conferma la riduzione da 12 a 9 miglia il
perimetro costiero ed esterno alle aree marine e costiere protette entro il
quale sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare.
Soprattutto, in questo modo si rimette in piedi, come vedremo meglio nel proseguo del post, la deroga alla norma del DLgs 152/2006 che vietava estrazioni nelle zone di mare adriatico per preservare la zona della laguna di Venezia. Di questa norma ne avevo già trattato QUI.
Ovviamente quanto sopra "in barba" agli
obiettivi UE sulla neutralità climatica e le richieste della Commissione UE di
ridurre il consumo di gas (QUI)
per non parlare delle richiesta della Agenzia Internazionale per l’energia sul
blocco di nuove estrazioni di gas (QUI)