Lo scorso 6 maggio la Commissione UE ha presentato, con
apposita Comunicazione (QUI),
la tabella di marcia per garantire la piena
indipendenza energetica della UE dalla Russia.
Nella Comunicazione la Commissione propone azioni per ridurre la dipendenza dall’energia russa.
Questa impostazione se letta in termini ambientali dimostra che la UE non vuole solo ridurre le dipendenze energetiche dalla Russia ma rilanciare il ruolo strategico del gas nella transizione c.d. ecologica, soprattutto per il gnl destinato a superare la domanda di gas da gasdotto del 221% entro il 2040. La Comunicazione stima che il consumo di gas naturale, biometano e biogas si aggirerà tra i 105 e i 155 Mtep entro il 2040 (4,5-6,5 EJ). Nel 2050, il consumo di questi combustibili gassosi nell'UE sarà ancora compreso tra i 70 e gli 80 Mtep per tutti gli scenari analizzati.
Quanto sopra nonostante che la stessa Agenzia Internazionale per l’Energia abbia dimostrato che tutto ciò determinerà un surplus di almeno 130 miliardi di metri cubi di GNL entro il 2030, destinato a "deprimere i prezzi internazionali del gas". Sui rischi legati alla sovra offerta del GNL vedi questa analisi sul mio blog QUI.
Peraltro, la stessa UE ammette una carenza sulla trasparenza
nella tracciabilità degli import di gas russo tanto che prevede una prossima
proposta legislativa per affrontare questa criticità.
Senza considerare la contraddittorietà di queste scelte
strategiche della UE con il recente Regolamento europeo sulla riduzione dei
consumi del gas, vedi QUI.
Come vedremo la Comunicazione da un lato afferma che la eliminazione della dipendenza dal gas russo accelera la transizione ecologica per poi affermare che nel 2050 consumeremo ancora una marea di gas a partire dal gnl. Nel 2050! Non tra qualche anno quindi è chiaro che il gas russo c'entra poco se non che stiamo assistendo ad un chiaro tentativo di depotenziare se non cancellare la transizione ecologica facendola precipitare dentro lo scontro geopolitico in atto tra Russia e Occidente.
La Comunicazione è piena quindi di contraddizioni ma andiamo con ordine esaminiamo in modo approfondito il testo della Comunicazione nella parte relativa al gas (si sono anche altre parti relative al nucleare e petrolio russo su cui tornerò in altri post) ...
LE RESTANTI DIPENDENZE DAL GAS RUSSO CHE LA UE VUOLE
SUPERARE
La Comunicazione parte dalla seguente criticità rispetto
al suddetto obiettivo: anche dopo la fine del transito del gas russo attraverso
l'Ucraina nel 2025, il gas russo rappresenta ancora circa il 13% delle
importazioni complessive di gas dell'UE. Attualmente, circa due terzi delle
importazioni di gas russo sono forniti sulla base di contratti a lungo termine,
con destinazione UE, mentre circa un terzo è fornito su base spot (a breve
termine). Non si prevede che i volumi rimanenti vengano eliminati senza ulteriori
azioni europee, data l'assenza di incentivi commerciali e di contratti a lungo
termine in corso.
ANCORA TROPPO GAS NELLA TRANSIZIONE
La road map
disegnata dalla Comunicazione in realtà come vedremo non si limita a porre
l’obiettivo di superare le dipendenze energetiche dalla Russia ma promuove in
modo significativo il gas (soprattutto gnl biometano e biogas) e il nucleare al
centro della transizione. In questo modo appare contraddittorio quanto
affermato nelle conclusioni: “Questa
tabella di marcia per porre fine alle importazioni di energia dalla Russia mira
a garantire l'indipendenza dell'UE dall'energia russa attraverso la graduale eliminazione
delle importazioni di gas, energia nucleare e petrolio in modo ordinato, sicuro
e ben preparato, in linea con l'obiettivo di neutralità climatica dell'UE.”
Si veda l’interessante analisi (QUI) di Strategic Prospectivies che è un think tank paneuropeo, creato per
promuovere un'azione efficace per il clima come soluzione a una moltitudine di
crisi interconnesse che l'UE deve affrontare. Secondo l’analisi di Strategic Prospectivies attualmente,
l'UE non ha una traiettoria chiara per il declino del gas. Pertanto,
pianificare l'eliminazione graduale del gas in tutti i settori nei prossimi
cinque anni è importante per sostenere i lavoratori, le imprese e le regioni,
altro che rendere questa fonte fossile sempre più strategica.
Sempre secondo Strategic
Prospectivies l'UE disporrà di
forniture di gas sufficienti in futuro. Pertanto, non è necessario firmare
nuovi contratti a lungo termine, né che i contratti in corso scadano oltre il
2030. Nello scenario di Strategic Prospectivies, l'offerta di gas prevista
dalla produzione nazionale, dal gas da gasdotto e dai contratti a lungo termine
di GNL è destinata a superare la domanda del 54% entro il
2030 e del 221% entro il 2040.
SECONDO LA COMUNICAZIONE: NONOSTANTE L'AVANZAMENTO DELLA
TRANSIZIONE ENERGETICA, IL GAS CONTINUERÀ A FAR PARTE DEL MIX ENERGETICO
DELL'UE PER I PROSSIMI DECENNI.
la Comunicazione della Commissione UE cita le proiezioni dell'obiettivo climatico europeo per il 2040, SWD (2024) 63 final (QUI). Entro il 2040, l'approvvigionamento di combustibili fossili per uso energetico diminuirà di oltre il 70% rispetto a oggi. Oltre la metà di tutti i combustibili fossili utilizzati nell'UE nel 2050 sarà utilizzata nel settore non energetico come materia prima per i processi chimici (plastica, fertilizzanti, ecc.). L'eliminazione graduale delle importazioni di gas naturale fossile dalla Russia accelera il percorso di transizione (sic!).
La affermazione sopra riportata appare chiaramente contraddittoria visto che in altra parte della Comunicazione si afferma che il consumo di gas naturale, biometano e biogas si aggirerà tra i 105 e i 155 Mtep entro il 2040 (4,5-6,5 EJ). Nel 2050, il consumo di questi combustibili gassosi nell'UE sarà ancora compreso tra i 70 e gli 80 Mtep per tutti gli scenari (3,0-3,5 EJ).
QUALE DISPONIBILITA' DI GNL
Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE),
si prevede che nei prossimi anni sarà disponibile un'ulteriore fornitura
globale di GNL, migliorando l'equilibrio del mercato globale. Sebbene i mercati
globali del GNL rimangano ristretti nel 2025, si prevedono nuove capacità di
GNL di 85-90 miliardi di metri cubi per la fine del 2026, in particolare da
Stati Uniti, Canada, Qatar e paesi africani. Si prevede che ciò supererà
l'aumento previsto della domanda globale. Entro il 2030, la capacità globale di
esportazione di GNL dovrebbe crescere di circa 250 miliardi di metri cubi, con
un aumento di quasi il 50% rispetto all'attuale fornitura di GNL.
Gli Stati membri sono ben attrezzati per ricevere
forniture di GNL dai partner globali grazie agli sforzi e agli investimenti
coordinati all'inizio della crisi energetica. Tra il 2022 e il 2024 sono stati
commissionati un numero record di dodici nuovi terminali GNL e sei progetti di
espansione, aggiungendo 70 miliardi di metri cubi di capacità di importazione
di GNL all'UE. Tra questi, i terminali GNL di Alessandropoli (Grecia), Ravenna
(Italia), Veglia (Croazia), Świnoujście (Polonia) e Wilhelmshaven 2, Mukran,
Stade e Lubmin (Germania). Di conseguenza, la capacità totale di importazione
di GNL dell'UE ammonta a circa 250 miliardi di metri cubi all'anno, più del
doppio delle attuali importazioni di GNL.
Nei prossimi anni saranno disponibili maggiori volumi di
gas anche nell'Europa centrale e sudorientale, una regione tradizionalmente
dipendente dalle forniture di gasdotti russi. A partire dal 2027, si prevede
che il giacimento di gas offshore Neptun Deep in Romania produrrà 8 miliardi di
metri cubi di gas naturale all'anno nei primi 10 anni di attività. Dal 2026, la
capacità del gasdotto Trans-Adriatico sarà ampliata di 1,2 miliardi di metri
cubi, consentendo maggiori importazioni di gas dall'Azerbaigian.
Secondo l'AIE (ottobre 2024) "World Energy
Outlook 2024"), ciò determinerà un surplus di almeno 130 miliardi di metri
cubi di GNL entro il 2030, destinato a "deprimere i prezzi internazionali
del gas".
Con tutta la potenziale overdose di gas sopra riportata appare contraddittoria la seguente affermazione della Comunicazione: Si stima che l'UE possa risparmiare oltre 15 miliardi di metri cubi di gas all'anno, riducendo la domanda complessiva di gas dell'UE di 40-50 miliardi di metri cubi entro il 2027.
Per raggiungere l’obiettivo della indipendenza energetica dalla Russia saranno utilizzate azioni congiunte, tra cui l'aggregazione della domanda a livello UE e l'avvio di accordi di fornitura a lungo termine a prezzi competitivi con fornitori alternativi, ove opportuno. Il nuovo Patto per il Mediterraneo e l'Iniziativa energetica trans mediterranea (QUI) in particolare, offriranno opportunità concrete per rafforzare ulteriormente la diversificazione degli approvvigionamenti energetici.
Non esiste un quadro UE coerente in materia di trasparenza, monitoraggio e tracciabilità delle importazioni di gas russo nell'UE. Per questo la Commissione proporrà le misure necessarie per un monitoraggio e una tracciabilità più efficaci. Una misura imporrebbe alle aziende di fornire informazioni sui contratti di fornitura di gas russo (ad esempio, volumi, durata) alle autorità competenti degli Stati membri e alla Commissione. Un'altra azione garantirebbe che le informazioni sulle importazioni effettive di gas russo siano condivise tra le autorità doganali, le autorità nazionali per l'energia e la sicurezza e la Commissione.
A tal fine, la Commissione intende presentare entro il
mese prossimo una proposta legislativa sulle norme per una maggiore
trasparenza, monitoraggio e tracciabilità del gas russo.
Inoltre, verranno proposti, tramite iniziativa legislativa comunitaria, obblighi per gli stati membri di piani nazionali per definire:
• il volume delle importazioni di gas russo nell'ambito
dei contratti esistenti, compresi i contratti con clausole take-or-pay (inteso
come un accordo comunemente utilizzato nel settore energetico, in particolare
nella vendita di gas. Questo contratto stabilisce che l'acquirente deve
prendere in consegna una quantità specifica di gas o pagare una penale
predeterminata in caso di mancato ritiro);
• una tempistica, comprese le tappe fondamentali a
supporto delle misure dell'UE per raggiungere l'obiettivo di eliminare
gradualmente il gas russo;
• opzioni di diversificazione e capacità tecniche per
sostituire il gas russo, anche attraverso la cooperazione nei gruppi regionali
esistenti.
ELIMINAZIONE PROGRESSIVA DEI CONTRATTI DI GAS CON LA RUSSIA
Circa due terzi delle importazioni russe di GNL e gas da
gasdotto si basano su contratti a lungo termine esistenti con destinazione UE.
I volumi rimanenti vengono forniti a breve termine (spot: un terzo delle
forniture russe), con gli importatori che decidono gli acquisti in base alle
proprie esigenze e alle condizioni di mercato prevalenti. Data la maggiore
durata dei contratti e i volumi più elevati nei contratti a lungo termine
esistenti rispetto ai volumi tipicamente acquistati con contratti di fornitura
spot, è opportuno organizzare la graduale eliminazione delle importazioni di
gas russo in due fasi, a partire da subito con tutti i nuovi contratti e con i
contratti spot (a breve termine) esistenti. La Commissione intende presentare
una proposta legislativa per vietare tutte le importazioni nell'ambito di nuovi
contratti di gas russo e di contratti spot esistenti. Tale divieto dovrebbe
entrare in vigore al più tardi entro la fine del 2025.
IL MECCANISMO AGGREGATE-EU
L'obiettivo principale di AggregateEU (QUI)
era contribuire a un
approvvigionamento di gas sufficiente e diversificato per l'inverno
2023-2024 nei paesi dell'UE e nelle parti contraenti della Comunità
dell'energia. Mirava inoltre a ridurre
la volatilità dei prezzi e ad
aumentare la prevedibilità, fornendo informazioni sulle forniture
energetiche disponibili, sfruttando nel contempo il peso collettivo del mercato
europeo.
Secondo la presente Comunicazione il secondo ciclo
intermedio di aggregazione e abbinamento della domanda nell'ambito di
AggregateEU si è concluso il 26 marzo 2025 e ha riscosso un notevole
interesse sia dal lato della domanda che dell'offerta, con 29 miliardi di metri
cubi di domanda, 31 miliardi di metri cubi di offerte di fornitura e quasi 20
miliardi di metri cubi di interessi di domanda e offerta abbinati. Ha coperto
la domanda di gas tra il 2025 e il 2030 e ha consentito agli acquirenti di
indicare un terminale preferito nell'UE o di effettuare consegne franco a
bordo, offrendo agli acquirenti una maggiore flessibilità.
LA PROMOZIONE DEL BIOMETANO E DEL BIOGAS NELLA UE
Sulla base dell'esperienza di AggregateEU, la Commissione
sta valutando la fattibilità di una piattaforma per supportare l'espansione e
il commercio di molecole gassose di origine non fossile, incluso il biometano.
Inoltre, la Commissione sta collaborando con l'industria
e altre parti interessate per promuovere la diffusione di biogas e biometano
sostenibili ma di certo non ad emissioni zero di gas serra come confermato anche
dalla nuova norma UNI/TS 11567:2024 (QUI)
Secondo la Comunicazione dall'adozione del Piano d'azione
per il biometano nel 2022, sono stati compiuti progressi considerevoli, anche
attraverso il Partenariato industriale per il biometano (QUI).
Sulla base della conclusione positiva del Partenariato industriale per il
biometano, la Commissione istituirà una nuova rete per il biogas tra gli Stati
membri, nell'ambito di un contratto tripartito, per rispondere meglio alle
esigenze divergenti nelle diverse aree dell'UE e coinvolgere le parti
interessate nazionali e locali.
Considerate le sfide specifiche che gli Stati membri e le parti contraenti della Comunità dell'energia nell'Europa centrale e sudorientale (CESEC- QUI) devono affrontare nel commercio transfrontaliero, la Commissione collaborerà nell'ambito del Gruppo ad alto livello del CESEC, con il Segretariato della Comunità dell'energia (QUI) e con i paesi dell'allargamento per massimizzare l'utilizzo delle infrastrutture esistenti, con l'obiettivo di rimuovere le barriere normative e di mercato, migliorare la diversificazione e aiutare i paesi candidati a liberarsi dalla dipendenza dalle importazioni di energia dalla Russia.
LA NUOVA PROPOSTA UE DI STOCCAGGIO DEL GAS
Lo scorso 8 maggio (vedi comunicato- QUI
e QUI)
il Parlamento ha approvato il suo mandato negoziale sul progetto di legge della
Commissione volto ad estendere il regime di stoccaggio (QUI)
del gas dell'UE del 2022 fino al 31 dicembre 2027, evitando così la
scadenza prevista per la fine del 2025. La misura mira a garantire la sicurezza
dell'approvvigionamento di gas prima della stagione invernale, alleviando al
contempo le tensioni nel mercato.
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