Con Decreto-Legge
n° 161 del 15 dicembre 2023, convertito con la legge 2/2024 (QUI), è
stato approvato (iter di approvazione QUI) il c.d.
Piano Mattei che accentra nella Presidenza del Consiglio dei Ministri tutte le
politiche italiane verso i rapporti economici, di immigrazione
ma soprattutto energetici, con l’Africa vedi in particolare l’accordo
tra Eni e la compagnia statale libica National oil corporation (Noc),
che prevede un investimento di circa 7,3 miliardi di euro per lo sfruttamento
dal 2026 di due giacimenti al largo della Libia, le "Strutture
A&E" (vedi cartina a fianco da Today Economia).
Il Piano da
un lato ufficialmente è una scatola vuota, dall’altro da un punto di vista
energetico è chiaramente indirizzata alle fossili ed in particolare il gas come
vedremo nel resto del post. Soprattutto ha come finalità istituzionalizzare
definitivamente il metodo centralista di decisione del PNRR tagliando fuori
(come sta avvenendo in Italia) comunità locali società civile e assemblee elettive
di tutti i livelli (nazionali, regionali e soprattutto comunali)
È quello
che hanno sottolineato 80 organizzazioni della società civile africana che
hanno contestato merito e metodo del Piano.
Nel post
che segue analizzo partitamente tutte queste criticità del Piano Mattei.
LA POSIZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI AFRICANE
Nella loro
lettera (QUI) al Governo italiano denunciano
che se non cambierà impostazione il Piano ha chiaramente come obiettivi
-
affermare l'Italia come un importante hub energetico per la distribuzione del
gas fossile estratto dall'Africa e dall'Africa Mediterraneo al resto d’Europa
-
rafforzare il ruolo delle imprese italiane nello sfruttamento del patrimonio
naturale e umano dell’Africa risorse.
Le organizzazioni
chiedono:
1. l’immediata cessazione della transizione
ecologica fondata su accordi per espandere la produzione e le infrastrutture
del gas in Africa.
2. una cooperazione su larga scala promuovere l’energia rinnovabile
incentrata sulle persone per soddisfare i bisogni dei 600 milioni di africani vivono senza un moderno
accesso all’energia e sono stati puniti dall’industria dei combustibili
fossili, e da altri precedenti impegni dei partner
europei in Africa.
3. adottare un approccio integrato alle
questioni climatiche, energetiche e di sviluppo dell’Africa. Un approccio quindi
fondato sulla promozione della sovranità alimentare ed energetica
dell’Africa a
favore del popolo e non delle solite élite africane. Senza un sistema
così integrato a guida africana approccio, concetti come “crescita verde” non
faranno altro che promuovere il “neocolonialismo”
PIANO MATTEI UNA SCATOLA VUOTA E UNA CAMBIALE IN BIANCO AL PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il Presidente
del Consiglio presiede una Cabina di Regia una sorta di carrozzone dove
dentro c’è di tutto anche rappresentanti dell’imprenditoria ma sempre designati
e decisi dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Piano Mattei viene adottato
dalla Cabina di Regia ma l’attività istruttoria per predisporlo è nelle mani di
una struttura di missione nominata dal Presidente del Consiglio dei Ministri
vedi articolo 4 della legge 2/2024.
Soldi? Per
ora pochi: 2 milioni e 600 mila euro (suddivisi 235.000 euro nel 2023 e 2.820.000
euro nel 2024) ma tutti per gestire i due carrozzoni Cabina di Regia ma
soprattutto la Struttura di Missione.
Il Piano
Mattei come dimostra il testo dell’articolo 1 del Decreto-Legge che riporto, successivamente,
è una scatola vuota lasciata da riempire alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri per cui la stessa relazione al Parlamento sull’attuazione del Piano
diventerà una sorta di passaggio burocratico: infatti il comma 1 articolo 1
della legge 2/2024 di conversione del Decreto Legge 161/2023 prevede che: “Le Commissioni
parlamentari si esprimono con le modalità e nelle forme
stabilite dai regolamenti delle Camere. Il
termine per l'espressione del parere é di trenta giorni dalla
richiesta, decorso il quale il Piano é approvato anche in assenza del parere”.
Quindi, se
sei libero di fare quello che ti pare come il Parlamento potrà confrontare
quello che avresti dovuto mettere nel Piano secondo la legge e quello che hai
effettivamente fatto? Domanda retorica ovviamente!
Il Piano
si impone praticamente in automatico alle Amministrazioni statale in generale
con una dizione ambigua del comma 5 articolo 1 legge 2/2024 dove si fa
riferimento ad una valutazione di impatto che non si capisce in cosa consista
(la VIA la VAS? Non è chiaro). Afferma detto comma 5:
“Le amministrazioni
statali conformano le attività di programmazione, di valutazione di impatto e di attuazione delle politiche
pubbliche di propria competenza al Piano Mattei con le modalità previste dagli
ordinamenti di settore, nell'ambito delle competenze stabilite dalla normativa
vigente.”
Il
Piano Mattei, secondo
l’articolo 1 della legge 2/2024 ha durata quadriennale e può essere aggiornato
anche prima della scadenza.
Possiamo
dire con franchezza che va avanti l’indirizzo di accentrare il più possibile
le decisioni strategiche nella Presidenza del Consiglio dei Ministri il
che rende ancora più pericoloso alla luce della proposta di istituzione del
Premierato da parte dell’attuale Governo ma come ricordo nel post che segue
tutto questo è un modello di governo che è in gestazione da tempo e non solo da
parte del Governo Meloni ma affonda le sue radici oltre che nella varie
proposte di riforma costituzionale decisioniste, soprattutto nel modello
instaurato con il PNRR
Non
casualmente, le lobby non solo energetiche ma portuali hanno iniziato un primo
assalto alla nuova diligenza del Piano Matteri. Il Presidente della Federagenti
marittimi ha affermato recentemente (QUI) la
necessità di ampliare alla politica marittima gli obiettivi energetici del
Piano Mattei, aggiungendo che gli armatori si trovano a operare su un filo teso
sul vuoto nel tentativo di coniugare gli sforzi per la sicurezza di navi ed
equipaggi con le scadenze e gli obblighi di una politica di transizione
energetica e di decarbonizzazione che ogni giorno di più emerge come
inattuabile nei tempi e nei modi fissati dall’Unione europea. “. Come dire
attendiamo con i combustibili alternativi sulle navi e restiamo alla tradizione
delle fossili!
IL MODELLO PNRR
Dopo la
legge 136/2023 che all’articolo 13 prevedeva una procedura
speciale per la realizzazione grandi programmi d'investimento esteri intesi
come programmi di investimento diretto sul territorio italiano dal valore
complessivo non inferiore all'importo di un miliardo di euro (QUI) e dopo
il Decreto-Legge 124/2023 che accentrava a livello di governo
nazionale i programmai di sviluppo strategico per le Regioni del Sud
trasformate tutte in Zone economiche speciali (QUI),
Diciamo
che il modello PNRR dei governi precedenti (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI) sta
facendo scuola anzi con il nuovo Governo, vedi anche riforma del Premierato,
sta diventando il modello di gestione di tutte le parti rilevanti del potere
pubblico: tagliare fuori Regioni, Comuni, Comunità locali, deroghe o
accelerazioni semplificatorie delle norme ambientali e di trasparenza e
coinvolgimento delle assemblee elettiva ad ogni livello istituzionali dal
Comune al Parlamento.
Insomma,
il Governo Meloni porta alle conseguenze estreme una logica accentratrice
presenti in tutti i partiti quando hanno governato!
D’altronde soprattutto
sull’energia e considerato il quadro internazionale siamo alla ciliegina sulla
torta delle risorse della transizione ecologica:
1. la
trasformazione del Ministero della Transizione Ecologica in Ministero
della sicurezza energetica (QUI)
2. la
istituzione del Comitato sulla sicurezza della transizione energetica e i
rischi climatici (QUI)
3. la
approvazione di norme speciali per autorizzare impianti definiti strategici che
vanno in deroga non solo a norme ambientali ma alla democrazia nei territori
con una logica sempre più di accentramento delle decisioni: ben rappresentato
dalla accoppiata Commissari e Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da ultimo
si veda il modello rigassificatori di urgenza (QUI).
4. Militarizzazione
e accentramento delle decisioni che riguarda anche la UE (QUI).
Insomma,
se punti su gas e ritorno al nucleare trasformando o accettando di trasformare
la transizione ecologica in una logica di scontro geopolitico e sempre più
militare, l’accentramento e accelerazione delle decisioni è inevitabile.
IN COSA CONSISTE IL PIANO MATTEI (ARTICOLO 1 DEL DECRETO LEGGE)
Secondo il
comma 2 articolo 1 del Decreto Legge convertito nella Legge 2/2024:
“Il Piano Mattei individua ambiti di intervento e
priorità di azione, con particolare riferimento ai seguenti settori:
cooperazione allo sviluppo, promozione delle esportazioni e degli investimenti,
istruzione, formazione superiore e formazione professionale, ricerca e
innovazione, salute, agricoltura e sicurezza alimentare, approvvigionamento e
sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, tutela dell'ambiente e
adattamento ai cambiamenti climatici, ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche
digitali, valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche
nell'ambito delle fonti rinnovabili, dell’economia circolare e del riciclo
sostegno all'imprenditoria e in particolare a
quella giovanile e femminile, promozione dell'occupazione, turismo,
cultura, prevenzione e contrasto
dell'immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.”
Praticamente
di tutto di più ma quello che rileva in questo Decreto-Legge 161/2023 e
Legge di conversione 2/2024 è il modello di organizzazione della gestazione
e successiva gestione del Piano. Lasciando in mano alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri i reali contenuti di questo fantomatico, per ora, Piano
Mattei.
CABINA DI REGIA PER IL PIANO MATTEI (ARTICOLO 2 DEL DECRETO LEGGE)
È
istituita la Cabina di regia per il Piano Mattei, presieduta dal Presidente del
Consiglio dei Ministri e composta:
- Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con
funzioni di vicepresidente, e altri Ministri a discrezione del Presidente del
Consigli
- Vice
Ministro degli affari esteri delegato alla cooperazione allo sviluppo
- Vice
Ministro delle Imprese e del Made in Italy delegato in materia di promozione
del Made in Italy nel mondo
-
Vice Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica delegato in materia di
politiche e attività relative allo sviluppo sostenibile
- Presidente
della Conferenza delle regioni e delle province autonome
- Direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo,
- Presidenti dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e
l’internazionalizzazione delle imprese italiane,
- Società Cassa depositi e prestiti S.p.A.
- Società SACE S.p.A. e società Simet SpA
- Rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema
dell’università e della ricerca (Conferenza dei rettori delle università
italiane sic!), della società civile e del terzo settore, rappresentanti di
enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, individuati con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato entro sessanta
giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
La struttura
di missione che affianca operativamente la Cabine di Regia
è articolata in due uffici di livello dirigenziale generale, compreso
quello del coordinatore, e in due uffici di livello dirigenziale non generale.
Il coordinatore è individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica.
COMPITI CABINA DI REGIA (articolo 3 Decreto-Legge convertito nella
legge 2/2024)
a) coordina, nel quadro della tutela e della promozione degli interessi nazionali, le attività di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano svolte, nell'ambito delle rispettive competenze, dalle amministrazioni pubbliche che compongono la Cabina stessa;
a-bis)
promuove le attività di incontro tra i rappresentanti della società civile,
imprese e associazioni italiane e africane con lo scopo di agevolare le
iniziative di collaborazione territoriale e promozione di attività di
sviluppo. Infatti il Governo italiano su questo compito ha per ora bellamente ignorato il documento delle 80 organizzazioni africane della società civile descritto nella prima parte di questo post;
b)
finalizza il Piano Mattei e i relativi aggiornamenti;
c)
monitora, anche ai fini del suo aggiornamento, l'attuazione del Piano;
d)
approva la relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano;
e)
promuove il coordinamento tra i diversi livelli di governo, gli enti pubblici
nazionali e territoriali e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato;
f) promuove iniziative finalizzate all'accesso a risorse messe a disposizione dall'Unione europea e da organizzazioni internazionali, incluse le istituzioni finanziarie internazionali e le banche multilaterali di sviluppo;
g)
coordina le iniziative di comunicazione relative all'attuazione del Piano
Mattei.
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