La
relazione (QUI) che Arpal ha deposito per la audizione tenutasi,
lo scorso 15 febbraio e stamane, in IV Commissione Ambiente Territorio del
Consiglio Regionale avente ad oggetto le emissioni delle navi nei porti liguri,
contiene alcuni passaggi significative che analizzo criticamente nel seguito
del post fornendo anche due proposte che sono la conseguenza di detta analisi.
PRIMA QUESTIONE: IL RAPPORTO TRA EPISODI ACUTI DI INQUINAMENTO E SUPERAMENTO
DEI LIMITI DI LEGGI DEGLI INQUINANTI
AERIFORMI
Arpal
nella sua relazione, nella parte finale che fa riferimento alle problematiche
emissive dal porto spezzino con ricadute nel centro urbano spezzino. Arpal
afferma: “… il tema dell’impatto dei fumi delle navi sulla
qualità dell’aria delle città portuali è di grande attualità e difficile
soluzione: le emissioni interessano areali più o meno circoscritti attorno al
fumaiolo, con un impatto e una percezione da parte della popolazione che
dipendono dalle condizioni meteo e dal tipo di imbarcazione. Producono episodi
acuti, a volte persistenti per qualche ora, ma non sufficienti a determinare il
superamento degli attuali limiti normativi di qualità dell’aria.”.
Come
affermano studi autorevoli ormai confermati senza alcuna smentita ad
esposizioni di breve durata è risultato associato un incremento di mortalità
per tutte le cause e di insorgenza di patologie acute quali l’infarto del
miocardio e l’ictus.
I
più importanti progetti, che
nel passato hanno valutato gli effetti acuti dell’inquinamento in oltre 20
città italiane, sono i progetti EpiAir (2001-2005)50-51 ed EpiAir2
(2006-2010)53,54,58; i risultati hanno evidenziato effetti sia sulla mortalità
che sulla morbosità soprattutto per cause cardiovascolari e respiratorie.
Non
solo ma ad esempio per gli ossidi di azoto (molto presenti in quantità
significative nella zona residenziale limitrofa al punto di attracco delle navi
da crociera: QUI) gli effetti acuti comprendono:
infiammazione delle mucose, decremento della funzionalità polmonare, edema
polmonare. Gli effetti a lungo termine includono: aumento dell'incidenza delle
malattie respiratorie, alterazioni polmonari a livello cellulare e tissutale,
aumento della suscettibilità alle infezioni polmonari batteriche e virali. Il
gruppo a maggior rischio è costituito dagli asmatici e dai bambini.
Ebbene
anche se come afferma Arpal con l’attuale normativa (che peraltro come è noto
verrà modificata in modo più restrittivo) non ci sono superamenti dei limiti di
legge (e nel recente passato peraltro ci sono stati per ben due volte: 2017-2018)
perché utilizzando la metodologia dei
vari studi internazionali e nazionali, non si approfondiscono gli effetti
sanitari subito dalla popolazione del centro città per gli effetti acuti dovuti
anche alle emissioni del porto spezzino
come dimostrato dai bollettini di Arpal che dimostrano da tempo la
qualità scarsa dell’aria nei periodi di livelli di punta delle ricadute degli
inquinanti?
Quanto
sopra è ancora più necessario visto quello che emerge, da studi autorevoli (QUI), ancora
di più la inadeguatezza dei limiti di emissioni dalle navi e dei metodi di
controllo delle stesse.
Questo
approfondimento sul rischio sanitario andrebbe strettamente legato a una
revisione del monitoraggio anche in termini comunicativi:
1. l’aggiornamento
dei punti di monitoraggio quando emergono superamenti dei limiti dell’OMS a
prescindere che corrispondano a quelli di legge;
2. più
punti di campionamento per raccogliere dati a lungo termine sugli inquinanti
atmosferici contemplati dalla direttiva. Mi chiedo in questo senso il punto di
monitoraggio sopra il palazzo ASL in via 24 Maggio perché non è stato
installato prima e non credo sia comunque sufficiente;
3. modificare
immediatamente il sistema dei controlli sui combustibili marittimi nel porto
spezzino. Questo perchè secondo la vigente normativa i campionamenti svolti nel
porto di Spezia per quanto comunicato dalla autorità competente non raggiungono
neppure le percentuali minime previste dalla normativa citata (Decisione UE
2015/253 e Decreto 22/3/2017); infatti, la norma internazionale che
disciplina le modalità di controllo sulla qualità dei combustibili delle navi
(convenzione Marpol) all’allegato VI relativo alle emissioni inquinanti delle
navi e relative ispezioni, non fa riferimento esplicitamente ai controlli a
campione ma a controlli periodici (regole 5, 10, 11).
QUANTO LA ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE RISOLVE IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO DALLE NAVI CHE ATTRACCANO NEL PORTO SPEZZINO
La
relazione di Arpa presentata nella audizione del 15 febbraio scorso afferma, “in
relazione alle risposte tecnologiche alle problematiche emissive del porto di
Spezia, quanto segue: L’elettrificazione delle banchine permetterà di mitigare
l’impatto, riducendo l’emissione al solo tempo tecnico di manovra e di
passaggio da un sistema di alimentazione all’altro; analogamente, miglioramento
alle emissioni prodotte potrà derivare dall’adozione di combustibili
alternativi”. Arpal conclude affermando, ovviamente, la sua competenza
istituzionale e professionale su questa tematica.
Ma da quanto affermato da Arpal si conferma come la elettrificazione sempre che arrivi in tempi limitati, come afferma l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, non è sufficiente (vedi anche QUI) da sola a rimuovere in modo rilevante il rischio salute pubblica per i cittadini che vivono nelle aree prospicienti allo scalo spezzino.
Visto
quanto sopra è necessario, a prescindere dalla tempistica realizzativa della
elettrificazione delle banchine, la predisposizione un protocollo operativo
che sulla base di adeguati analisi della correlazione sull’impatto sanitario
degli effetti acuti nelle zone interessate dalle emissioni delle navi in porto,
prevede ulteriori interventi di limitazione delle attività emissive delle navi
in porto fino a prevedere, se risultasse
necessario, una riduzione degli accosti a cominciare dalle navi da crociera?
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