La Regione Liguria decide di non rispondere ad una interrogazione del Consigliere Regionale Paolo Ugolini del Movimento 5stelle sulla ordinanza che vieta l’accesso delle auto euro 4 in aree del centro cittadino di Spezia.
Secondo
la Regione e i suoi uffici non rientra nelle loro competenze valutare od
esprimere giudizi sulla ordinanza!
È
una balla!
Come
dimostrerò subito di seguito non c’è nulla che impedisca tale valutazione della
Regione anzi la normativa in materia la rende auspicabile, ma in realtà la non
risposta della Regione vuole rimuovere un'altra domanda, più delicata, fatta
nella suddetta Interrogazione.
LA ORDINANZA COMUNALE SULLE EURO 4
ATTUA UNA DELIBERA REGIONALE
Intanto
L'ordinanza del comune è in attuazione del piano regionale della qualità
dell'aria cita nelle sue premesse la Delibera di Giunta Regionale n.241 in
data 16/11/2018 avente per oggetto "approvazione misure urgenti per
la riduzione delle concentrazioni degli inquinanti in aria ambiente in Regione
Liguria”.
Detta
Delibera della Giunta regionale n.241 del 16 novembre 2018, ha approvato
misure urgenti per il risanamento della qualità dell’aria, che incrementano
quelle già adottate ai diversi livelli istituzionali, indirizzate
principalmente a riportare i valori di biossido di azoto entro i limiti nel più
breve tempo possibile, ma rivolte anche alla riduzione delle concentrazioni di
ozono nonché di polveri. Le misure a carico di Regione e dei comuni interessati
sono relative a limitazioni della circolazione dei veicoli a motore, attività
di cantiere, attività portuali, mobilità sostenibile, trasporto pubblico e uso
di mezzi di trasporto alternativi. Per agire in maniera incisiva sulle
concentrazioni degli inquinanti sono inoltre state destinate dal Ministero
della Transizione Ecologica e dalla Regione ulteriori ingenti risorse, che si
inquadrano nell’ambito dell’accordo sottoscritto il 31 dicembre 2021 per
l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità
dell’aria nella Regione Liguria. Le risorse sono principalmente finalizzate a
sostenere economicamente per i prossimi anni, la sostituzione dei veicoli più
vecchi e inquinanti soggetti alle limitazioni con veicoli a basse o nulle
emissioni.
Quindi perché la Regione non avrebbe titolo di valutare una ordinanza che attua una delibera regionale che prevede tra l’altro finanziamenti statali e propri finalizzati proprio a risolvere la problematica delle auto più vetuste?
Ma c’è di più...
IL RUOLO DELLA REGIONE NEL MONITORAGGIO DEI PUMS
L’ordinanza
del Comune di Spezia sul divieto delle auto euro 4 attua il PUMS (piano urbano
della mobilità sostenibile) approvato da tempo per Spezia. Il Decreto
ministeriale 4 agosto 2017 (QUI) sulle linee guida dei PUMS (dove dentro ci
sono anche le Regioni rappresentate) prevede che i Comuni predispongano un
monitoraggio biennale per le verifica dello stato di avanzamento dei PUMS. I
dati di questo monitoraggio vengono inviati all’Osservatorio nazionale per le
politiche del trasporto pubblico locale. Nell’Osservatorio sono rappresentate
anche le Regioni e ha l'obiettivo di creare una banca dati e un sistema
informativo pubblico correlati a quelli regionali.
Non
solo ma il comma 2 articolo 6 di detto Decreto 4 agosto 2017 prevede
che con Decreto Conferenza unificata Stato Regioni e Città, può essere definito
un sistema di criteri comuni ed uniformi per l'analisi costi benefici o
multicriteria dei PUMS, volto a consentire che i metodi di valutazione
quantitativa e qualitativa più appropriati per le diverse realtà territoriali
garantiscano risultati omogenei e confrontabili, ai fini di una stima coerente
della sostenibilità degli interventi sul territorio nazionale.
Quindi se le Regioni possono partecipare addirittura alla stesura dei criteri per redigere i PUMS la Regione Liguria non può esprimere una opinione sulla ordinanza attuativa del PUMS spezzino su richiesta di un Consigliere Regionale?
Devo pensare che la Regione Liguria non è in grado di fare una analisi in questo senso, gli mancano le competenze tecniche allora mi chiedo come possano redigere i piani di qualità dell’aria!
I PRESUPPOSTI DEI PUMS SECONDO LE LINEE GUIDA MINISTERILI DIMOSTRANO
LA COMPENTENZA DELLA REGIONE
Secondo le linee guida allegata al già citato Decreto Ministeriale 4 agosto 2017 al punto 1 “Inquadramento Programmatico”: “Il PUMS, da inquadrarsi nello scenario pianificatorio regionale e nazionale, deve essere concepito in un'ottica di integrazione e messa a sistema degli strumenti di pianificazione territoriale e trasportistica già esistenti a livello locale, qualora le Amministrazioni ne siano dotate, ponendosi come piano sovraordinato ai piani di settore”.
Senza considerare a proposito di coerenza con la pianificazione la Regione ha a suo tempo approvato la Valutazione ambientale strategia del PUMS spezzino e quindi poteva rispondendo alla Interrogazione in Consiglio Regionale verificare la rispondenza della ordinanza del Comune a quanto scritto nel Parere Motivato che ha concluso la VAS.
VERIFICA IMPATTO DEI PUMS E ORDINANZE ATTUATIVE SULL’AREA VASTA
Sul
punto le linee guida affermano: “A livello interistituzionale si potrà
prevedere il coinvolgimento dei comuni contermini, delle conurbazioni dei
comuni ove si svolge un servizio di trasporto pubblico locale, tenendo conto
della zonizzazione regionale relativa alla qualità dell'aria”. Chi approva i piani di zonizzazione se non la
Regione?
Non solo ma sempre secondo le linee guida ministeriali il quadro conoscitivo su cui si fondano i PUMS e relativi atti e ordinanza attuative si sviluppa come segue:
“Quadro
normativo, pianificatorio e programmatico
1.
Livello regionale;
2.
Livello sovralocale (piani e programmi di livello generale e di settore);…”
LA QUESTIONE DELLA NON COMPETENZA A VALUTARE DELLA REGIONE E’ UNA
SCUSA PER NON RISPONDERE AD UN'ALTRA DOMANDA
La
Interrogazione conteneva anche una domanda che riguardava le misure da attuare
da parte della Regione, in coerenza con quanto scritto nel Piano regionale di
risanamento della qualità dell'aria per le emissioni inquinanti aeriformi del
porto di Spezia.
Il
Consiglio Regionale ha a suo tempo approvato alla unanimità (siamo nell’agosto
2017) una mozione che impegnava la Giunta: “Ad aggiornare il piano regionale
della qualità dell’aria introducendo precise e puntuali azioni in materia di
riduzione delle emissioni dalle attività portuali, anche in attuazione del
Regolamento (UE) 2015/757 sulle emissioni di CO2 dalle navi che partono dai
porti degli stati membri.”
In
realtà quanto richiesto dalla mozione non è mai stato attuato dalla Regione
questo nonostante quanto comunque previsto dalla lettera i) comma 1 articolo
11 DLgs 155/2010 che stabilisce tra i contenuti dei Piani Regionali sulla
qualità dell'aria."i) prescrizioni per prevenire o limitare le
emissioni in atmosfera prodotte dalle navi all'ormeggio;...".
Il
Consiglio regionale, con la Delibera n.4 del 21 febbraio 2006, ha
approvato il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell'aria e
per la riduzione dei gas serra, pubblicato sul Bollettino ufficiale della
Regione Liguria del 29 marzo 2006, ora è pienamente operativo.
Il piano si compone di sette capitoli e otto allegati.
In
particolare:
Il
Capitolo 5 (Caratteristiche delle zone mappate) rilevava già nel 2006
“5.2.
ZONA 2 – AREE URBANE CON FONTI MISTE
1.1.1.
Sottozona 2a: La Spezia
· Più
in particolare, la seconda sorgente di emissioni di Nox, dopo la combustione
per la produzione di energia, è l’attività marittima che rappresenta il 22%
delle emissioni totali…”
A
sua volta il Capitolo 6 (punto 6.2.1 Misure riguardanti i trasporti)
affermava a pagina 138 la necessità di: “MT31. Introduzione vincoli
nell’utilizzo dei combustibili nei porti da parte delle navi Diminuzione
impatto emissioni dei porti Genova, Savona, La Spezia”
Successivamente
la Regione con DGR N° 941 del 16-11-2018 ha previsto Misure urgenti per la
riduzione della concentrazione degli inquinanti nell’aria ambiente in Regione
Liguria. In particolare, a pagina 40 di detta delibera si legge: “10.5.
Misure relative alle attività portuali La Regione Liguria promuove
l’attivazione di un tavolo istituzionale di lavoro, finalizzato alla
sottoscrizione di accordi di programma, prioritariamente con riferimento alle
emissioni connesse al porto di Genova, Savona e La Spezia. Attraverso il tavolo
istituzionale, la Regione Liguria attiva la ricognizione degli studi effettuati
e la realizzazione di specifici monitoraggi della qualità dell’aria per
valutare le ricadute delle emissioni navali sulla città.”
Cosa
ha fatto, almeno nel porto di Spezia, ad oggi la Regione su quanto sopra
riportato? Quasi nulla se non partecipare al progetto PNC Ambiente e Salute
nelle città portuali “Supporto nello sviluppo delle città per ambienti più
sani, inclusivi, più sicuri, resilienti e sostenibili (SALPIAM) finanziato
sulla linea di Intervento 1.4. -AREA B3). Questo progetto, peraltro come da
chiarimento dell’Assessore Regionale in materia risulta focalizzato sulla città
di Genova mentre per l’estensione agli altri porti resta una generica
valutazione di opportunità che per ora è solo aria fritta come ho spiegato
ampiamente QUI.
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