giovedì 22 febbraio 2024

Fine del carbone a Spezia: Il Sindaco continua la sua gara di primogenitura

Ieri, vedi ad esempio Gazzetta della Spezia (QUI), il Sindaco di Spezia rivendica come un suo merito la prossima chiusura della centrale a carbone.

Il Sindaco afferma: "Lo stop al carbone a cui siamo giunti, grazie a un fattivo e virtuoso percorso istituzionale, ha rappresentato una svolta epocale per la città."
Percorso istituzionale al plurale maiestatis da cui si ricava che ha fatto tutto lui e la sua Giunta.

In realtà siccome sono una persona obiettiva ho riconosciuto al Sindaco il merito di avere combattuto contro il progetto di centrale a gas, ma anche qui merito di essersi schierato contro il progetto ma la fine di questo è stata determinata da fattori nazionali vedi alla voce mancato accesso agli incentivi del capacity market.  

Quanto alla chiusura della centrale a carbone non ha alcun merito diretto tanto meno istituzionale.

Invece le cose che davvero poteva fare, sul futuro dell'area della ormai ex centrale a carbone, erano quelle relative a disegnare il futuro per quell'area visto che la pianificazione è competenza specifica del Comune. Invece tutti questi anni di sua sindacatura, ormai risulta sempre più chiaro, in quell'area cosa hanno prodotto? Ci finirà soprattutto il porto (per ora logistica in senso lato poi vedremo) per non parlare dello sbarco del gnl nell’ex pontile enel che poi verrà trasferito in area portuale sempre in zona davanti all’area dell’ex centrale a carbone. Insomma direi vecchia politica industrialista che con la transizione ecologica c'entra come il "cavolo a merenda".

Su quello che è emerso sul sopralluogo riportato dai mass media locali in relazione al futuro dell’area enel tornerò a breve con un altro post. Mi riferisco soprattutto alle dichiarazioni della Autorità di sistema Portuale ormai vera regista del futuro di questa area con dietro la lobby portuale!

Ora torniamo ai meriti sulla chiusura del carbone. Io rispetto tutte le opinioni e le contrasto in modo duro ma sempre motivato e nessuno può dire che non è vero in questa città. Quello che però non sopporto sono coloro che si assegnano meriti che non hanno.

Questo modo di comunicare lo trovo di un provincialismo imbarazzante e mi chiedo perché nessun giornalista svolga delle domande precise per esempio sulle cose che sto per scrivere in questo post.

Sui meriti della chiusura della centrale a carbone, ma io userei il termine “ragioni” più congruo, voglio svolgere le seguenti note per dare un contributo a tutti coloro che in questa città hanno voglia di ragionare e non di fare della propaganda, giornalisti compresi.

  

Il dibattito sulla chiusura della centrale a carbone in termini di documenti e atti ufficiali è ben più lontano nel tempo di quanto pensi questo Sindaco.

Il progetto Futur-E presentato da Enel nel 2015 (quando l’attuale Sindaco di Spezia non sapeva neppure che si sarebbe candidato). Il progetto, come dimostra la mappa riporata all'inizio di questo post, prevedeva e prevede la dismissione di ben 23 centrali termoelettriche (vedi QUI).

Peraltro la chiusura del carbone era presenta anche nella SEN del 2017: acronimo di Strategia Energetica Nazionale.

In un documento di Confindustria leggiamo che: “Entro il 2025 è prevista la sostituzione della generazione termoelettrica a carbone con le fonti rinnovabili e le centrali turbogas.". Questo documento è datato inizio Novembre 2018 quando la maggioranza in Consiglio Comunale aveva votato addirittura per la centrale a gas per poi fare in pochi mesi una poco chiara marcia indietro probabilmente spaventata dal rischio elettorale! 

Allora cosa dovremmo dire che è merito di Confindustria avere avviato la chiusura del carbone in Italia? O ancora peggio che se c'è stato il progetto di turbogas è colpa di chi nel 2018 in consiglio comunale ha chiesto ad Enel di restare con il gas quando la stessa società non aveva ancora presentato alcun progetto? No non è questo il mio modo di argomentare anche se invece la politica politicante spezzina usa spesso questi mezzucci di polemica, infatti il progetto di centrale a gas era una idea di Enel per legarla ai finanziamenti del capacity market poi visto che questi non sarebbero arrivati Enel ci ha ripensato. La decisione di presentare il progetto di centrale a gas e poi di ritirarlo è tutta di Enel infatti l'ente resistette contro i ricorsi dei Comuni di Arcola e Spezia e vincendo al Tar del Lazio ad ulteriore conferma. Altro che meriti millantati dal Sindaco spezzino anche sullo stop del progetto di centrale a gas!

 

Ancora vediamo i progetti presentati, sempre da Enel, nella ultima revisione dell'AIA della centrale spezzina, e non richiesti di certo dalle Amministrazioni locali a cominciare da quella spezzina. Relativamente a detta documentazione nel  file “documentazione generale” (Codice DVA/2019/2368) si legge: “si precisa che per rispettare la scadenza al 2025 della cessazione dell'utilizzo del carbone ai fini di produzione termoelettrica e la correlata individuazione delle tempistiche relative alla singola installazione è necessaria l'attuazione di quanto espressamente previsto dalla SEN 2017. In particolare, la SEN 2017 e anche la versione preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, stabiliscono la necessaria attuazione di un articolato programma di adeguamento infrastrutturale che include nuova capacità produttiva (sia da fonti rinnovabili che da gas)”. Questa Nota di Enel è datata 31 GENNAIO 2019!   Questo dimostra che se fosse stato per Enel il carbone avrebbe già chiuso e sarebbe già iniziato lo smantellamento della centrale, se non è stato così è per la decisione di Terna di richiamare in servizio l’impianto per ragioni di stabilità del sistema elettrico nazionale


Infatti Enel il programma di dismissione della centrale lo ha presentato nel 2020 come richiesto dall'AIA del 2019 giusto per chiudere il discorso!

Insomma, la chiusura del carbone per la generazione elettrica è una tematica che deriva da una discussione avviata da anni in primo luogo dall’Europa e solo il provincialismo della politica spezzina può ridurre il tutto a una questione di primogeniture localistiche.

Dietro questa decisione ci sono ragioni legate allo scontro mondiale di ristrutturazione del comparto energia che sta ridefinendo da anni modalità di produrre, competitività tra stati e grandi gruppi di produttori, ed un gigantesco quantitativo di investimenti mai visti per la gestione della transizione ecologica che peraltro zoppica parecchio ma qui non certo per colpa del povero Sindaco spezzino.


Ma oltre a queste prioritarie ragioni su cui la politica locale, presa solo dal suo bisogno di collocare bandierine, ha poco ragionato fino ad ora occorre dire che la chiusura della centrale a carbone non è neppure merito dell’unico atto amministrativo rilevante a cui ha dato il suo contributo la attuale Amministrazione Comunale spezzina.

Si tratta del Decreto Ministeriale n° 351 del 6/12 /2019 (QUI) con il quale è stata approvata la revisione della ultima Autorizzazione Integrata Ambientale (di seguito AIA) per la sezione a carbone della centrale Enel spezzina. In questo atto da un lato si dice della chiusura al 2021 ma si aggiunge:

1. nelle Premesse alle Prescrizioni (Paragrafo 9) contenute nel Rapporto Istruttorio allegato al Decreto AIA pur confermando l’impegno Enel a dismettere la centrale a carbone entro il 2021 si aggiunge: “fermo restando il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale”.

2. la prescrizione n°8 del Paragrafo 9.3. del Rapporto istruttorio allegato alla nuova revisione dell’AIA afferma che: ”ferma restando la fermata definitiva della unità SP2al31/12/2021 di cui alla prescrizione, ai sensi del SEN 2017 e del PNIEC 2019, l’utilizzo del carbone quale combustibile per la alimentazione del gruppo SP3 sarebbe stata ammissibile solamente fino al 31/12/2025”.

Poteva il Comune chiedere di non mettere questi due passaggi, in teoria si, ma non sarebbe cambiato nulla perché comunque la attuale normativa demanda a Terna (gestore della rete) e di conseguenza al Ministero dello Sviluppo Economico (ora Ministero della Transizione) decidere se un impianto è ancora utile al mantenere la adeguatezza e sicurezza del sistema elettrico nazionale integrato con quello europeo.

Però quanto sopra fa ampiamente capire quanto poco abbia pesato il ruolo del Sindaco nella chiusura del carbone.

Non credo che questo signore accetterà questo ragionamento, ho imparato a conoscerlo in questi anni e so che penserà che tutto quello che ho scritto sopra è volto solo a denigrarlo e a sminuire il suo ruolo, me ne farò una ragione come si dice!

 

Concludendo se il Sindaco di Spezia ci tiene a rivendicare suoi meriti sulla chiusura del carbone potrà dire di avere avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto! 

 




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