lunedì 9 gennaio 2023

Nuovi obiettivi UE sui gas serra: revisioni radicali dei piani nazionali energia e clima

Comunicazione della Commissione (QUI) che fornisce indicazioni per l’aggiornamento dei PNEC da parte degli Stati Membri entro giugno 2023 (proposte di piani) e giugno 2024 (piani definitivi) come previsto dall’articolo 14 del Regolamento UE 2018/1999 (QUI) sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima.

I nuovi obiettivi del Pacchetto “Pronti per il 55%” (QUI) e del Piano REPowerEU (QUI) modificano radicalmente le riduzioni di gas serra richieste al 2030 rispetto ai livelli del 1990, si passa dal 40% di riduzione al 55%. Questo richiederà un aggiornamento radicale dei Piani Nazionali Energia e Clima da parte degli Stati Membri della UE. In particolare:

1.riduzione del metano

2. crescere ulteriormente rinnovabili ed efficienza energetica proprio come alternativa al metano fossile nella transizione alla neutralità climatica del 2050

3. obbligo di descrivere nei Piani Nazionali Ripresa e Resilienza (PNRR) in un apposito capitolo che recepisce sia il Pacchetto pronti per il 55% che il REPowerEU, al fine di dimostrare quanto i vari PNIEC rispettano (anche in termini di finanziamento) i nuovi obiettivi della UE nonché il rispetto del principio «non arrecare un danno significativo» (do-no-significant-harm, DNSH) al momento della definizione delle politiche e delle misure per i PNEC aggiornati.

 

 

 

I NUOVI INDIRIZZI DELLA UE APPAIONO IN CONTRADDIZIONE CON LE POLITICHE GOVERNATIVE NAZIONALI

Come si vede indirizzi in palese contraddizione con le impostazioni delle politiche energetiche e climatiche dei governi nazionali, si pensi:

1. al proliferare di centrali a gas QUI e della gestione del meccanismo del capacity market QUI.

2. al prolifera dell’uso del gas e del gnl QUI, e QUI ,

3. al piano nazionale di riduzione del consumo del gas tutta in ottica antirussa e anti-fonti rinnovabili QUI,

4. la previsione delle nuove estrazioni di gas nazionale QUI.

 

Il tutto in palese contrasto con gli elementi strategici che emergono pure da rapporti ufficiali nazionali QUI.   

 

Vediamo comunque più in particolare questi nuovi indirizzi della UE

 

 

PRINCIPI E BUONE PRATICHE PER L'AGGIORNAMENTO DEI PIANI NAZIONALI PER L'ENERGIA E IL CLIMA

Si riportano, di seguito, alcuni tra i più significativi degli orientamenti presenti nella Comunicazione. Per comprendere gli obiettivi su cui dovranno fondarsi gli aggiornamenti dei PNEC si veda la tabella finale allegata alla Comunicazione

 

1. Fissare obiettivi più ambiziosi per accelerare la transizione verde verso la neutralità climatica e rafforzare la resilienza del sistema energetico, in linea con la Normativa sul clima, il pacchetto «Pronti per il 55 %» e il piano REPowerEU. Occorre prestare particolare attenzione alle energie rinnovabili, all'efficienza energetica, alla sicurezza energetica e alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. In particolare, i nuovi obiettivi di conseguire la neutralità climatica a livello dell'UE entro il 2050 e di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 sono diventati un obbligo giuridico. Tali obiettivi sono considerevolmente più rigorosi rispetto a quelli sui quali gli Stati membri hanno basato i loro PNEC iniziali previsti dal punto 11 articolo 2 del Regolamento 2018/1999 sulla governance della UE che prevedeva: “obiettivi 2030 dell'Unione per l'energia e il clima: l'obiettivo vincolante a livello unionale di una riduzione interna di almeno il 40 % delle emissioni di gas a effetto serra nel sistema economico rispetto ai livelli del 1990, da conseguire entro il 2030; l'obiettivo vincolante a livello unionale di una quota di energia rinnovabile pari ad almeno il 32 % del consumo dell'UE nel 2030; l'obiettivo prioritario a livello unionale di miglioramento dell'efficienza energetica pari ad almeno il 32,5 % nel 2030 e del 15 % di interconnessione elettrica per il 2030 e gli obiettivi successivamente concordati in proposito dal Consiglio europeo o dal Parlamento europeo e dal Consiglio per il 2030;... “.

 

2. Definire obiettivi e traguardi per la riduzione delle emissioni di metano e integrare obiettivi più ambiziosi nonché misure di mitigazione e adattamento nei settori dell'uso del suolo, della silvicoltura e dell'agricoltura, per quanto riguarda le emissioni di CO2 e diverse dal CO2 e gli assorbimenti di carbonio.

In linea con il piano REPowerEU, è opportuno prestare particolare attenzione alla sostituzione del gas naturale incrementando la produzione di biometano sostenibile (ossia basata principalmente sui rifiuti organici e sui residui forestali e agricoli) e accelerando la diffusione dell'idrogeno rinnovabile nei settori dei trasporti e dell'industria, difficili da decarbonizzare.

La Comunicazione La Commissione invita gli Stati membri a definire obiettivi e traguardi settoriali per ridurre le emissioni di metano, nonché le relative politiche e misure nei rispettivi PNEC aggiornati, tenendo conto degli obiettivi della strategia dell'UE sul metano (QUI).

 

3. All'inizio di quest'anno, con il piano REPowerEU sono state proposte misure specifiche per ridurre la dipendenza energetica dell'UE dai combustibili fossili russi e accelerare l'attuazione del Green Deal europeo con nuove azioni, basandosi nel contempo sul pacchetto «Pronti per il 55 %». Il piano mira a un'energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili, al fine di creare un sistema energetico più resiliente e una vera Unione dell'energia. Nell'ambito di tale piano la Commissione ha invitato i colegislatori ad accrescere gli obiettivi delle direttive sull'efficienza energetica e sulle energie rinnovabili. L'attuazione del piano REPowerEU accelererà la diffusione di alternative al gas naturale e delle fonti rinnovabili, in particolare il biometano sostenibile, l'idrogeno rinnovabile, il solare fotovoltaico e l'energia eolica offshore, e avvierà misure strutturali di efficienza energetica a medio e lungo termine.

 

4. Dispositivo per la ripresa e la resilienza

È importante che gli Stati membri tengano pienamente conto, nei PNEC aggiornati, degli investimenti e delle riforme in materia di energia e clima contenuti nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza e che si basino su di essi per il conseguimento dei loro traguardi, obiettivi e impegni aggiornati per il 2030. In termini quantitativi, il dispositivo per la ripresa e la resilienza costituisce la nuova principale fonte di finanziamento per la politica in materia di energia e clima. I PRR continueranno a guidare in misura diversa i programmi di riforma e di investimento degli Stati membri in materia di energia e clima fino all'agosto 2026 (NOTA 1). I PRR sono stati elaborati al fine di contribuire agli obiettivi, ai traguardi e ai contributi dei PNEC, in vista dell'incremento di ambizione per il 2030 e il 2050. Il piano REPowerEU prevede che gli Stati membri riportino nei rispettivi PRR le politiche e misure le aggiuntive, includendo un capitolo specifico dedicato al piano REPowerEU.

Per ragioni di coerenza e di trasparenza la Commissione invita gli Stati membri a descrivere chiaramente il ruolo dei PRR, compresi i capitoli REPowerEU, nell'attuazione dei PNEC aggiornati. A tal fine i piani nazionali aggiornati dovrebbero fornire informazioni quantitative relativamente al contributo delle misure del PRR agli obiettivi e ai traguardi aggiornati in materia di clima e di energia, anche in termini di finanziamento. Inoltre, gli Stati membri sono invitati a riportare nei loro PNEC aggiornati un riferimento incrociato al PRR e al capitolo REPowerEU per ciascuna politica e misura pertinente. Gli Stati membri dovrebbero specificare se la politica o la misura fa parte, in tutto o in parte, del PRR e del capitolo REPowerEU, nonché il ruolo del PNEC nell'integrare i PRR e i capitoli REPowerEU.

Se del caso, essi dovrebbero includere un riferimento alla decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del rispettivo piano per la ripresa e la resilienza. Gli Stati membri dovrebbero esplorare la possibilità di ampliamento degli investimenti e delle riforme in grado di contribuire ulteriormente al conseguimento degli obiettivi, dei traguardi e dei contributi per il 2030 previsti nei loro piani nazionali aggiornati.

La Commissione invita inoltre gli Stati membri ad attingere all'esperienza maturata nell'ambito del processo di elaborazione dei PRR. In questo modo è possibile migliorare ulteriormente il livello di approfondimento relativo agli investimenti e alle riforme nei PNEC aggiornati in termini di stime dei costi, finanziamento, descrizione dell'ambito di applicazione e inclusione di traguardi e obiettivi specifici. Occorrerà preservare la coerenza tra i due strumenti.

Sebbene non costituisca un requisito ai sensi del regolamento sulla governance attualmente in vigore, la Commissione invita gli Stati membri ad applicare i criteri del principio «non arrecare un danno significativo» (do-no-significant-harm, DNSH) al momento della definizione delle politiche e delle misure per i PNEC aggiornati. La piena conformità ai criteri DNSH è una caratteristica fondamentale del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Essa garantisce che i piani contribuiscano alla transizione verde e a una ripresa sostenibile, limitando nel contempo i danni alla biodiversità, alle risorse idriche e marine, promuovendo la circolarità e prevenendo l'inquinamento, nonché evitando la dipendenza da attivi e attività non sostenibili.

La Commissione ha fornito orientamenti tecnici sull'applicazione dei criteri del principio DNSH nel contesto dei PRR (QUI).

Tali criteri della Commissioni sono stati recepiti nel nostro Paese con la Circolare della Ragioneria Generale dello Stato n° 33 DEL 13/10/2022 che ho descritto QUI.

 

 

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[NOTA 1] Circa il 40 % delle dotazioni dei piani per la ripresa e la resilienza riguarda misure a sostegno degli obiettivi climatici e diversi PRR superano di un margine sostanziale la soglia del 37 % di finanziamento per il clima stabilita nel regolamento. La spesa totale per il clima nei 26 piani adottati entro il 5 ottobre 2022 ammonta a 199,9 miliardi di EUR. I piani comprendono inoltre 18,4 miliardi di EUR di spesa supplementare per l'ambiente, portando l'importo totale della spesa indicato come contributo agli obiettivi climatici o ambientali a 218,2 miliardi di EUR, pari al 44,1 % della dotazione totale.

 

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