La trasmissione di Report è lunga ma i passaggi decisivi sono quelli che riporto di seguito con un mio commento di approfondimento
COSA HA DETTO IL RAPPRESENTANTE DI TERNA A REPORT
Domanda della giornalista di Report: "non era meglio incentivare con il capacity market i progetti
per fonti rinnovabili?".
Risposta del responsabile strategie e Sviluppo di Terna (gestore rete trasmissione energia elettrica in
Italia): "Il capacity market finanzia tutte le tecnologie, se le
rinnovabili non sono finanziate è perchè non ci sono progetti autorizzati e su
questo sono i politici che devono valutare e approvare".
Il capacity ha finanziato solo le
fossili nelle prime due aste perché non si è voluto autorizzare gli impianti da
fonti rinnovabili
Allora allo stato attuale ci sono in
fase di VIA quindi ancora prima della autorizzazione finale: 123 progetti
di impianti da fonti rinnovabili
(soprattutto eolico ma non solo) e 39 progetti in sede di procedura di
provvedimento autorizzatorio unico (procedura che unisce la VIA e la
Autorizzazione Unica di cui all’articolo 12 del DLgs 387/2003 QUI). Evidentemente le accelerazioni
autorizzatorie non valgono per questa tipologia di impianti considerato che
come si ricava dal sito del Ministero dell’Ambiente (ma poi occorrerebbe fare
una verifica degli impianti sottoposti a VIA di competenza delle singole
regioni) per la stragrande maggioranza di questi progetti la procedura è aperta
dal 2019-2020! D’altronde come ha dichiarato Elettricità
futura – la principale associazione delle
imprese elettriche italiane – in uno studio realizzato in collaborazione con
Althesys, un processo autorizzativo per questi impianti “ha una durata media di
7 anni di cui quasi 6 anni oltre i limiti di legge” (QUI).
Neppure la centrale a gas spezzina (ad
esempio) poteva accedere al capacity market in base al Decreto 29 agosto 2019
Ma c’è di più perché la risposta del
responsabile di Terna rimuove che in realtà il Decreto Ministeriale del 28
giugno 2019 che ha istituito il capacity market all’articolo 6 prevede che: “Articolo
6. Richiesta di partecipazione 6.1 Il
soggetto che intende partecipare al Mercato della Capacità è tenuto a
presentare la richiesta di partecipazione secondo lo schema allegato alla
Disciplina (Allegato 1), sottoscritta dal legale rappresentante munito dei
necessari poteri”.
L’allegato 1 prevede che il Dichiarante si
impegna: “6. [Unità di produzione Nuove ed in Ripotenziamento per le quali
siano state avviate le procedure previste dalla normativa vigente per il
rilascio dei titoli abilitativi alla costruzione, al rifacimento o al
ripotenziamento degli impianti di energia elettrica], inviare a Terna la
documentazione attestante il conseguimento di tutti i titoli abilitativi alla
costruzione ed all’esercizio degli impianti, agli interventi di rifacimento e
agli interventi di ripotenziamento e il cronoprogramma di cui all’Articolo 8.1.
della Disciplina”
L’articolo 8.1 della disciplina di attuazione
del Decreto prevede tra l’altro che : “b. la documentazione attestante: I. con
riferimento alle Unità di Produzione Nuove e alle Unità di Produzione in
Ripotenziamento: i. il conseguimento dei titoli abilitativi alla costruzione e
all’esercizio degli impianti, agli interventi di rifacimento e agli interventi
di ripotenziamento; oppure ii. nel caso in cui i titoli abilitativi di cui alla
precedente lettera i non siano stati ancora conseguiti, l’avvio da parte dell’Amministrazione
competente delle procedure per il rilascio dei titoli abilitativi alla
costruzione, agli interventi di rifacimento e agli interventi di
ripotenziamento. iii. Per le Unità di produzione Nuove e le Unità di Produzione
in Ripotenziamento per le quali siano stati conseguiti i titoli abilitativi
(lettera i), dovrà inoltre essere allegato un cronoprogramma contenente almeno
le seguenti informazioni, ove applicabili: • data di sottoscrizione del
contratto di acquisto dei principali componenti; • data di consegna dei
principali componenti; • data di entrata in esercizio commerciale.”
In realtà i titoli abilitativi per la nuova
centrale a gas non sussistono ad oggi e quindi non sussistevano ancora di
più al momento della prima asta di assegnazione dei MW nel sistema capacity
market.
Ne la questione si risolve facendo riferimento
alla centrale a carbone esistente anche perché il regolamento attuativo del
Decreto 28 giugno 2019 sui requisiti di ammissione al meccanismo capacity
market:
- al
punto V lettera a) paragrafo 4.1. articolo 4 per gli impianti esistenti fa
riferimento a “V. l’Unità di Produzione Esistente e da Adeguare”. La centrale a
carbone esistente non è da adeguare;
- al
punto I lettera a) paragrafo 4.1. articolo 4 si fa riferimento a “I. l’unità di
produzione non sia assoggettata a provvedimenti di dismissione approvati dalle
competenti autorità”. Come è noto la revisione dell’AIA (DM n°351 del 6
dicembre 2019) afferma esplicitamente che la centrale dovrà essere dismessa
entro il 31 dicembre 2021 quindi comunque non c’è nessun adeguamento possibile
in corso, vedi lineetta precedente.
COSA HA
RISPOSTO A REPORT IL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Domanda della giornalista di Report: “Il Decreto del 2019 sul capacity market oggi lo firmerebbe come
Ministro?”
Risposta del Ministro della Transizione Ecologica: “Non penso oggi non avrebbe avuto gran senso”
La domanda a mio avviso
non è posta bene, il problema non è quel Decreto in quanto tale, il problema è
come stato attuato visto che sulla base degli esiti forniti da Terna relativi
alla prima asta, dei 36,5 GW assegnati di capacità produttiva sul territorio
nazionale solo 1 ha riguardato le fonti rinnovabili. Nelle aste per anno di
consegna 2023 (QUI) dei 43,4 GW totali assegnati solo 1,3 sono
andati alle rinnovabili.
Domanda della giornalista di Report: “il capacity market post Cingolani come sarà?”
Risposta del Ministro della Transizione Ecologica Cingolani: “Abbiamo inviato agli operatori indirizzi che li
impegnano ad essere più inclusivi per le fonti rinnovabili. Abbiamo sospeso l’asta
del 2025 e sulla base di come andrà la nuova asta del 2024 rivedremo anche la
prossima”
Come andrà l’asta del 2024 rischia di essere, purtroppo abbastanza prevedibile visto che il Ministro nella sua risposta rimuove due elementi fondamentali
I nuovi indirizzi
ministeriali sulla gestione del capacity market favoriscono ancora le centrali
a gas
Prima di tutto da un lato il Ministro ammette che il Decreto del 2019 era sbagliato e non adeguato alla evoluzione degli scenari sui mutamenti climatici emersi in questi anni, dall’altro rimuove che proprio lui ha recentemente rinnovato il contenuto di questo Decreto con un nuovo Provvedimento che prevede la possibilità di ottenere gli incentivi del capacity market anche per gli impianti che non hanno ancora ottenuto la Autorizzazione Integrata Ambientale, guarda caso questo tipo di autorizzazione è richiesta non per gli impianti da fonti rinnovabili ma per quelli da fonti fossili (leggi alla voce centrali a gas)!
La notizia di questo provvedimento è circolata nei giorni scorsi ma non è stato ad oggi pubblicato sul sito ne del MITE ne di Terna, mentre ARERA (autorità di regolazione per l'energia) con delibera 14 settembre 2021 378/2021/R/EEL (QUI)relativamente alla richiesta di Terna (avanzata con comunicazione del 5 agosto 2021) di escludere la necessità dell'AIA per accedere al capacity market ha risposto che non è conforme ai criteri di cui alla deliberazione ARG/elt 98/11 (QUI) in quanto:
" - ai sensi del comma 10.6, lettera b), della deliberazione ARG/elt 98/11, sono ammessi a partecipare alle procedure concorsuali con capacità produttiva nuova i soggetti che, per la stessa, siano in possesso delle autorizzazioni alla costruzione e all’esercizio degli impianti di energia elettrica previste dalla legislazione vigente;
- la possibilità di partecipare con capacità nuova non
autorizzata è stata ammessa dall’indirizzo ministeriale di cui alla
comunicazione 27 giugno 2017, che, tuttavia, prevede che le procedure di
svolgimento delle aste contengano gli elementi necessari a ridurre il rischio
di azzardo morale e di selezione avversa e ad assicurare l’approvvigionamento
al minimo costo e l’entrata in servizio nei tempi previsti della capacità
necessaria ai fini dell’adeguatezza."
I nuovi indirizzi
ministeriali sulla gestione del capacity market rimuovono le norme europee che
permetterebbero di rivedere questo meccanismo a favore delle fonti fossili
I nuovi indirizzi sulla
gestione della prossima asta del capacity market non pongono dei tetti alle
fossili ma solo una sorta di auspicio quindi non serviranno ad un tubo. Invece
bastava applicare la normativa UE che ha introdotto il capacity market come strumento
da attuare da parte degli Stati Membri per gestire la transizione alle fonti
rinnovabili.
Il Regolamento UE
2019/943 (QUI), che
ha previsto detto meccanismo, all’articolo 24 afferma che la valutazione
nazionale delle risorse per garantire, nella fase di transizione alle fonti
rinnovabili, la stabilità del mercato interno della energia
elettrica verrà svolta a livello regionale. Non solo ma detto Regolamento non
vincola la istituzione dei meccanismi di capacità all’uso delle fonti fossili
della generazione termoelettrica e quindi neppure a tetti obbligatori da
garantire come si evince dagli articoli 21 (Principi generali per i meccanismi
di capacità) e 22 (principi di concezione per i meccanismi di capacità).
Occorre porre una
revisione di come è stato gestito questo meccanismo ad oggi. La revisione deve
essere posta fin da ora non serve rinviare la revisione del capacity
market alle nuove aste del 2024 perché questo vorrebbe dire subire come
minimo la nuova centrale a gas o comunque la continuazione fino al 2025 della
centrale a carbone.
Si può fare senza
incorrere in procedure di infrazioni UE? Si.
La Raccomandazione
18 GIUGNO 2019 - 2019/C 297/12 (QUI) su
attuazione meccanismo del capacity market, relativamente alla parte che
riguarda l’Italia, afferma che la proposta di Piano nazionale integrato energia
e clima presentata dal Governo italiano dovrà: “… precisare la misura
in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi
di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli
impianti termoelettrici a carbone”.
Questa precisazione il
Governo nazionale non l’ha mai fatta si è limitato a scegliere il gas, punto.
Nella stessa direzione si
veda Comunicazione della Commissione UE del 29 luglio 2021 (QUI)
fornisce una guida tecnica sulla resilienza ai mutamenti climatici delle
infrastrutture che coprono il periodo di programmazione 2021-2027. Ovviamente
tra le infrastrutture trattate dalla guida ci sono anche le infrastrutture di rete quali:
infrastrutture energetiche (ad es. reti, centrali elettriche, gasdotti),
Il Ministro dovrebbe
leggersi un recente studio (QUI) dell’Istituto
di Affari Internazionali: la struttura stessa del capacity market contiene
diversi elementi che condurranno probabilmente a un sovra-approvvigionamento
delle risorse, costi eccessivi per i consumatori e un lock-in di risorse
inquinanti. Tali fenomeni si pongono altresì come vere e proprie barriere di
mercato all’utilizzo di risorse più efficienti quali il demand response e gli
accumuli Il capacity market non dovrebbe minare la transizione energetica
creando incentivi più forti per produttori di combustibili fossili, i quali
risultano non necessari e potenzialmente più dispendiosi di altre soluzioni.
Ecco una soluzione di
riforma del capacity market: dare incentivi maggiori agli impianti da fonti
rinnovabili disincentivando i produttori a presentare alle aste impianti da
fonti fossili.
CONCLUSIONI
L’asta del 2024 del
capacity market sarebbe stata l’occasione per questa revisione invece si vuole trasformarla
in una sorta di “terno al lotto” sperando che escano numeri più favorevoli alle
fonti rinnovabili ma se il gioco è sfalsato…
D’altronde la risposta più
chiara l’ha data il presidente di Enel alla giornalista di Report: “Io faccio
tutto quello che è conveniente fare” , appunto!
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