La proposta di dual use (civile e militare) riferita alla diga prevista per il porto di Genova, secondo le dichiarazioni (oggi sul Secolo XIX) dello stesso Viceministro alle infrastrutture, è collegata a una nuova normativa in approvazione finalizzata ad aggirare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per opere definite strategiche e quindi militari (parole del viceministro), con la possibilità di escludere il ruolo del Ministero dell'Ambiente.
Alla luce di queste affermazioni voglio ricordare a
questo signore tre cosette piuttosto importanti.
1. La Direttiva UE sulla VIA non prevede esplicitamente la esclusione della VIA neppure per le opere militari figuriamoci per quelle dual use! Il paragrafo 4 articolo 2 (QUI) prevede che l'esclusione dalla VIA possa riguardare singoli progetti ma rispettando i principi della suddetta Direttiva:
- valutati gli impatti del progetto;
- deve essere svolta una minima procedura di coinvolgimento del pubblico;
- devono poter essere imposte prescrizioni a tutela dell’ambiente
della salute pubblica.
2. Il Codice dell'Ordinamento Militare all'articolo 358 (QUI)
prevede che il Ministero dell'Ambiente valuta caso per caso i progetti relativi
a opere e interventi destinati esclusivamente a scopo di difesa nazionale ai
fini della valutazione di impatto ambientale. Ci può essere l'esclusione dalla
VIA solo in caso di esigenze di difesa nazionale (cosa che ovviamente non può
riguardare opere dual use) e comunque la esclusione deve essere determinata dal
concerto tra Ministero Ambiente e Difesa. Questo per una ragione di diritto
comunitario visto che la definizione (ex lettera f) paragrafo 2 articolo 1
della Direttiva sulla VIA) di autorità competente riguarda i soggetti
istituzionali: “che gli Stati membri designano per assolvere i compiti
derivanti dalla presente direttiva”. Quindi la partita non può essere
lasciata in mano al solo Ministero della Difesa.
3. Visto che il Sig. Viceministro dichiara che tutti gli
impianti strategici sono anche militari, gli ricordo che proprio il Parlamento
ha recentemente approvato una legge che prevede l'obbligo della valutazione di
danno sanitario, secondo le linee guida per gli impianti strategici. Il tutto
per adeguarsi alla Sentenza della Corte di Giustizia del 25 giugno 2024 (QUI).
Altro che escludere o limitare la VIA ed il ruolo del Ministero dell'Ambiente!
Le prime due norme lette insieme impediscono di approvare norme speciali che di
fatto escludano automaticamente la VIA per certe opere e comunque che vengano
bypassati i principi della Direttiva sulla VIA.
Quanto sopra dovrebbe essere noto a chi ci governa ma a
mio avviso tutto questo battage semplificatorio ha due scopi:
1. uno specifico, quello di attaccare ulteriormente le norme ambientali
2. uno generale, di militarizzare e centralizzare ogni decisione
strategica tagliando fuori assemblee elettive, organi tecnici di controllo civili.
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