L’analisi che segue è svolta dimostrare:
1.per alcuni anni le navi vetuste
non adeguate e non adeguabili tecnicamente alle nuove normative sulle emissioni
inquinanti e gas serra dal naviglio marittimo resteranno in funzione e
arriveranno nei nostri porti compresi quelli liguri, rendendo solo minimamente
efficaci strumenti come la elettrificazione delle banchine
2. La forte ritrosia di molti
operatori ad adeguarsi alle nuove normative nonostante le controtendenze che ne
dimostrano la strategicità
3. Le forti richieste di
investimenti pubblici da parte degli operatori per adeguarsi alle normative
suddette che finiranno a carico della collettività.
4. Il rischio di trasformare il
gnl da combustibile marittimo a breve uso in una fonte strategica nonostante
che è dimostrato che trattasi di un emettitore di gas serra in quantità
significative.
5. Manca una politica coordinata
di investimenti nel settore marittimo che metta al primo posto davvero la neutralità
climatica e non gli interessi lobbystici come è il caso del gnl e delle deroghe
e rinvii sui combustibili a zero emissioni di CO2.
6. la
carenza di adeguati controlli sulla qualità dei combustibili marittimi.
Il risultato è che gli obiettivi di neutralità climatica sono sempre più lontani come dimostrano gli studi ufficiali che verranno descritti nel post. I porti come quello spezzino dovranno ancora attendere anni per vedere una drastica riduzione delle emissioni inquinanti dalle navi in attracco nonostante gli slogan sui “porti verdi”. Intanto (dati 2022-2023) siamo arrivati ad oltre 1 miliardo di ricavi e 127 milioni di utili per i maggiori terminal container italiani.