giovedì 4 aprile 2024

Programma del Governo italiano su ambiente le parole contraddicono i fatti

Presentato dal Governo Meloni un documento (QUI) sulle priorità da attuare in materia ambientale.

Si tratta di un documento generico in palese contrasto con i fino ad ora falliti obiettivi sulla neutralità climatica fissati dalla UE che infatti ha recentemente in una Raccomandazione  (QUI) accompagnato da un documento di lavoro (QUI) che contesta i mancati risultati del governo italiano.

 

 

I PRINCIPALI OBIETTIVI DEL DOCUMENTO DEL GOVERNO ITALIANO

Un documento generico che mette in elenco le priorità del governo:

1. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e Piano nazionale integrato per l’energia e il Clima;

2. Sicurezza energetica, decarbonizzazione e sostenibilità;

3. Economia circolare e prevenzione dell’inquinamento atmosferico;

4. Tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costieri e marini: attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità, efficientamento della gestione della “Rete Natura 2000”, riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della Aree Marine protette e digitalizzazione dei Parchi e delle Aree Marine protette, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino e riduzione degli impatti antropici sugli ecosistemi;

5. Prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico, difesa del suolo, tutela della risorsa idrica e risanamento ambientale;

6. Azioni internazionali per la transizione ecologica e per lo sviluppo sostenibile;

7. Efficienza amministrativa, transizione burocratica ed educazione ambientale.


 

Un documento in palese contraddizione con numerose norme approvate dal Governo per non parlare del sempre più lontano obiettivo delle neutralità climatica come sancito dalla Raccomandazione richiamata all'inizio di questo post...

SINTESI PRINCIPALI CRITICITA' DEL PNIEC ITALIANO SECONDO LA RACCOMANDAZIONE UE

In sintesi, le più significative criticità sono le seguenti:
1. siamo tra i 7 e 9 punti in percentuali sull’obiettivo minimo di riduzione dei gas serra al 20302;

2. manca una strategia precisa per raggiungere gli obiettivi di adattamento climatico;

3. mancano stime e scansione temporali precise su come promuovere sul lungo termine le fonti tecnologie da fonti rinnovabili;

4. manca una solida strategia finanziaria per sostenere la transizione ecologica anche in riferimento al coinvolgimento degli investimenti privati;

5. mancano progetti per la conversione delle industrie più energivore;

6. mancano scansioni temporali precise per la cessazione dei sussidi alle fonti fossili;

7. manca una strategia per promuovere piano di azione sociale per una transizione giusta e solidale;

8. mancano adeguate monitoraggi sulla efficacia delle politiche di adattamento anche in relazione alle politiche settoriali in atto;

9. non esiste una adeguata governance tra livelli nazionali regionali e locali di governo nelle politiche di adattamento.

Soprattutto la critica del punto 9 va letta con il significativo parere (QUI) del Comitato Regioni sul ruolo delle autonomie e delle comunità locali nella transizione ecologica.  




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