venerdì 8 marzo 2024

Comitato Regione UE difende le autonomie locali ma Italia e UE accentrano: è l'emergenza geopolitica!

Parere (QUI) del Comitato delle Regioni della UE (QUI) sul futuro delle politiche di mitigazione dei mutamenti climatici ed il ruolo di enti regionali e locali sub-statali. Un Parere molto interessante che propone di rimettere le autonomie locali e regionali al centro della Transizione Ecologica verso gli obiettivi della neutralità climatica ribaditi (sia pure con luci ombre) anche recentemente QUI.

Ma appare chiaro come, soprattutto in Italia ma non solo, sia in atto una tendenza che vede la transizione ecologica usata come scusa, insieme con le varie emergenze comprese quelle delle guerre in corso ad un passo di casa nonché della energia, per un proliferare di leggi speciali che di fatto prima ancora che diritto tagliano fuori da ogni processo decisionale le autonomie regionali e soprattutto locali.

Di seguito alcuni esempi di questo modello emergenziale per poi, nella seconda parte del post, analizzare le parti più significative di questo condivisibile ma in pratica inutile Parere del Comitato delle Regioni che proprio per questo va letto attentamente proprio come pietra di paragone delle palesi contraddizioni tra le dichiarazioni astratte dei documenti Ue la realtà delle norme e dei processi decisionali!



SINTESI DEL MODELLO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA EMERGENZIALE CONTRO LE AUTONOMIE E LE COMUNITÀ LOCALI

1. Si accentrano le decisioni in mano a Commissari, Cabine di Regie, aree speciali di vario tipo, procedura speciali per aree speciali (come le ZES QUI e le ZLS QUI) ma anche;

2. il modello PNRR avvallato dal Governo Draghi di cui epigono è sicuramente il Piano Mattei del Governo Meloni (QUI)

3. la militarizzazione delle procedure di autorizzazione dei rigassificatori (QUI).

4. la trasformazione del Ministero della Transizione Ecologica in Ministero della sicurezza energetica (QUI)

5. la istituzione del Comitato sulla sicurezza della transizione energetica e i rischi climatici (QUI)

6. la approvazione di norme speciali per autorizzare impianti definiti strategici che vanno in deroga non solo a norme ambientali ma alla democrazia nei territori con una logica sempre più di accentramento delle decisioni: ben rappresentato dalla accoppiata Commissari e Presidenza del Consiglio dei ministri. Da ultimo si veda il modello rigassificatori di urgenza QUI.

7. la militarizzazione delle procedure di autorizzazione dei rigassificatori (QUI).

8. Militarizzazione e accentramento delle decisioni che riguarda anche la UE, vedi QUI.





IL PARERE DEL COMITATO DELLE REGIONI DELLA UE

Ma vediamo i passaggi più significativi del Parere del Comitato delle Regioni:

1. sottolinea che le città e le regioni sono alleati fondamentali per promuovere ulteriormente l’ambizione, sia nelle fasi di preparazione che durante le COP, in quanto grazie a esse i negoziatori nazionali possono avere fiducia che gli obiettivi dell’accordo di Parigi siano attuati sul campo; ricorda che le città sono responsabili di oltre il 70 % delle emissioni globali di gas a effetto serra e consumano circa l’80 % dell’energia mondiale (QUI) e che gli enti locali e regionali sono il livello più vicino ai cittadini, e pertanto garantiscono visibilità e credibilità all’azione per il clima;

2. sottolinea che le città e le regioni si stanno ponendo all’avanguardia di un’azione ambiziosa contro i cambiamenti climatici, nonostante le crescenti responsabilità di cui sono investite. Ciò è dimostrato dalla relazione d'impatto 2022 del Patto globale dei sindaci per il clima e l'energia (GCoM), nella quale si evidenzia che oltre 12 500 firmatari del GCoM in 144 paesi stanno già affrontando i cambiamenti climatici migliorando l’efficienza e la sufficienza energetiche, investendo nelle energie rinnovabili, affrontando la questione dell’accesso all’energia e adattandosi ai cambiamenti climatici;

3. sottolinea che l’obiettivo della sicurezza energetica globale non deve essere considerato un’alternativa agli obiettivi dell’accordo di Parigi ed esorta le parti a non cercare compromessi tra detti obiettivi, ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, a promuovere una produzione di energia sicura e sostenibile a basse emissioni di carbonio e, infine, ad eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili senza imporre costi sproporzionatamente elevati alle città e alle regioni che dipendono da tali combustibili;

4. osserva che investire nell’azione locale per il clima porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro verdi, al rilancio delle economie locali e alla riduzione dei tassi di disoccupazione, nonché a comunità più sane e a maggiori benefici economici legati alla salute;

5. sottolinea la necessità di verificare l’impatto sul clima di tutti i flussi finanziari e di passare dall’impegno finanziario all’erogazione dei finanziamenti per il clima, e chiede con forza che gli enti locali e regionali abbiano accesso diretto a tali finanziamenti, in quanto ciò è essenziale per fornire soluzioni mirate ed efficaci che affrontino le sfide, uniche nel loro genere, cui sono confrontate le comunità all’interno dei rispettivi territori;

6. raccomanda vivamente di aumentare il sostegno diretto e l’assistenza tecnica agli enti locali e regionali; insiste sull’importanza di sostenere lo sviluppo di capacità e programmi di formazione mirati per facilitare l’uso dei fondi per il clima e le opzioni di finanziamento attraverso la creazione di canali chiari per l’attuazione;

7. chiede un maggiore coordinamento per rispondere alle campagne di disinformazione volte a screditare l’azione locale per il clima, nonché risorse adeguate a sensibilizzare, costruire capacità e coinvolgere le comunità locali nell’azione per il clima;

8. mette in rilievo il ruolo cruciale del raggruppamento delle amministrazioni locali e comunali (Local Governments and Municipal Authorities — LGMA - QUI) nel riunire le voci degli enti locali e regionali a livello globale e nel rafforzare continuamente una rete mondiale di governi subnazionali disposti a lottare contro i cambiamenti climatici; invita tutte le parti a sfruttare i partenariati e la collaborazione con il raggruppamento delle LGMA e con il partenariato di Marrakech per l’azione globale per il clima, nonché con i campioni del clima ad alto livello.

 

 

 

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