giovedì 28 marzo 2013

Rifiuti nella centrale Enel: ACAM ci riprova!


In una intervista a La Spezia Ogg (vedi QUIi dirigenti di ACAM Ambiente  hanno rimesso in campo la ipotesi della chiusura del ciclo dei rifiuti urbani e assimilati a Spezia con l’incenerimento nella centrale Enel del combustibile derivato dai rifiuti (CDR) che esce o dovrebbe uscire dall’impianto di Saliceti.

Ora sinceramente una questione così seria che peraltro si inserisce in un'altra vicenda altrettanto seria come quella del rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (la c.d. AIA) alla centrale Enel di Spezia, andrebbe affrontata non con le battute ma con serietà tecnica, economica ed ambientale. Tanto più che la battuta viene da chi è per incarico professionale responsabile della gestione dei rifiuti spezzini.

La praticabilità della possibilità di bruciare il CDR nella centrale Enel deve fare i conti con:  
1. il rispetto delle norme comunitarie in materia di gestione rifiuti e di incenerimento dei rifiuti  
2. la specificità della produzione quantitativa di rifiuti dell’ambito della provincia di Spezia
3. la normativa nazionale in materia di quantità di rifiuti bruciabili in cocombustione con altri combustibili tradizionali come il carbone
4. le problematiche tecnico gestionali di una scelta di bruciare il  CDR  in una centrale a carbone come quella spezzina di vecchia generazione sia per il ciclo produttivo che per le tecniche disinquinanti esistenti o possibili.


mercoledì 27 marzo 2013

Nuvola di ceneri dalla centrale Enel: cosa non torna, cosa fare…



Nuvola di ceneri dalla centrale Enel (vedi  QUI filmato dal Comitato Spezia Via dal carbone) probabilmente fuoriuscita dai silos di stoccaggio delle ceneri prodotte dalla combustione del carbone.

Secondo il comunicato dei VVFF la fuga non dovrebbe essere allarmante…. Ma non sta a loro valutare la pericolosità della fuga ma agli enti preposti alla tutela ambientale (ASL e Arpal), che per il momento sono silenti.

Ci sarà tempo per verificare la fondatezza della tesi sulla non pericolosità di quanto accaduto.  
Resta il fatto che la centrale di Spezia  ci ha “regalato” in questi anni fenomeni di emissioni anomale dai camini (vedi QUI, QUI ) ed emissioni diffuse (vedi  QUI) senza che le autorità preposte (Comune, Provincia, Regione ed Arpal, ASL e Ministero Ambiente)  e, ovviamente per altri versi, Enel stessa, abbiamo mai cercato seriamente di porre rimedio a queste situazioni.


martedì 19 marzo 2013

Le ultime novità sul rigassificatore di Panigaglia

La proposta di ampliamento del rigassificatore di Panigaglia attualmente sembra apparentemente ferma, alla luce del no all’Intesa da parte della Regione Liguria. No deliberato grazie ad un quadro costituzionale che considera l’energia come materia di legislazione concorrente stato – regioni rendendo quindi obbligatoria l’Intesa con le Regioni per approvare impianti come il rigassificatore.

Ma il quadro normativo appare assolutamente in evoluzione  in modo contraddittorio perchè mentre l’evoluzione della normativa nazionale punta sulla semplificazione autorizzatoria di questi impianti, sulla conferma della strategicità dell’impianto di Panigaglia e sulla riduzione dei poteri regionali in materia,  la evoluzione della normativa europea  punta invece a stabilire norme più rigorose per la prevenzione dei rischi di incidenti di impianti come quello Panigalia e soprattutto ne mette in discussione  la localizzazione e quindi tanto più il potenziamento vicino a centri abitati.

Analizziamo di seguito queste novità…… 

martedì 12 marzo 2013

Centrale enel: una norma nascosta potenzialmente pericolosa per la nostra salute


La legge 134/2012 (articolo 38bis  vedi QUI), ha introdotto una norma potenzialmente pericolosa per l’ambiente e la salute degli spezzini e che potrebbe regalare all’Enel una gestione ancor più libera, da vincoli normativi ambientali, della centrale di Vallegrande.


Spezia: la cultura del fare dìsfa l’ambiente, la legalità, e l’occupazione!

Il segretario CISL al Congresso provinciale di questo sindacato: ""Non ci piace la speculazione politica, o di interessi oscuri che hanno cercato e cercano di bloccare qualunque nuova iniziativa economica nel nostro territorio". 

Di fronte a questa ennesima riproposizione del facile schemino: “tutti quelli che criticano sono disfattisti del partito del NO”,  mi sorge una domanda ma il territorio, meglio direi la comunità locale, ha diritto o no di discutere  le proposte che vengono avanzate,  anche se  espressione di interessi legittimi ma altrettanto sicuramente particolari (vedi shopInn di Brugnato, raddoppio di Panigaglia etc. etc.)?
Le scelte devono essere oggetto di istruttorie adeguate  e rispettose di leggi e buone pratiche, oppure i nostri amministratori e dirigenti pubblici, come peraltro spesso fanno e/o hanno fatto, devono semplicemente ratificare tutto quello che viene proposto dal mercato solo perchè dietro ci sono finanziamenti più o meno certi?

Io credo che questa cultura del fare continuamente enunciata sia speculare a quella del non nel mio giardino : bisogna fare per fare, così come bisogna dire no per il no.