mercoledì 27 marzo 2013

Nuvola di ceneri dalla centrale Enel: cosa non torna, cosa fare…



Nuvola di ceneri dalla centrale Enel (vedi  QUI filmato dal Comitato Spezia Via dal carbone) probabilmente fuoriuscita dai silos di stoccaggio delle ceneri prodotte dalla combustione del carbone.

Secondo il comunicato dei VVFF la fuga non dovrebbe essere allarmante…. Ma non sta a loro valutare la pericolosità della fuga ma agli enti preposti alla tutela ambientale (ASL e Arpal), che per il momento sono silenti.

Ci sarà tempo per verificare la fondatezza della tesi sulla non pericolosità di quanto accaduto.  
Resta il fatto che la centrale di Spezia  ci ha “regalato” in questi anni fenomeni di emissioni anomale dai camini (vedi QUI, QUI ) ed emissioni diffuse (vedi  QUI) senza che le autorità preposte (Comune, Provincia, Regione ed Arpal, ASL e Ministero Ambiente)  e, ovviamente per altri versi, Enel stessa, abbiamo mai cercato seriamente di porre rimedio a queste situazioni.




L’ORIGINE DELL’INCIDENTE
Il dato molto probabile è che le emissioni provengono da una cattiva gestione dei silos che stoccano le ceneri prodotte dalla combustione del carbone nella centrale.  Secondo la documentazione presentata da Enel in sede di domanda della autorizzazione integrata ambientale ( vedi QUI a pagina 42) : “Le operazioni di estrazione, raccolta e caricamento delle ceneri su mezzi idonei per il  trasporto dei materiali polverulenti, vengono realizzate automaticamente mediante circuiti pneumatici realizzati in modo da prevenire dispersioni di polveri”; inoltre, aggiunge la Relazione (scheda pag. 49),   tra gli aspetti di impatto ambientale potenzialmente significativi c’è anche la : “Movimentazione e stoccaggio di materiali polverulenti, evacuazione delle ceneri e incidenza dei flussi di traffico”.   



LE COSE CHE NON TORNANO
Ora la cosa che non torna è che la stessa ENEL,  nel suo Manuale delle procedure ambientali (aggiornamento 3/2/06), presentato con la  documentazione relativa alla domanda di AIA, relativamente alla  prevenzione e riduzione delle emissioni gassose o polverulente da punti diversi dai  camini principali, rileva che: “  La verifica analitica di tutti i punti di emissione non principali, ha dimostrato la non  significatività di tale aspetto. Permane l’attività di controllo delle emissioni di  polveri dai sili di deposito delle ceneri e il monitoraggio delle possibili fonti di emissioni diffuse.”

Verrebbe da dire e meno male che le emissioni non erano  significative e permangono i controlli!  

E’ quindi indiscutibile che nonostante le rassicurazioni formali del Manuale sopra citate la questione dei silos resta uno dei tanti punti deboli nella tutela preventiva delle emissioni diffuse della centrale, che si va ad aggiungere a quelli dello sbarco del carbone, e alle problematiche di emissioni dal camino, citati all’inizio del presente post. Non a caso nella scheda presentata per la domanda di AIA e relativa alla ricerca delle migliori tecnologie disponibili (validati a livello UE) si individua per i silos di stoccaggio ceneri la introduzione dei filtri a manica, intervento tecnologico che dovrebbe essere stato realizzato da anni visto che si tratta di una BAT (Best Available Techniques) riconosciuta e applicata da anni, e che invece Enel cita solo genericamente senza alcun impegno reale ad inserirle nei silos in questione.    



COSA DOVREBBERO FARE LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Credo quindi che le cose da fare siano le seguenti:  
1. da subito avviare un monitoraggio delle ricadute avvenute nella giornata di ieri,
2. avviare una verifica sullo stato impiantistico del ciclo di gestione delle ceneri sulla base di  apposite ispezioni , in particolare andrebbe verificato non solo il sistema di filtraggio dei silos ma più in generale il sistema di carico e scarico delle ceneri nei e dai silos, soprattutto i sistemi di collegamento tra i silos e gli autosilos ( i circuiti pneumatici di cui scrive Enel vedi sopra) che servono per trasportare le ceneri agli utilizzatori fuori dalla centrale o alle discariche, capire ad esempio come e se funziona il sistema di aspirazione polveri tra i silos e i mezzi di trasporto delle ceneri all’esterno della centrale
3.  le ispezioni dovrebbero essere svolte anticipando la metodologia di controllo prevista dalla normativa sulla autorizzazione integrata ambientale, in particolare quella per le Ispezioni Straordinarie , cioè quelle effettuate  per indagare  nel  più  breve  tempo possibile e,  se  necessario,  prima della  concessione di  un’autorizzazione integrata ambientale,  le  denunce  ed  i  casi  gravi  di  incidenti,  di  guasti  e  di infrazione in materia ambientale (paragrafo 5 articolo 23 della Direttiva 2010/75/UE, vedi QUI
4. queste ispezioni dovranno essere condotte dagli enti pubblici preposti ma dovrebbero essere svolte coinvolgendo la comunità  locale e le associazioni e comitati ambientalisti
5. la magistratura dovrebbe a sua volta aprire una inchiesta o integrando quella aperta con gli esposti del Comitato Spezia Via dal carbone, al fine di verificare se l’ennesimo incidente nella centrale, pericoloso per la salute dei cittadini, sia imputabile o meno ai ritardi  nello aggiornamento delle struttura impiantistiche di gestione del ciclo del carbone e delle ceneri e se ci siano responsabilità anche degli enti pubblici preposti ai controlli (vedi  QUI). 





1 commento:

  1. Siamo veramente presi tra due fuochi,ogni giorno una novità e non una positiva.Ieri succede il patatrac dell'enel,parlano della necessità di aprire le discariche di Mangina e Saturnia.Ma insomma il levante spezzino riuscirà mai ad essere LASCIATO IN PACE?

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