Nuvola
di ceneri dalla centrale Enel (vedi QUI filmato dal Comitato Spezia Via dal carbone) probabilmente
fuoriuscita dai silos di stoccaggio delle ceneri prodotte dalla combustione del
carbone.
Secondo
il comunicato dei VVFF la fuga non dovrebbe essere allarmante…. Ma non sta a
loro valutare la pericolosità della fuga ma agli enti preposti alla tutela
ambientale (ASL e Arpal), che per il momento sono silenti.
Ci
sarà tempo per verificare la fondatezza della tesi sulla non pericolosità di
quanto accaduto.
Resta
il fatto che la centrale di Spezia ci ha
“regalato” in questi anni fenomeni di emissioni anomale dai camini (vedi QUI, QUI ) ed emissioni diffuse (vedi QUI) senza
che le autorità preposte (Comune, Provincia, Regione ed Arpal, ASL e Ministero Ambiente) e, ovviamente per altri versi, Enel stessa, abbiamo mai cercato seriamente
di porre rimedio a queste situazioni.
L’ORIGINE DELL’INCIDENTE
Il
dato molto probabile è che le emissioni provengono da una cattiva gestione dei
silos che stoccano le ceneri prodotte dalla combustione del carbone nella
centrale. Secondo la documentazione presentata
da Enel in sede di domanda della autorizzazione integrata ambientale ( vedi QUI
a pagina 42) :
“Le operazioni di
estrazione, raccolta e caricamento delle ceneri su mezzi idonei per il trasporto dei materiali polverulenti, vengono realizzate automaticamente
mediante circuiti pneumatici realizzati in
modo da prevenire dispersioni di polveri”; inoltre, aggiunge la Relazione (scheda pag. 49), tra gli
aspetti di impatto ambientale potenzialmente significativi c’è anche la : “Movimentazione e stoccaggio di materiali
polverulenti, evacuazione delle ceneri e incidenza dei flussi di traffico”.
LE COSE CHE
NON TORNANO
Ora
la cosa che non torna è che la stessa ENEL, nel suo Manuale delle procedure ambientali
(aggiornamento 3/2/06), presentato con la documentazione relativa alla domanda di AIA,
relativamente alla prevenzione e
riduzione delle emissioni gassose o polverulente da punti diversi dai camini principali, rileva che: “ La
verifica analitica di tutti i punti di emissione non principali, ha dimostrato
la non significatività di tale aspetto.
Permane l’attività di controllo delle emissioni di polveri dai sili di deposito delle ceneri e il
monitoraggio delle possibili fonti di emissioni diffuse.”
Verrebbe da dire e meno male che le emissioni non erano significative e permangono i controlli!
E’
quindi indiscutibile che nonostante le rassicurazioni formali del Manuale sopra
citate la questione dei silos resta uno dei tanti punti deboli nella tutela
preventiva delle emissioni diffuse della centrale, che si va ad aggiungere a
quelli dello sbarco del carbone, e alle problematiche di emissioni dal camino,
citati all’inizio del presente post. Non a caso nella scheda presentata per la
domanda di AIA e relativa alla ricerca delle migliori tecnologie disponibili
(validati a livello UE) si individua per i silos di stoccaggio ceneri la introduzione
dei filtri a manica, intervento tecnologico che dovrebbe essere stato
realizzato da anni visto che si tratta di una BAT (Best Available Techniques) riconosciuta e applicata da anni, e che invece Enel cita solo genericamente senza alcun impegno reale ad inserirle nei silos in questione.
COSA
DOVREBBERO FARE LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Credo
quindi che le cose da fare siano le seguenti:
1. da subito avviare un monitoraggio
delle ricadute avvenute nella giornata di ieri,
2. avviare una verifica sullo stato impiantistico del
ciclo di gestione delle ceneri sulla base di
apposite ispezioni , in particolare andrebbe verificato non solo il
sistema di filtraggio dei silos ma più in generale il sistema di carico e
scarico delle ceneri nei e dai silos, soprattutto i sistemi di collegamento tra
i silos e gli autosilos ( i circuiti pneumatici di cui scrive Enel vedi sopra) che servono per trasportare le ceneri agli utilizzatori
fuori dalla centrale o alle discariche, capire ad esempio come e se funziona il
sistema di aspirazione polveri tra i silos e i mezzi di trasporto delle ceneri
all’esterno della centrale
3. le
ispezioni dovrebbero essere svolte anticipando la metodologia di controllo
prevista dalla normativa sulla autorizzazione integrata ambientale, in
particolare quella per le Ispezioni
Straordinarie , cioè quelle effettuate
per indagare nel più
breve tempo possibile e, se
necessario, prima della concessione di un’autorizzazione integrata ambientale, le
denunce ed i
casi gravi di
incidenti, di guasti
e di infrazione in materia
ambientale (paragrafo 5 articolo 23 della Direttiva 2010/75/UE, vedi QUI)
4. queste ispezioni
dovranno essere condotte dagli enti pubblici preposti ma dovrebbero essere
svolte coinvolgendo la comunità locale e
le associazioni e comitati ambientalisti
5. la magistratura dovrebbe
a sua volta aprire una inchiesta o integrando quella aperta con gli esposti del
Comitato Spezia Via dal carbone, al fine di verificare se l’ennesimo incidente
nella centrale, pericoloso per la salute dei cittadini, sia imputabile o meno ai
ritardi nello aggiornamento delle struttura impiantistiche di gestione del ciclo del carbone e delle ceneri e se
ci siano responsabilità anche degli enti pubblici preposti ai controlli
(vedi QUI).
Siamo veramente presi tra due fuochi,ogni giorno una novità e non una positiva.Ieri succede il patatrac dell'enel,parlano della necessità di aprire le discariche di Mangina e Saturnia.Ma insomma il levante spezzino riuscirà mai ad essere LASCIATO IN PACE?
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