I
protocolli volontari sul combustibile meno inquinante per le navi da crociera
che attraccano nel porto spezzino a cui si richiama il Sindaco spezzino anche
oggi , non sono sufficienti per affrontare con rigore la questione gravissima
delle emissioni soprattutto visto l’evolversi del traffico crocieristico nei
prossimi mesi e per tutto il 2022.
Questa
mia affermazione solo apparentemente può sembrare drastica in realtà è frutto
dei seguenti dati di fatto
SI SONO SUCCEDUTI 5 ACCORDI (6 CON L’ULTIMO FIRMATO DAL GIUNTA COMUNALE ATTUALE) E NESSUNO HA MAI RISOLTO IL PROBLEMA DELLE EMISSIONI COME DIMOSTRANO I DATI ARPA.
Riporto
i 5 accordi di seguito per gli smemorati:
Percorso di Agenda XXI
- Piano Strategico (anno 2001)
Si tratta di un percorso
di coinvolgimento della comunità locale spezzina avviato nel 2000
e concluso nel 2001 con un Piano di Azione condiviso dal Forum dei
partecipanti al percorso.
Per il testo completo del
Piano (di seguito PianoA21) vedi QUI.
Andiamo a vedere i più
importanti obiettivi del Piano e vediamo se le Amministrazioni succedutesi
dal 2001 in poi le hanno rispettati:
1. Piano risanamento
acustico aree portuali e retro portuali (pag. 45 Piano A21):MAI AVVIATO
2. Revisione della
classificazione acustica del Porto commerciale da quella più permissiva (zona
industriale) a quella con limiti di rumore più stringenti (zone ad alte
intensità urbana) vedi pagina 53 del Piano A21: MAI
REALIZZATA !
Il Protocollo d'intesa
tra Regione Liguria e Autorità Portuali liguri (Maggio/2008)
Il “Protocollo d'intesa
tra Regione Liguria e Autorità Portuali liguri finalizzato
alla gestione degli aspetti ambientali e la promozione della
sostenibilità nel settore delle attività portuali. Mai
attuato sicuramente a Spezia.
Protocollo del 2010
sulla elettrificazione dei porti
Il 2 Febbraio 2010
Autorità Portuale ed Enel SpA firmarono un protocollo con gli stessi obiettivi
che doveva valere fino al giugno 2013. Questa data è stata ampiamente superata
senza alcuna realizzazione di quanto contenuto in quel Procollo ormai vecchio di
oltre 10 anni.
Il Protocollo
annunciato nel 2015
L'Autorità Portuale
annuncia per l’ennesima volta un progetto di elettrificazione del porto al fine
di ridurre le emissioni da navi che attraccano ai moli spezzini ma anche dei mezzi
di movimentazione che operano a terra nello scarico carico dei
container.
Il Protocollo del
giugno 2017
Vedi QUI la
notizia. Il Protocollo prevedeva entro marzo 2019 l’elettrificazione del Molo
Garibaldi. A scalare, nel momento in cui verranno fatti gli ampliamenti
previsti dal PRP, si prevedeva contestualmente di
elettrificare le altre banchine con un cronoprogramma che va dal 2020 al 2025.
Della serie abbiamo da aspettare! Ma allora uno pensa avranno
studiato un regime per mettere sotto controllo le emissioni da qui al 2025
visto che si prevede una forte espansione del porto. Niente controlli se non
quelli, forse, di legge sui combustibili ma non controlli specifici
sulle emissioni delle navi e sui rischi che questi possono produrre sulla
salute dei cittadini.
I
CONTROLLI DELLA CAPITANERIA DI PORTO NON SONO GESTITI IN MODO TRASPARENTE
La
stragrande maggioranza degli atti di controllo relativi alle emissioni e soprattutto
alla qualità dei combustibili non risultano pubblicati. Per approfondire il
tema rinvio a questo mio post QUI. In questa
sede mi limito a sollevare la questione dei controlli a campione e come le autorità
competenti hanno fino ad oggi deciso di gestire la discrezionalità su come
estenderli. La normativa parla di controlli per frequenza e quantità “sufficienti”
ma come la Capitaneria e la Autorità di Sistema Portuale hanno ad oggi gestito questa
sufficienza non è dato sapere. Soprattutto la limitazione dei campioni risulta
pericolosa di fronte al previsto traffico per il 2022 di ben 192 navi da crociera
che attraccheranno nel porto spezzino!
NON ESISTONO MONITORAGGI MIRATI SULLE EMISSIONI DA NAVI NEL PORTO DI SPEZIA
Ad oggi mancano metodi di raccolta
e analisi dei dati in grado di isolare il contributo specifico
delle emissioni navali dall’inquinamento atmosferico totale. Grazie
alla possibilità tecnica di elevare la frequenza di campionamento, infatti, è possibile raccogliere prima,
durante e dopo il passaggio di una nave tutte le informazioni su polveri
sottili (pm2,5) e gas (ossidi di azoto e zolfo). Tale metodologia deve in
particolare servire per valutare i picchi di emissioni al momento dell'arrivo e
della partenza delle navi oltre che nella loro permanenza.
NON ESISTONO STUDI SULL’IMPATTO SANITARIO DELLE EMISSIONI DEL PORTO DI SPEZIA
Esiste solo uno studio di
Arpal del 2015 sugli inquinanti emessi dai porti liguri compreso quello
spezzino che pur fornendo dati significativi e preoccupanti non è mai stato
implementato (vedi QUI)
Questo studio così conclude: “l’analisi
dei risultati mostra come il campo di intervento principale risiede
nell’elettrificazione delle banchine (cold ironing) “ ed eravamo nel 2015,
ora alla fine del 2021 siamo ancora ai protocolli volontari e ai progetti che
forse verranno realizzati nel 2027!
Ma i dati sulle emissioni e relativa qualità dell'aria sono noti da tempo, guardate l'articolo del Secolo XIX del 2017!
COSA FARE...
Occorre quindi una strategia
complessiva da avviare immediatamente e l’ultima cosa che serve sono gli
accordi volontari. Ci vogliono nuovi monitoraggi, nuovi studi sul rischio
sanitario in atto e una volta confermato (in realtà il rischio è già
confermato) provvedimenti che limitino l’accesso al porto fino a quando non
verranno realizzate le misure di mitigazione.
Non si dica che è difficile
farlo, si può fare, certo vanno avviate istruttorie adeguate ma è proprio questo che non è mai stato fatto lasciando tutte le vere decisioni per risolvere il
problema dell’inquinamento in mano “agli inquinatori”. Vedi anche QUI.
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