La Corte di Giustizia con sentenza del 6 ottobre 2021 (causa C-668-19 - QUI) ha condannato l’Italia per violazione della Direttiva 91/271/CEE (QUI), concernente il trattamento delle acque reflue urbane, da parte di numerosi Comuni di quasi tutte le Regioni italiane.
In particolare le violazioni riguardano:
1. Per avere omesso di dotare di reti fognarie per le acque reflue urbane gli agglomerati urbani elencati nel dispositivo finale della sentenza
2.
Per avere omesso di garantire che le acque reflue urbane che confluiscono
in reti fognarie siano sottoposte, prima dello scarico, ad un trattamento
secondario o ad un trattamento equivalente negli agglomerati elencati nel
dispositivo finale della sentenza
3. per avere omesso di garantire che le acque
reflue urbane che confluiscono nelle reti fognarie siano sottoposte, prima
dello scarico, a un trattamento più spinto di un trattamento secondario o
equivalente negli agglomerati di Matera, Rionero in Vulture (Basilicata),
Trieste-Muggia (Friuli Venezia Giulia), Anagni (Lazio), Pesaro, Urbino
(Marche), Dolianova (Sardegna) e Venezia (Veneto);
4. per avere omesso di garantire che la
percentuale minima di riduzione del carico complessivo in ingresso a tutti gli
impianti di trattamento delle acque reflue urbane sia pari almeno al 75% per il
fosforo totale e almeno al 75% per l’azoto totale, nelle aree sensibili del
bacino drenante nel Delta del Po e nell’Adriatico, del lago di Varese, del lago
di Como (Lombardia) e del bacino drenante Golfo di Castellammare (Sicilia);
5. per avere omesso di provvedere affinché la
progettazione, la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di
trattamento delle acque reflue urbane siano condotte in modo da garantire
prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e che la
progettazione degli impianti tenga conto delle variazioni stagionali di carico
negli agglomerati elencati nel dispositivo finale della sentenza.
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