Federici, il Sindaco di
Spezia, non perde occasione per uscire dal suo ruolo istituzionale che
richiederebbe, invece, misura ed equilibrio nelle proprie dichiarazioni
pubbliche.
L’ultima uscita dai soliti
toni arroganti e immotivati è stata contro Cofferati candidato alle primarie
del PD per la designazione del Presidente di questo partito alla Presidenza
della Regione Liguria nelle prossime elezioni.
Chi mi conosce sa che amo
sempre andare al merito delle dichiarazioni altrui verificando la coerenza tra
quello che si dichiara e la realtà dei fatti e degli atti. Ciò è ancor più
necessario se chi dichiara ricopre una carica
istituzionale di rilievo come quella di Sindaco di un capoluogo di Provincia.
Allora andiamo a trarre le
conseguenze del ragionamento di Federici. Secondo il Sindaco spezzino, Cofferati
non avrebbe un programma. Non mi interessa verificare se questo sia vero o
meno, non sono del PD e non sono interessato più di tanto alle primarie. Mi
interessa invece misurare la coerenza della dichiarazione di Federici, perché è il Sindaco della città dove io vivo.
Allora Federici attacca
Cofferati sui programmi, ergo si presupporrebbe che il candidato sostenuto dal
Sindaco, Raffaella Paita, abbia le carte in regola sui programmi.
Vediamo se le cose stanno
così a cominciare dalle materie che conosco meglio come l’ambiente e la
pianificazione territoriale e portuale.
COME SI MISURA LA CREDIBILITÀ DI UN CANDIDATO E
DEI SUOI PROGRAMMI
Per misurare la credibilità
di un candidato e dei suoi programmi occorre guardare, come insegnano le
esperienze elettorali di tutti questi anni
a tutti i livelli istituzionali (comuni, regioni e governo nazionale), a
tre parametri in modo coordinato:
1. Il testo del programma
2. Il comportamento del candidato su quello che ha fatto prima,
soprattutto se prima ha svolto giù un ruolo di governo nello stesso Ente che
ora si accinge a governare nella massima carica di Presidente
3. la innovatività del programma rispetto alla normativa vigente, soprattutto se questa è in vigore da anni,
anzi in alcuni casi, come vedremo, da decenni.
Vediamolo quindi questo
Programma della signora Paita (il testo integrale QUI), con alcuni esempi
significativi di problematiche di grande attualità in Liguria: porti, rischio
idraulico e idrogeologico, protezione civile, pianificazione del territorio,
ambiente in generale.
Vediamolo e giudichiamolo
secondo i tre suddetti parametri, per poi trattare brevemente anche di ciò che
il programma non si occupa o rimuove bellamente.
IL PROGRAMMA DELLA PAITA: LA PORTUALITÀ
Il programma
della signora Paita, a pagina 7, prevede
la realizzazione di un “un piano regolatore portuale regionale”
Forse alla signora Paita non
hanno ancora detto che il suo leader di partito, il Presidente del Consiglio
Renzi, ha proposto un disegno di legge costituzionale che sposta le competenze
in materia di porti dalla legislazione concorrente Stato-Regioni a quella
esclusiva dello Stato! Ricordo, peraltro, che i tre porti liguri sono di
interesse nazionale già ai sensi della attuale legge quadro sui porti. La
signora quindi ha pensato di cambiare il disegno di legge del suo amico Renzi?
Se è così si sbrighi perché il Renzi è un decisionista e c’è il rischio che la
riforma costituzionale arrivi prima della eventuale elezione della signora.
Aggiunge poi il programma che questo piano regolatore portuale regionale dovrebbe essere finalizzato allo: “…obiettivo di rafforzare la competitività
degli
scali senza occupare inutilmente specchi acquei.” Quindi il terzo bacino a Spezia
si può non fare chiedo un poco provocatoriamente?
Chiedo invece
più seriamente con quali criteri e
metodi di valutazione per questa riorganizzazione della portualità
ligure?
Usando la valutazione di impatto portuale?
Tenendo conto della normativa UE sulla pianificazione
degli ambienti costieri?
Tenendo conto della normativa UE sull’accesso al
mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria nei porti?
Non è dato sapere: la paginetta del Programma sui porti è un compendio di luoghi comuni, per
esempio: “aggredire i mercati
internazionali in modo strutturato”; “occorre
un quadro normativo europeo e italiano fortemente riformista”; “realizzare una riforma che parta dal basso e
che sia di esempio per l’intero sistema italiano”.
IL PROGRAMMA DELLA PAITA: LA DIFESA DAL RISCHIO
IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
Il Programma
della signora Paita prevede a pagina 10: “Piano Nazionale 2014-2020 prevede
6/7 miliardi. Alla Liguria è stata
riconosciuta una specificità. Non era un risultato scontato: è il frutto del
lavoro di questi mesi e di queste settimane”.
La Liguria ha una specificità da rischio idrogeologico e idraulico come
dire piuttosto datata. Si legge nelle cronache:“ A Genova straripano
in più punti e travolgono varie parti della città i torrenti Bisagno,
Polcevera, Leira, Chiaravagna e Cantarena”,
era il 7 e l'8 ottobre del
1970!
Insomma non la
faccio lunga il riconoscimento di cui tratta la signora Paita non è un merito
della Amministrazione Burlando…. È un semplice atto dovuto a questa Regione e
ai suoi cittadini alluvionati da decenni. Quindi per usare le parole della
signora Paita questa decisione era non solo “un risultato scontato” ma semplicemente un risultato semplicemente
al limite della decenza istituzionale. Della serie dopo tutto quello che è
successo negli ultimi anni volevo ben vedere se non arrivavano neppure questi
soldi che comunque non sono sufficienti, per mettere in sicurezza il territorio
ligure, come è stato sottolineato da più parti.
Afferma il Programma della signora Paita a
pagina 11: “un piano dedicato alla
regimazione delle acque”.
Proposta
interessante! Forse è stata copiata da
una norma che individua tra le attività di pianificazione in materia di difesa
idrogeologia e idraulica anche: “b) la difesa, la
sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua, dei rami terminali dei fiumi e
delle loro foci nel mare, nonché delle zone umide; c) la moderazione delle
piene, anche mediante serbatoi di invaso, vasche di laminazione, casse di
espansione, scaricatori, scolmatori, diversivi o altro, per la difesa dalle
inondazioni e dagli allagamenti;”.
Questa norma è stata approvata…. nel 1989
si intitola: “Norme per il
riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” ha come
numero il 183, poi ovviamente ne sono arrivate altre come è noto o anzi
dovrebbe essere noto anche alla signora Paita.
Oppure
questo piano sulla regimazione delle acque, citato nel suo Programma, la
signora Paita l’ha copiato da un'altra norma, quella che disciplina il cosiddetto Vincolo
idrogeologico. Questo vincolo ha per oggetto i terreni di qualsiasi natura e
destinazione (indipendentemente dal fatto che risultino o meno ricoperti da
vegetazione e prescindendo dal criterio altimetrico) che, per effetto di forme
di utilizzazione contrastanti con le norme di legge, possono subire
denudazioni, perdere stabilità o turbare il regime delle acque. Questa norma è
il Regio Decreto Legge del 1923 n. 3267!
IL PROGRAMMA
DELLA PAITA: PROTEZIONE CIVILE DAL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
Afferma il
Programma della signora Paita: “ emanare soglie di allerta meteo non solo
per eventi di esondazione, ma anche per eventi di frana,”.
Proposta interessante!
Forse è stata copiata, male peraltro, da
questa norma: “ “Le aree inondabili e le zone di pericolosità di frana elevata e molto elevata ricomprese nelle Mappe di criticità ad uso
della Protezione Civile, in quanto derivanti dai piani di bacino, sono
riconosciute dalla Regione Liguria tra quelle aree a maggior rischio di
inondazione o di dissesto idrogeologico e quindi, attesi i riscontri di
ciclicità e ripetitività delle inondazioni (da aggiornare con le mappe di pericolosità e rischio non ancora
approvate dalla Regione vedi successivamente ndr.) o di propensione a ulteriori dissesti in aree di frana già attive o
quiescenti, queste vengono ad assumere le connotazioni di base per gli scenari di riferimento sui quali pianificare ogni procedura di
protezione civile volta alla salvaguardia dei cittadini e dei beni”, quindi, aggiunge questa delibera a pagina 5,: “Per il
rischio idrogeologico o nivologico è prevista una procedura di allertamento; in tal
caso la Protezione Civile della Regione Liguria adotta formalmente gli Avvisi
emessi dal CFMI-PC “. Questa norma è la
Delibera di Giunta Regionale n. 746 del 9 luglio 2007 (per il testo vedi QUI).
IL PROGRAMMA DELLA PAITA: PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE E TUTELA DELL’AMBIENTE
Il Programma
della signora Paita afferma a pagina 13“non ha più alcun senso dividere la
pianificazione delle attività sul territorio dalle politiche di riduzione del
rischio idrogeologico.”
Proposta interessante! Forse
deve essere stata copiata da questa norma: “I
Piani di Bacino sono Piani Territoriali e quindi le disposizioni territoriali
degli stessi prevalgono sugli strumenti ordinari urbanistici (Piani Regolatori, Piani Paesistici, Piani per
le Aree Protette, Piani Regionali per le Cave, Piani Territoriali di
Coordinamento) se rispettano le finalità della Legge sulla difesa del suolo.” Questa norma
è l’articolo 17.1 della legge 183/1989!
Se poi invece la signora si
riferiva alla pianificazione ambientale allora voglio ricordarle che è in
vigore anche in Liguria una procedura di derivazione UE che si chiama Valutazione
Ambientale Strategica (VAS).
Questa procedura normata
dalla legge nazionale in attuazione della Direttiva 2001/42/CE, e recepita, a parole, con legge regionale
anche dalla Liguria, prevede: “La fase di valutazione é
effettuata anteriormente all'approvazione del piano o del programma, ovvero all'avvio della relativa procedura
legislativa, e comunque durante
la fase di predisposizione dello stesso. Essa è preordinata a garantire che gli
impatti significativi sull'ambiente
derivanti dall'attuazione di detti piani e programmi siano presi in
considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione” comma 3 articolo 11
del DLgs 152/2006.
ALCUNE COSE CHE LA SIGNORA PAITA NON DICE NEL SUO
PROGRAMMA
Intanto la signora Paita se
fosse un vero candidato innovativo invece di riempire il suo programma con
intenti futuribili, molti dei quali dovevano essere attuati da decenni, altri
ancora non sono altro che obblighi di
legge come abbiamo visto sopra, avrebbe dovuto presentare un bilancio reale di
quello che è stato fatto e soprattutto non fatto da lei e più in generale dalla
Giunta Burlando di cui la signora si dichiara erede “legittima”.
Soprattutto avrebbe dovuto
evitare le omissioni di molte cose non fatte come ad esempio:
2. Il mancato rispetto della normativa sui rifiuti con pesanti ricadute
sulle finanze regionali e non solo , vedi QUI.
3. La frantumazione dell’Assessorato all’Ambiente della Regione, vedi QUI, alla faccia della proposta di pianificazione ambientale contenuta nel programmino della
signora.
4. La sistematica violazione della normativa sulla valutazione ambientale
strategica dei piani e programmi che ha portato fino alla dichiarazione di
incostituzionalità della legge ligure
(vedi QUI).
5. la sistematica rimozione della partecipazione
dei cittadini nei processi decisionali strategici. Ora il Programma della Paita
prevede di approvare nel futuro una legge sulla partecipazione, nel frattempo
in questi anni non è mai stata applicata
l’unica norma che prevedeva la partecipazione del pubblico formalizzata
con regole minime: L’Inchiesta Pubblica prevista dalla legge regionali sulla
Valutazione di Impatto Ambientale: comma 5 articolo 11. A proposito questa
ultima norma è del 1998 sic!!!
CONCLUSIONI
Mi fermo qui anche se molto
altro si potrebbe scrivere non sul Programma della signora Paita, un
programmino più che altro, ma su quello
che lei e la giunta di cui ha fatto parte non hanno fatto o hanno “sfatto”
in questi anni.
Dopo il quadro sopra
descritto risultano patetiche le ulteriori affermazioni del Sindaco Federici: “ Insomma Cofferati ritiene di potersi
evitare la fatica di un programma, una qualche idea di Liguria, un'esposizione
su scelte concrete, una indicazione di contenuti.”
Sig. Sindaco se
l’idea della Liguria è quella degli slogan, degli obiettivi di programma ripetuti a
pappagallo o peggio copiati da leggi del passato, della totale mancanza di
autocritica anche sul passato recente che emerge dal programmino della signora
Paita. Se le cose stanno così, e stanno
così mi creda, allora forse è meglio non presentarne di Programmi.
Anzi sarebbe
sufficiente non un Programma ma una frase: “mi impegno a non fare quasi tutto quello che ho fatto in questi anni”.
MA PER FARE QUESTO CI VUOLE UN QUALCOSA CHE È MOLTO DI
PIÙ DI UN PROGRAMMA SCRITTO A TAVOLINO, CI VUOLE L’ONESTÀ INTELLETTUALE, ma
quella non la trovi nei programmi, quella o ce l’hai o non te la può regalare
nessuno!
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