Dalla
lettura del Decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Liguria che conclude la procedura
di verifica dell’interesse culturale di Piazza Verdi si ricavano fin da ora considerazioni
assolutamente chiare sull’immediato futuro del progetto Buren Vannetti
ma anche del cantiere attualmente aperto nella piazza.
Una prima analisi di merito, con l'impegno a tornare sulla questione subito dopo la pubblicazione dell'atto di revoca della autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici del novembre 2012.....
PRIMA DI TUTTO VEDIAMO COSA
SIGNIFICA QUESTA DICHIARAZIONE DI INTERESSE CULTURALE .
Secondo l’ultima parte del comma 7 articolo 12 del
Codice dei Beni Culturali la Piazza dichiarata di interesse culturale
resta sottoposta alle disposizioni di detto Codice “definitivamente”. Quindi non è più la dichiarazione di
interesse culturale generica frutto solo della datazione della piazza (oltre i
70 anni)
ma un interesse culturale frutto di una istruttoria tecnico amministrativa, svolta pubblicamente dalla Direzione
Regionale e dalla Soprintendenza, che ha verificato la persistenza di tale
interesse una volta per tutte e soprattutto valutando l’immobile nel suo
insieme in relazione alla sua storia e tutelandolo quindi in tutte le sue componenti: singoli palazzi, prospettive, pertinenze varie e componenti arboree
comprese.
QUALI
CONSEGUENZE GIURIDICO AMMINISTRATIVE DEL RICONOSCIMENTO DELL’INTERESSE
CULTURALE DOPO LA PROCEDURA DI VERIFICA
Secondo il Codice dei Beni Culturali, e soprattutto
degli stessi atti degli organi periferici del Ministero degli scorsi mesi, in
caso di verifica positiva sulla sussistenza dell’interesse culturale della P.za
Verdi comprensiva dei suoi elementi significativi occorrerà una nuova autorizzazione
della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici (ai sensi della
lettera e-bis) articolo 17 del DPR
233/2007: per il testo integrale vedi
QUI). Non si applica quindi al
caso in esame l’urgenza del procedimento e quindi i termini per rilasciare la autorizzazione sono di 180 giorni ai
sensi del DPCM 231/2010, vedi QUI, che fa riferimento all’articolo 21 del Codice
dei Beni Culturali.
LE INCAUTE
DICHIARAZIONI DEL SINDACO FEDERICI
Sulla
Nazione di oggi, cronache spezzine, il Sindaco Federici si avventura nelle sue
incaute dichiarazioni da “bullo di periferia” invece che da Amministratore
pubblico quale in teoria dovrebbe essere
e soprattutto sentirsi.
Nella prima incauta
affermazione
Federici, in relazione alla documentazione che ha portato a considerare
sottoposto a vincolo anche il filare dei pini di piazza Verdi, dichiara: “ l’atto che costituisce l’ancoraggio
formale del vincolo e che è stato scoperto, invece che dalle istituzioni, dai
ricercatori fai-da-te”. Il “poveretto”
evidentemente non conosce le procedure e ad esempio non ha mai letto questa
sentenza del TAR Liguria sez. I dl 26/5/2010)
secondo la quale: “non sembrano esservi
limitazioni circa gli elementi da cui desumere la sussistenza dell’interesse,
potendosi evincere quest’ultimo, ad es. da pubblicazioni artistiche o
scientifiche dalla menzione della cosa in atti ufficiali e così via….”
La seconda incauta
dichiarazione
di Federici è la seguente: “i pini non devono essere ritenuti un
elemento essenziale della piazza; non c’erano nel progetto del 1934 ed è da
considerare poco più che una ‘spesa di fine anno’ l’acquisto delle 10 piante
indicato nel provvedimento del podestà del 1937,…”. E' davvero così?
Vediamo cosa afferma la relazione storico artistica allegata al Decreto della Direzione
Regionale, su cui si fonda il giudizio
di merito che ha portato a riconoscere l’interesse culturale della piazza. Afferma la relazione in merito al filare dei
pini: “ tra il 1934 e il 1938
proseguirono in Piazza Verdi i cantieri necessari alla ultimazione dell’opera…sempre
nel 1937 su progetto dell’Ispettore ai Giardini della città si approvò il
progetto per l’alberatura della piazza…in perfetto allineamento con le colonne
della illuminazione pubblica elettrica. La scelta delle essenze, fatte
appositamente arrivare a La Spezia da un vivaio di Cecina, non appare casuale:
l’inserimento nella composizione architettonica della nuova piazza del filare
dei pini risponde a quella ricerca di toni mediterranei sostenuti dal regime
che caratterizza molti coevi interventi di disegno urbano, da quello romano
della via dell’Impero a quello di Marcello Piacentini per piazza della Vittoria
a Genova. L’alberatura fu realizzata ed ultimata tra il 1937 e il 1939”.
Quindi:
1. Il filare dei pini non è casuale ma coerente con
la composizione architettonica della piazza che è venuta a consolidarsi nella seconda metà degli anni 30 del secolo scorso.
2. Il filare è stato pensato e realizzato
contemporaneamente alla definizione/realizzazione della piazza storica, tanto
che i pini sono stati allineati alle colonne della illuminazione elettrica
Altro che “spesa di fine anno” egregio Sindaco!
Conclude la Soprintendenza per i Beni
Architettonici nelle sue controdeduzioni,
del 30/10/2013, alle osservazioni del
Comune prodotte all’interno della procedura di verifica dell’interesse culturale, in
particolare a quelle dell’Architetto Vannetti, : “ la realizzazione del’ampio marciapiede centrale, arricchito dapprima
dai lampioni della illuminazione elettrica, poi dai pini, costituisce parte
integrante della nuova concezione della piazza, intesa non più come mera dilatazione
di via Chiodo, come un cannocchiale visivo mirato all’Arsenale, ma come
effettiva e vitale cerniera della espansione urbana, dominata dal Palazzo delle
Poste. “
LA PERIMETRAZIONE DELL’AREA VINCOLATA DELLA PIAZZA
Un altro aspetto fondamentale del Decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali è che chiarisce definitivamente l’area della piazza interessata dal vincolo
culturale. La planimetria allegata al decreto chiarisce che l’intera piazza, edificato prospiciente compreso, è sottoposta
a vincolo. Questo porrà immediatamente
un problema amministrativo.
Come anticipato all’inizio di questo post la
verifica positiva dell’interesse culturale comporterà una revoca della
autorizzazione del novembre 2012 da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici
e Paesaggistici e quindi occorrerà una nuova autorizzazione con relativa
revisione del progetto Buren Vannetti.
Quindi nelle more della nuova autorizzazione il cantiere andrà sicuramente
sospeso. Su questo aspetto per trarre conclusioni definitive attendo il
provvedimento di revoca ma a mio avviso
essendo dichiarato l’interesse culturale della intera piazza (vedi planimetria allegata al decreto) non è
pensabile che il suddetto progetto possa essere portato avanti anche solo
parzialmente.
LA RELAZIONE DEL SETTORE FITOSANITARIO REGIONALE E DEL CORPO FORESTALE
DELLO STATO SULLA STABILITÀ DEI PINI DI PIAZZA VERDI
Le due relazioni oltre a confermare il valore
tecnico scientifico della perizia del dott. Sani, confermano altresì che le
piante possono essere curate ma soprattutto che al massimo possono essere
reimpiantate. Lo sapevamo già ma fa piacere vederlo ulteriormente confermato. A ulteriore conferma si vedano le
controdeduzioni della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesistici
alle osservazioni del Comune : “ si
precisa ulteriormente che il valore dell’alberata non verrebbe in alcun modo
depauperato dalla eventuale sostituzione di esemplari, qualora se ne acclarasse
la stretta necessità connessa ad
esigenze di sicurezza per l’incolumità
pubblica, trattandosi nello specifico di una componente storica la cui manutenzione
può anche prevedere – dove necessario – puntuali sostituzioni e reimpianti.”
Ma il decreto della Direzione Regionale contiene
un passaggio nelle sue premesse molto interessante. Afferma il decreto: “…non si sono registrate, allo stato attuale
del procedimento, azioni da parte del Comune in ordine al pericolo per la
pubblica incolumità tali da indurre lo stesso ad intraprendere azioni
finalizzate all’abbattimento delle alberature medesime (ad. es. sopralluogo dei
Vigili del Fuoco; ordinanza sindacale di abbattimento etc.)”
Ora come è noto la perizia del dott. Sani
rilevava un rischio piuttosto elevato di caduta per almeno 4 pini di cui il
numero 1, in particolare, a maggior
rischio. La relazione del dott. Sani è
stata consegnata a luglio del 2013, quindi ormai quasi 4 mesi fa. Tutto questo conferma la strumentalità della
decisione del Comune di chiedere la perizia, peraltro svolta con assoluta
competenza e rigore professionale dal dott. Sani. Strumentalità che avevo avuto modo di rilevare
in questo post della scorsa estate, vedi QUI.
La cosa ancor più vergognosa è che il Comune di
Spezia in data 10/10/2013 – prot. n.87477 (quindi a ben tre mesi dalla perizia)
ha inviato, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici,
delle osservazioni per contestare l’applicabilità del vincolo culturale al filare
dei pini argomentando tra l’altro le
presunte precarie "condizioni fitosanitarie” come risultanti dalla suddetta
perizia.
Insomma per l’Amministrazione Comunale del
Sindaco Federici i pini diventano pericolosi solo quando questa dichiarata
pericolosità serve per far realizzare il progetto Buren Vannetti ma nel
frattempo, come rileva il decreto della Direzione Regionale per i Beni
Culturali nessun atto concreto è stato fino ad ora attivato dagli uffici
Comunali per affrontare questa presunta o reale pericolosità!
CONCLUSIONI UN PROMEMORIA PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Il Decreto della Direzione Regionale per i Beni
Culturali su Piazza Verdi dimostra tre cose che vanno al di la della vicenda dei pini:
1. Quando viene svolta una istruttoria superpartes
le conclusioni sono esattamente diverse da quella svolta basandosi solo
sulle informazioni parziali inesatte del committente dell’opera da valutare
(nel caso in esame il Comune di Spezia). Si chiama contraddittorio pubblico o in altri valutare prima di decidere. Nel nord europa e nei sistemi anglosasssoni è la prassi normale, da noi un evento che dipende da lotte furibonde di cittadini attivi!
2. Quanto una istruttoria viene svolta in modo trasparente possono emergere altri punti di vista diversi dai
committenti dell’opera o da chi la vuole realizzare, per esempio può emergere
il punto di vista dei cittadini e dei portatori di interessi diffusi
3. Quando il committente di un’opera è una
Amministrazione Pubblica dovrebbe sempre svolgere la istruttoria o contribuire
allo svolgimento, in modo più possibile obiettivo avendo sempre chiaro l’interesse
generale ed il rispetto della legge ma anche della prassi e degli atti
amministrativi. Se così fosse stato nel
caso in esame , la verifica sarebbe stata fatta prima del bando ed ora non
saremmo arrivati al punto in cui siamo ma probabilmente avremmo una progetto di
piazza condiviso, rispettoso della sua storia e identità e allo stesso tempo
molto vicino ad essere realizzato.
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