Oggi
è apparso un articolo della Nazione (vedi QUI) che fa riferimento alla relazione del Corpo
Forestale dello Stato (vedi QUI) allegata al Decreto della Direzione Regionale
per i Beni Culturali che ha concluso la
procedura di verifica dell’interesse culturale della piazza.
Nell’articolo
si riprende una dichiarazione dell’Assessore competente del Comune di Spezia dalla quale si vorrebbe
far credere che sulla base della relazione suddetta si potrebbe rimettere in
discussione il vincolo culturale sul filare dei pini.
Sul
rapporto tra stabilità dei pini e vincolo culturale ai sensi dell’apposito Codice, avevo già
spiegato abbondantemente QUI, ma
evidentemente l’arroganza e l’incompetenza di certi amministratori è infinita e
quindi vale la pena ribadire quanto segue.
LA RELAZIONE
DEL CORPO FORESTALE NON è UNA RELAZIONE CHOC
La
relazione del Corpo Forestale non smentisce la perizia del dott. Sani anzi
nella parte finale(pag.. 3) afferma: “in definitiva si ritiene che lo studio
effettuato dal tecnico incaricato sull’alberatura al fine di valutare la
stabilità meccanica sia da considerarsi valido in considerazione delle
metodologie applicate e delle capacità
tecniche possedute”
La
relazione della Forestale si limita ad aggiungere un altro pino a quelli
potenzialmente da abbattere.
I PINI POSSONO
ESSERE CURATI
Ma
in realtà l’articolo non riporta completamente tutta la documentazione relativa
alla querelle sulla stabilità dei pini. Intanto non viene presa in
considerazione un'altra relazione, quella del settore Fitosanitario della
Regione Liguria (prot. n. PG/2013/14957/allegati). Questa relazione non esclude
la possibilità di poter curare quei pini risultati a rischio in base alla
perizia del dott. Sani e anche alla relazione della Forestale.
Non
a caso il Decreto del Direttore Regionale per i Beni culturali che ha
dichiarato l’interesse culturale della intera Piazza Verdi, filari dei pini
compreso, nel penultimo considerando afferma: “specifiche tecniche fitologiche, alla luce della pubblicistica in
materia sono in grado di curare e mantenere in situ esemplari arborei ammalorati, tramite azioni prescritte e seguite dalla Soprintendenza competente”.
I PINI ANCHE
SE SARÀ NECESSARIO ABBATTERLI DOVRANNO ESSERE REIMPIANTATI
L’assessore
nell’articolo della Nazione sopra citato afferma riferendosi alla relazione
della Forestale:”un’analisi di questi dati è necessaria, con relative
conseguenze”… facendo capire che si aprirebbero nuovi scenari a favore della revisione delle decisioni prese dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e dalla Soprintendenza.
No
mi dispiace sulla base della relazione del Corpo Forestale non si aprono nuovi scenari non solo perché,
come ho dimostrato sopra,:
1. la relazione non dice niente di significativamente
nuovo rispetto alla perizia del dott. Sani,
2. i pini si potrebbero comunque curare...
......ma per una ragione che con la
stabilità dei pini non c’entra nulla.
I PINI SONO VINCOLATI COME FILARE E NON COME SINGOLI ESEMPLARI
Afferma
la relazione storica allegata al Decreto del Direttore Regionale che ha
concluso la procedura di verifica dell’interesse culturale della Piazza: “ “ tra il 1934 e il 1938 proseguirono in Piazza Verdi i cantieri
necessari alla ultimazione dell’opera…sempre nel 1937 su progetto
dell’Ispettore ai Giardini della città si approvò il progetto per l’alberatura
della piazza…in perfetto allineamento con le colonne della illuminazione
pubblica elettrica. La scelta delle essenze, fatte appositamente arrivare a La
Spezia da un vivaio di Cecina, non appare casuale: l’inserimento nella
composizione architettonica della nuova piazza del filare dei pini risponde a
quella ricerca di toni mediterranei sostenuti dal regime che caratterizza molti
coevi interventi di disegno urbano, da quello romano della via dell’Impero a
quello di Marcello Piacentini per piazza della Vittoria a Genova. L’alberatura
fu realizzata ed ultimata tra il 1937 e il 1939”.
Sulla base di questa relazione il Decreto
afferma che l’immobile piazza Verdi è di interesse culturale e: “ …..conserva nonostante la sostituzione dei
materiali nel tempo, elementi riconducibili all’originario impianto degli anni
Trenta del XX secolo, quali il filare alberato di pini, che ne scandisce lo
spazio centrale come meglio specificato nella relazione storico artistica”
Conclude la Soprintendenza per i Beni
Architettonici nelle controdeduzioni alle osservazioni del Comune di Spezia: “…si precisa ulteriormente che il valore dell’alberata
non verrebbe in alcun modo depauperato dalla eventuale sostituzione di
esemplari, qualora se ne acclarasse la stretta necessità connessa ad esigenze
di sicurezza per la incolumità pubblica, trattandosi nello specifico di una
componente storica la cui manutenzione può anche prevedere – dove necessario –
puntuali sostituzioni e reimpianti”.
Fine di ogni scenario e ipotesi di fantadirittoamministrativo,
con buona pace degli assessori che parlano, parlano, parlano ma che ogni tanto
dovrebbero anche prima informarsi e soprattutto pensare prima di far uscire
aria dalla loro bocca!
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