Leggo
ancora oggi, sui mass media locali, di polemiche tra Ministero del Lavoro
spezzino e il Presidente della Regione Liguria su chi spetterebbe decidere il
via libera alla realizzazione del progetto di centrale a gas proposto da Enel
SpA a Spezia per sostituire la centrale a carbone esistente.
Premetto
che le questioni della transizione energetica dimostrerebbero la inutilità di
questo progetto a condizione che si fossero fatte o si facessero una serie di
scelte che spettano (senza condizionali) al 90% al Governo Nazionale. Chi ha governato in questi anni, dai Governi Gentiloni/Renzi eppoi Conte 1 e 2 fino a
quello attuale, ha dimostrato di credere ancora molto nelle fonti fossili. Ma di
questo ho trattato ampiamente nel mio blog e vi rimando a quei post ed in
particolare a questi più recenti: QUI
e QUI.
In questo nuovo post mi limito a ricostruire per politici, ministri e amministratori, tutti apparentemente smemorati, la verità sulle competenze relativamente a questo progetto.
La
"verità" sulle competenze nel decidere il progetto di centrale a gas
proposto a Spezia è scritta nelle leggi vigenti e nelle sentenze della Corte
Costituzionale e non nelle dichiarazioni propagandistiche di stampo elettorale.
Se
chi sta al Governo ritiene che queste leggi siano sbagliate le cambi altrimenti
si impegni a rispettarle soprattutto se fa il Ministro.
Queste
leggi e queste sentenze in sintesi dicono:
1. la VIA
è di competenza del Ministero della Transizione Ecologica e in questa
procedura la Regione e il Comune di Spezia come quello di Arcola possono esprimere solo delle osservazioni;
2. dopo la VIA
ci sarà l’autorizzazione integrata ambientale che costituisce
autorizzazione all’esercizio dell’impianto insieme con l’autorizzazione in
materia energetica con procedimento unico. Tutte queste autorizzazioni sono
di competenza del Ministero della Transizione Ecologica;
3. la Regione
relativamente alla sola autorizzazione in materia energetica deve esprimere una
Intesa. Se la Regione decide di dire no alla Intesa deve motivarlo non da un punto
di vista ambientale (l’ambiente è competenza esclusiva dello Stato) ma da un
punto di vista energetico (l’energia è materia di legislazione concorrente
stato regioni) così come lo fece anni fa sul progetto di ampliamento del
rigassificatore di Panigaglia;
4. il Comune di
Spezia ha approvato una variante al vigente piano urbanistico comunale che
impedisce di realizzare impianti come quello della centrale a gas nell’area
interessata ma la autorizzazione del Ministro se arriverà andrà in variante
automatica alla pianificazione comunale. Su questo il Comune potrebbe opporsi,
con atto formale specifico, rinviando la questione alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri ma se quest’ultima si esprime a favore della centrale a
gas al Comune non resta che il ricorso al TAR del Lazio.
5. la Regione deve
formalizzare il No alla Intesa con apposita delibera di Giunta, lo può fare
anche subito senza attendere la procedura di autorizzazione ministeriale;
6. se la
Regione formalizza il NO alla Intesa sulla autorizzazione finale al progetto di
centrale a gas cosa succede? Il progetto non si blocca ma finisce al Consiglio
dei Ministri a cui partecipa la Regione, ma se il Consiglio decide di
approvare il progetto questa decisione può bypassare il no della Regione;
7.
di fronte ad una decisione del Consiglio dei Ministri che respinga il No alla
Intesa della Regione quest’ultima può fare solo due cose: ricorso al TAR del
Lazio oppure sollevare conflitto di attribuzione di fronte alla
Corte Costituzionale se riesce a motivare che la decisione del Consiglio dei Ministri
contrasta con i principi di leale collaborazione stato regioni in materia
energetica così come affermati da numerose ed univoche sentenze della Corte
Costituzionale.
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