Raccomandazione (QUI) del Consiglio UE del 25 marzo 2024 mira a incoraggiare gli
Stati membri a prorogare le attuali misure di riduzione della domanda di gas,
adottate a norma del Regolamento (UE) 2022/1369 del Consiglio (QUI e piano italiano riduzione consumo gas QUI) al fine di ridurre del 15 % la domanda
di gas rispetto al periodo di riferimento compreso tra il 1o aprile 2017 e il 31 marzo 2022.
Dalla Raccomandazione e dalla relazione della Commissione che ne costituisce il presupposto si ricavano questi elementi che dovrebbero far riflettere sulla logica di espansionismo del gnl e relativi rigassificatori in Italia (QUI e QUI ed anche in senso di militarizzazione del confronto internazionale sull’accesso alle materie prime QUI) per non parlare del ritorno delle estrazioni nazionali (QUI):
1. Mercato del gas teso con rischio rialzi prezzi;
2. previsioni fino al 2027 di riduzione della capacità globale di liquefazione
con il rischio sempre più incombente che i troppi rigassificatori diventino “beni
incagliati”come li definì, QUI, nel 2022 il Gestore dei Mercati Energetici
italiano;
3. riduzione offerta gnl confermata dai Rapporti della Agenzia Internazionale
per l’Energia;
4. rischi ulteriori sulla accessibilità del gnl per aumenti della domanda
asiatica previsti;
5. evitare eccessi nella funzione strategica del gas che metterebbero a
rischio la piena attuazione delle nuove direttive UE sulle fonti rinnovabili e
la efficienza energetica
6. il passaggio dal carbone al gas nella generazione elettrica non viene visto
come comportante un aumento del consumo di gas ma semmai come strumento di
solidarietà tra stati membri.
Niente di nuovo per certi versi ma questo documento della UE pur in modo politichese e quindi non del tutto esplicito è una ammissione del rischio di un uso strategico del gas nella transizione verso la neutralità climatica. D’altronde quando si pronunciano gli scienziati le problematiche risultano ben più chiare, come il Rapporto (QUI) di EASAC – European Academies’ Science Advisory Council che afferma senza mezzi termini che il gas è una strada senza uscita. Si tratta di una struttura formata dalle accademie scientifiche nazionali degli Stati membri della UE per consentire loro di collaborare tra loro nel fornire consulenza ai responsabili politici europei.
La Raccomandazione nasce da una relazione della Commissione sullo stato di attuazione del Regolamento 2022/1369 dove si è rilevato che nonostante i miglioramenti della situazione relativa all’approvvigionamento di gas dovuti a investimenti mirati e all’adozione di una serie di misure, tra cui quelle di riduzione della domanda a norma del regolamento (UE) 2022/1369, la situazione generale della sicurezza dell’approvvigionamento resta delicata. Il mercato mondiale del gas rimane teso e non si prevede un aumento significativo delle capacità globali di liquefazione prima del 2025-2027, mentre permangono altri rischi che potrebbero aggravare la situazione attuale della sicurezza dell’approvvigionamento.
La Commissione ha concluso inoltre che la riduzione della domanda ha contribuito in modo significativo all’eliminazione graduale nel 2023 di circa 65 miliardi di m3 di gas russo, principalmente nei settori delle famiglie e dell’industria. Nel 2023 la riduzione della domanda è stata fondamentale per concludere l’inverno con livelli di stoccaggio adeguati e per fornire in estate la flessibilità necessaria a raggiungere l’obbligo di stoccaggio del 90 % stabilito dal Regolamento (UE) 2017/1938 (QUI) del Parlamento europeo e del Consiglio.
Secondo la relazione della
Commissione UE che ha portato alla nuova Raccomandazione oltre alla persistente
volatilità dei prezzi e le riduzioni degli import di gas russo e il
permanere della guerra in Ucraina, persistono rischi per la possibile ripresa della domanda asiatica di GNL che ridurrebbe la
disponibilità di gas sul mercato mondiale, una stagione invernale rigida nel
2024-2025 capace di comportare un aumento della domanda di gas nell’Unione
finanche di 30 miliardi di m3, eventi meteorologici
estremi con potenziali ripercussioni sull’accumulo di energia idroelettrica e
sulla produzione nucleare a causa dei bassi livelli idrici e il
conseguente aumento della domanda di generazione di energia elettrica a partire
dal gas.
Nella premessa alla
Raccomandazione si ricorda anche la relazione, della Agenzia Internazionale per
l’Energia sul gas a medio termine (Medium-Term Gas Report 2023-QUI), l’offerta mondiale di GNL è cresciuta solo in misura modesta nel
2022 (del 4 %) e nel 2023 (del 3 %). Nel World Energy Outlook 2023
l’AIE osserva che gli equilibri di mercato dovrebbero rimanere precari
nell’immediato futuro fino all’entrata in servizio di nuove capacità di GNL
prevista nel periodo 2025-2027.
Aggiunge la
Raccomandazione che perseguire una riduzione immediata dei consumi di gas è
fondamentale in attesa della piena attuazione delle nuove Direttive sulla
efficienza energetica (QUI) e sulle fonti rinnovabili (QUI). Si conferma così come il gas non sia questa
panacea centrale per la transizione alla neutralità climatica anzi rischia di
allontanarla, si veda il Rapporto NET-ZERO della Agenzia Internazionale per
l’energia (QUI), come del rischio dei costi legati ad un uso
eccessivo del GNL (QUI), vedi anche ulteriori recenti studi (QUI). Infatti, la Raccomandazione afferma che è
opportuno raccomandare di ridurre la domanda di gas nel periodo transitorio
fino a quando il recepimento di tali direttive non avrà avuto luogo.
Quindi anche il
richiamo della Raccomandazione al mantenere il passaggio dal carbone a
gas soprattutto per la generazione elettrica non costituisce un indirizzo
contraddittorio su quanto sopra riportato, in quanto viene vista in
chiave di solidarietà tra stati. In tal senso la Raccomandazione afferma: “Nel decidere le misure di riduzione della
domanda di gas, gli Stati membri possono considerare la possibilità di tenere
conto di tali circostanze specifiche, tra l’altro, diminuendo l’obiettivo di
riduzione raccomandata della domanda di gas nei casi in cui uno di essi si
trovi ad affrontare una crisi dell’energia elettrica di cui al regolamento
(UE) 2019/941 del Parlamento europeo e del Consiglio (QUI). Tale
scenario potrebbe includere una limitazione proporzionale a un aumento
consistente dell’uso del gas per la generazione di energia elettrica,
necessario per esportare una quantità significativamente maggiore di energia
elettrica verso uno Stato membro limitrofo, per via di circostanze eccezionali
quali la scarsa disponibilità di energia idroelettrica o nucleare nello Stato
membro interessato, o in uno Stato membro limitrofo verso il quale è esportata
una quantità significativamente maggiore di energia elettrica”. Infatti la
Raccomandazione nel suo dispositivo afferma che “non è rivolta allo Stato membro il cui sistema dell’energia elettrica
sia sincronizzato unicamente con il sistema dell’energia elettrica di un paese
terzo qualora esso sia desincronizzato dal sistema di tale paese terzo e
fintantoché sono necessari servizi di sistema energetico isolato o altri
servizi per il gestore del sistema di trasmissione dell’energia elettrica al
fine di garantire il funzionamento sicuro e affidabile del sistema energetico”.
INDIRIZZI AGLI STATI MEMBRI DALLA
RACCOMANDAZIONE
1. Ridurre il consumo di gas nel periodo dal 1o aprile
2024 al 31 marzo 2025 secondo le articolazioni discrezionali usabili
dagli stati membri (vedi punto 7 della Raccomandazione);
2. La domanda di gas sia inferiore del 15 % rispetto al consumo di gas di
riferimento.
CONCLUSIONI
Alla luce di quanto sopra la pervicace promozione del Governo italiano, attuale ma anche i precedenti non si distaccavano di molto, di nuovi rigassificatori dovrebbe prendere in considerazione quanto affermato dalla Memoria (QUI) dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) in merito alla proposta di aggiornamento del piano nazionale integrato per l’energia e il clima (pniec): "Gli sviluppi infrastrutturali necessari per garantire la sicurezza delle forniture devono essere accompagnati da strumenti - di mercato e regolatori - che consentano che tali investimenti si realizzino in un’ottica di efficienza e di sostenibilità economica. Ciò richiede un approccio guidato da criteri di selettività, sia per l’identificazione sia, laddove necessario, per la successiva regolazione e remunerazione degli investimenti. Tale approccio deve essere basato su un’analisi costi-benefici che consenta di selezionare quelli con maggiore utilità per il sistema."
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