Il Parlamento UE sia pure a maggioranza non ha respinto la
proposta della Commissione che avanza la richiesta di inserire anche il gas e
il nucleare nella c.d. tassonomia verde.
Si tratta di una decisione molto pericolosa sotto il profilo del
raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica fissati dalla stessa
Commissione UE e approvati a suo tempo dal Parlamento.
Una decisione che è in netto contrasto con il gruppo di esperti
nominati dalla stessa Commissione UE ma anche con lo stesso Regolamento UE
sulla tassonomia verde come vedremo.
Nel post che segue a queste note introduttive spiegherò in cosa
consiste la tassonomia verde, cosa chiedevano gli esperti e la proposta della
Commissione a favore di gas e nucleare approvata ora dal Parlamento UE.
IL REGOLAMENTO UE SULLA TASSONOMIA VERDE
Il vigente Regolamento UE sulla tassonomia riguarda un sistema di
classificazione attraverso cui la Commissione Europea ha stilato un elenco di
attività economiche ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale e,
quindi, idonee a “prestare aiuto” all’Europa nel raggiungimento degli obiettivi
di neutralità climatica.
Si tratta del Regolamento UE 2020/852 del 18 giugno 2020 (QUI) al
paragrafo 3 articolo 19 relativo ai criteri di vaglio tecnico, che rientrano
tra i criteri per definire una attività ecosostenibile ai fini degli obiettivi
di neutralità climatica del Green Deal, afferma: "3. I criteri di
vaglio tecnico di cui al paragrafo 1 garantiscono che le attività di produzione
di energia elettrica che utilizzano combustibili fossili solidi non siano
considerate attività economiche ecosostenibili."
IL PARERE DEGLI ESPERTI NOMINATI DALLA COMMISSIONE UE CONTRO L’INSERIMENTO DEL GAS E DEL NUCLEARE NELLA TASSONOMIA VERDE
Si tratta del Parere (il testo completo QUI) consegnato
lo scorso 21 gennaio 2022 alla Commissione europea dagli esperti della
Piattaforma Ue per la finanza sostenibile relativamente alla tassonomia degli
investimenti per la transizione verso la neutralità climatica.
Il documento (Response to the Complementary Delegated Act 21 st January 2022) conferma la bocciatura da parte dei tecnici dell'inclusione di gas e del nucleare tra gli investimenti con l'etichetta green.
Secondo il parere, gli impianti a gas potrebbero essere presi in considerazione
solo con un'intensità di emissioni inferiore a "100 grammi di CO2 per
Kilowattora" (un valore che attualmente, ricorda il parere, per una
centrale a gas "è nel migliore dei casi di 300gCO2KWh").
Qualsiasi impianto con emissioni superiori, scrivono gli esperti,
"potrebbe utilizzare un trattamento tassonomico alternativo come una
performance intermedia (Ambra)", in base a una "proposta finale della
piattaforma" attesa "nelle prossime settimane".
Gli esperti sottolineano poi che sia la costruzione di nuove centrali nucleari
che la produzione di energia da quelle esistenti, "non soddisfano i
requisiti del regolamento sulla tassonomia" e non "dovrebbero essere
considerate" sostenibili.
LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE UE APPROVATA DAL PARLAMENTO SULL’INSERIMENTO DI GAS E NUCLEARE NELLA TASSONOMIA VERDE
La proposta della Commissione UE (QUI), che nasce
da una Comunicazione (QUI), propone
l'uso del gas per nuove centrali precisando le condizioni seguenti: "Ogni
attività relativa al gas deve soddisfare emissioni specifiche soglie, dovrebbe
sostituire un impianto di carbone esistente che non può essere sostituito da
fonti rinnovabili, dovrebbe raggiungere determinati obiettivi in termini di
riduzione delle emissioni e passare completamente ai gas rinnovabili o a
basse emissioni di carbonio entro il 2035."
La Commissione nella sua proposta ha recepito il limite dei 100 grammi di CO2 per kwh (ripreso dal Parere degli esperti, vedi sopra) ma stabilendo deroghe allo stesso per permettere di autorizzare impianti di generazione elettrica da fonti fossili (gas naturale) . Dette deroghe sono espresse dai seguenti criteri:
1. L’autorizzazione deve essere concessa entro il 31 dicembre 2030
2. le emissioni dirette di CO2 devono comunque essere inferiori a
270g CO2e/kWh dell'energia prodotta oppure le emissioni dirette annue di CO2
dell'attività non devono superare una media di 550 kgCO2e/kW della capacità
dell'impianto in 20 anni;
3. non ci sono le condizioni per sostituire l'energia da fonti
fossili con fonti da energia rinnovabile ma questo richiede una valutazione
comparativa con le più convenienti tecnologie energetiche da fonti rinnovabili
ma per la stessa capacità individuata. L'esito di tale valutazione comparativa
è pubblicato ed è soggetto a consultazione delle parti interessate;
4. la nuova centrale deve sostituire un'attività di produzione di
energia elettrica ad alte emissioni già esistente che utilizza combustibili
fossili solidi o liquidi;
5. la capacità produttiva della nuova centrale non deve superare la
capacità del impianto sostituito di oltre il 15%;
6. la nuova centrale deve essere progettata e costruita per poter
essere utilizzata con fonti rinnovabili e/o a basse emissioni di carbonio entro
il 31 dicembre 2035. Quindi non è detto che al 2035 la centrale a gas possa
essere sostitutiva da impianti da fonti rinnovabili classiche ma anche con
combustibili a basse emissioni di carbonio quali: biometano, idrogeno biogas.
Ci vuole in questo senso un piano verificabile approvato dall'organo di
gestione dell'impresa;
7. la sostituzione dell’impianto ad alta emissione di carbonio con
quello nuovo a gas deve portare ad una riduzione delle emissioni di almeno il
55% di CO2;
8. la nuova centrale a gas deve essere installata in uno Stato
membro che si è impegnato gradualmente ad uscire dal carbone nel suo Piano
Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)
Analizziamo i criteri della proposta della Commissione in rapporto
al progetto di turbogas proposto a Spezia:
1.L’autorizzazione deve essere concessa entro il 31 dicembre 2030
Il progetto di centrale a gas spezzino ha già avuto la Valutazione
di Impatto Ambientale (VIA) favorevole quindi è in grado di rispettare la data
del 31 dicembre 2030
2. le emissioni dirette di CO2 devono comunque essere inferiori a
270g CO2e/kWh dell'energia prodotta oppure le emissioni dirette annue di CO2
dell'attività non devono superare una media di 550 kgCO2e/kW della capacità
dell'impianto in 20 anni;
Il progetto di centrale a gas presentato a Spezia sicuramente non
rispetta il limite dei 270g CO2e/KWe infatti come afferma
Enel stessa sia nello Studio di Impatto Ambientale (allegato A pagina 133)
come ho già rilevato QUI,
ma ancora di più nelle controdeduzioni presentate in sede di Osservazioni e
Pareri (QUI,
pagina 11) degli enti locali spezzini: “Come già specificato nella
documentazione inviata, sia nella fase ciclo aperto, che in ciclo combinato, le
emissioni specifiche di CO2 sono ben al di sotto del limite di 550 g/kWh
previsto dalle normative Europee recepite (in particolare 491 g/kWh in
ciclo aperto e 330 g/kWh in ciclo combinato) ed inferiori a quelle
tipiche dell’unità a carbone che verrà dismessa.”
Quanto all'altro limite di questo criterio di
550Kg CO2e/kwh spalmati nella media dei 20 anni, questo limite
appare contraddittorio, sotto il profilo della corretta applicazione, con il
criterio di vaglio tecnico che vedremo successivamente al punto 6 che prevede
comunque una durata del turbogas previsto non oltre il 2035 (quindi massimo
12/13 anni dalla possibile autorizzazione finale che peraltro non è ancora in
vista, considerato che per ora siamo solo alla VIA)
3. non ci sono le condizioni per sostituire l'energia da fonti
fossili con fonti da energia rinnovabile ma questo richiede una valutazione
comparativa con le più convenienti tecnologie energetiche da fonti rinnovabili
ma per la stessa capacità individuata. L'esito di tale valutazione comparativa
è pubblicato ed è soggetto a consultazione delle parti interessate;
Questa valutazione comparativa non è stata ad oggi fatta né per il
progetto spezzino di turbogas, ne per altri progetti di centrali a gas. Infatti
le alternative presentate da ENEL sono state: una centrale a gas più piccola,
un impianto fotovoltaico di 7,5 Mwe integrativo del turbogas proposto non certo
alternativo vista la potenza ridotta, non solo ma questa finta alternativa
appare in palese contraddizione con il criterio di vaglio tecnico di cui al
successivo punto 4.
4. la nuova centrale deve sostituire un'attività di produzione di
energia elettrica ad alte emissioni già esistente che utilizza combustibili
fossili solidi o liquidi;
Questo sicuramente è un criterio rispettato dal progetto di
turbogas ma appare ovvio che sia così altrimenti sarebbe in contrasto con tutti
gli altri criteri di vaglio tecnico qui esaminati
5. la capacità produttiva della nuova centrale non deve superare
la capacità del impianto sostituito di oltre il 15%;
Questo criterio non appare coerente con il progetto di turbogas.
Infatti come affermato (pagina 7) dalla sintesi non tecnica dello Studio
di Impatto Ambientale, QUI, il progetto
presentato a Spezia rispetto all’impianto a carbone esistente ha l’obiettivo: “di
incrementare la potenza elettrica di produzione (circa 840 MWe, contro i 600
MWe attuali), raggiungendo un rendimento elettrico netto superiore al 60%,
rispetto all’attuale 39% “
6. la nuova centrale deve essere progettata e costruita per poter
essere utilizzata con fonti rinnovabili e/o a basse emissioni di carbonio entro
il 31 dicembre 2035. Quindi non è detto che al 2035 la centrale a gas possa
essere sostitutiva da impianti da fonti rinnovabili classiche ma anche con
combustibili a basse emissioni di carbonio quali: biometano, idrogeno biogas.
Ci vuole in questo senso un piano verificabile approvato dall'organo di
gestione dell'impresa;
Questo criterio è interessante rispetto al progetto di turbogas
per due aspetti. Intanto perché di fatto sembra affermare che comunque le
centrali a gas se sostituiscono quelle vetuste a carbone o a olio si devono
fare, poi semmai entro il 2035 potranno essere sostituite ma già ora devono
essere costruite per bruciare combustibili comunque climalteranti come biogas o
biometano che sono tutto meno che fonti rinnovabili. È vero che il criterio
parla anche di fonti rinnovabili ma intanto questo appare in contraddizione,
sotto il profilo del progetto di centrale a gas a Spezia, con quanto scritto in
annotazione al criterio di vaglio tecnico di cui al punto 3, infatti se non si
è svolta la valutazione comparativa tra centrale a gas e produzione con potenze
analoghe di impianti a fonti rinnovabili prevista al punto 3 non si capisce
perché occorra in fase di realizzazione della centrale a gas pensare anche a
quello che si potrà fare nel 2035. Cavolo verificate ora se si può sostituire
la centrale a gas con altre tipologie di impianti no? Lo chiede la UE stessa
per cui!
7. la sostituzione dell’impianto ad alta emissione di carbonio con
quello nuovo a gas deve portare ad una riduzione delle emissioni di almeno il
55% di CO2.
Questo criterio di vaglio tecnico appare rispettato dal progetto
di centrale a gas ma di fatto è l’unico e comunque non risolve la violazione
dei criteri di cui ai punti 2,3,5,6.
8. la nuova centrale a gas deve essere installata in uno Stato
membro che si è impegnato gradualmente ad uscire dal carbone nel suo Piano
Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)
Questo criterio appare rispettato ma solo nel senso che il PNIEC prevede
in Italia la fine del carbone per la generazione elettrica entro il 2025 ma non
prevede un numero di centrali a gas come quella in approvazione ad oggi o già
approvate per un totale di oltre 15.000 MWe. Il PNIEC a pagina 111 prevede che
occorrono al massimo 3000 MWe di cui solo 1500 per l’uscita dal carbone nello
scenario temporale 2020-2025.
Insomma la maggior parte dei criteri non vengono rispettati ma con l'aria che tira in Europa a favore del ritorno delle fossili ed in particolare del gas, nonostante molti rapporti ufficiali siano critici verso questa tendenza (vedi QUI), io non sarei troppo tranquillo, visto che il progetto ha già avuto il via libera dal Ministero della Transizione Ecologica almeno per la valutazione di impatto ambientale!
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