Voglio essere molto chiaro: l'idrogeno nell'area della centrale Enel di Spezia (QUI) non è la alternativa al turbogas semplicemente perché rimuove la questione della transizione alla generazione elettrica da sole rinnovabili al 2025 (peraltro obiettivo in se già molto difficile).
Pensare che l'ìdrogeno connesso con l'impianto fotovoltaico di qualche MW sia l'alternativa non ha fondamento alcuno cosa diversa è la discussione sulla filiera dell'idrogeno ovviamente. Non a caso Enel l'impiantino fotovoltaico (7,3 MW) lo prevede nel suo progetto affiancato al turbogas. Cosa occorre fare lo spiego da tempo:
1. rivedere il sistema di incentivi che continua ad essere tutto sbilanciato a favore delle fonti fossili e del gas in particolare
2. accelerare le autorizzazioni agli impianti rinnovabili e a quelli di accumulo migliorare le reti intelligenti favorendo la programmabilità delle fonti rinnovabili,
3. effettuare una grande operazione di trasparenza sulla gestione degli impianti di generazione esistenti e quindi sulla quantità di impianti nuovi e di gas veramente necessario per gestire la transizione alla generazione elettrica da sole fonti rinnovabili.
4. rivedere il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) sulla base dei 3 punti sopra esposti al fine di:
4.1. formalizzare un tetto alla generazione elettrica del gas che blocchi la lobby che sta portando a realizzare oltre 15.000 MWe di centrali a gas nuove o ripotenziando le esistenti (QUI)
4.2. definendo criteri di localizzazione degli impianti davvero necessari coinvolgendo Regioni ed Enti Locali come peraltro già prevede il vigente PNIEC a pag. 111.
LA NUOVA TASSONOMIA VERDE DELLA UE PROMUOVE IL GAS PER LA GENERAZIONE ELETTRICA A DATE CONDIZIONI
La politica politicante a Spezia sta rimuovendo lo scontro in atto in Europa, per non parlare del resto del mondo, su come gestire la transizione alle rinnovabili. La decisione (QUI) ultima della Commissione di non ascoltare i propri esperti (QUI) e di riproporre gas e nucleare come fonti finanziabili all'interno del green deal è l'atto più recente ma non l'ultimo.
La cosa assurda è che forze politiche, di centro destra e di centro sinistra, che a Spezia tuonano contro il turbogas a livello governativo nazionale avvallano gli indirizzi del Ministro della Transizione Ecologica a favore del gas penalizzando le fonti rinnovabili (QUI).
In particolare la Commissione UE propone l'uso del gas per nuove centrali precisando le condizioni seguenti: "Ogni attività relativa al gas deve soddisfare emissioni specifiche soglie, dovrebbe sostituire un impianto di carbone esistente che non può essere sostituito da fonti rinnovabili, dovrebbe raggiungere determinati obiettivi in termini di riduzione delle emissioni e passare completamente ai gas rinnovabili o a basse emissioni di carbonio entro il 2035."
Il vigente Regolamento UE sulla tassonomia riguarda un sistema di classificazione attraverso cui la Commissione Europea ha stilato un elenco di attività economiche ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale e, quindi, idonee a “prestare aiuto” all’Europa nel raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.
La politica politicante a Spezia sta rimuovendo lo scontro in atto in Europa, per non parlare del resto del mondo, su come gestire la transizione alle rinnovabili. La decisione (QUI) ultima della Commissione di non ascoltare i propri esperti (QUI) e di riproporre gas e nucleare come fonti finanziabili all'interno del green deal è l'atto più recente ma non l'ultimo.
La cosa assurda è che forze politiche, di centro destra e di centro sinistra, che a Spezia tuonano contro il turbogas a livello governativo nazionale avvallano gli indirizzi del Ministro della Transizione Ecologica a favore del gas penalizzando le fonti rinnovabili (QUI).
In particolare la Commissione UE propone l'uso del gas per nuove centrali precisando le condizioni seguenti: "Ogni attività relativa al gas deve soddisfare emissioni specifiche soglie, dovrebbe sostituire un impianto di carbone esistente che non può essere sostituito da fonti rinnovabili, dovrebbe raggiungere determinati obiettivi in termini di riduzione delle emissioni e passare completamente ai gas rinnovabili o a basse emissioni di carbonio entro il 2035."
Il vigente Regolamento UE sulla tassonomia riguarda un sistema di classificazione attraverso cui la Commissione Europea ha stilato un elenco di attività economiche ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale e, quindi, idonee a “prestare aiuto” all’Europa nel raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.
Il Regolamento in questione è il 2020/852 del 18 giugno 2020 (QUI) al paragrafo 3 articolo 19 relativo ai criteri di vaglio tecnico, che rientrano tra i criteri per definire una attività ecosostenibile ai fini degli obiettivi di neutralità climatica del Green Deal, afferma: "3. I criteri di vaglio tecnico di cui al paragrafo 1 garantiscono che le attività di produzione di energia elettrica che
utilizzano combustibili fossili solidi non siano considerate attività economiche ecosostenibili."
Le proposte di modifica del Regolamento del 2020 avanzato ora dalla Commissione UE (e che entro 4 mesi dovranno essere approvate dal Parlamento) nell'allegato 1 (QUI) al punto 4.29 relativamente alla produzione di energia elettrica da combustibili fossili gassosi precisa che per rientrare nei criteri di tassonomia verde ex Regolamento 2020/852 l'attività deve soddisfare tra gli altri il seguente criterio: "a) le emissioni di gas a effetto serra del ciclo di vita derivanti dalla generazione di elettricità da fonti fossili combustibili gassosi sono inferiori a 100 g CO2e/kW".
LA NUOVA TASSONOMIA DELLA UE METTE COMUNQUE IN DIFFICOLTA' IL PROGETTO DI TURBOGAS SU SPEZIA
Al di la del dato molto contestabile sulla introduzione del gas e del nucleare tra le fonti "adatte" alla transizione verso la neutralità climatica, il limite dei 100 g di CO2e/KW può comunque mettere in discussione il progetto di turbogas previsto a Spezia. Infatti l'allegato A allo Studio di Impatto Ambientale, afferma testualmente a pagina 133: “A parità di energia prodotta quindi la Centrale nell’assetto proposto sarà maggiormente efficiente rispetto alla configurazione attuale, consentendo di ridurre le emissioni specifiche da 906 kgCO2/MWh nello scenario attuale a 308 kgCO2/MWh nello scenario di progetto (-66%).”
Ma non dobbiamo dimenticare che questo può non bastare per fermare questo progetto per i seguenti motivi:
1. la nuova tassonomia con i limiti di gas serra per la generazione elettrica da gas entrerà in vigore nel 2023, è vero che già ora progetti come quello spezzino sono in contraddizione con quelli europei sulla neutralità climatica ma questi sono indirizzi rimessi alla discrezione degli stati membri (e questo in Italia sta producendo il "totogas"). Certamente questi indirizzi potrebbero essere oggetto di ricorsi sui singoli progetti decisi dalla magistratura ma con tutti i rischi di interpretazione inevitabili.
2. il Ministero della Transizione ha modificato le modalità di accesso al meccanismo del capacity market per far rientrare progetti come quello spezzino (QUI).
Insomma occorre che la politica locale impegni quella nazionale ad affrontare i nodi veri della transizione, solo così eviteremo una nuova ondata di centrali a fonti fossili compreso il turbogas spezzino. Cosa mettere nell'area Enel, idrogeno compreso, una volta bocciato il turbogas è un secondo tempo per ora non decisivo!
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