lunedì 7 febbraio 2022

Perché il progetto di centrale a gas presentato a Spezia non rispetta i nuovi criteri europei sulle centrali a gas

La decisione (QUI) della Commissione di non ascoltare i propri esperti (QUI) e di riproporre gas e nucleare come fonti utilizzabili nella gestione della transizione alla neutralità climatica se esaminata con attenzione dimostra come i criteri scelti dalla UE per giustificare questa scelta siano comunque difficilmente rispettati da progetti come quello presentato da Enel a Spezia dove si prevede la sostituzione della esistente centrale a carbone con una nuova a gas.

I nuovi criteri per far rientrare attività di produzione di energia elettrica tra quelle accettabili per la transizione alla neutralità climatica prevedono prima di tutto che dette attività non debbano superare i 100g CO2e/kW.

Quindi la centrale proposta a Spezia non rientra in questo criterio potremmo dire ad una lettura superficiale del complesso documento della UE. Le cose sono un poco più complesse perché nel caso il progetto superi i suddetti limiti di emissioni di gas serra scattano i criteri di vaglio tecnico per giustificare sia pure per un tempo determinato (ma non breve andiamo come minimo al 2035) impianti a fonti fossili.

Qui la cosa si complica e rischia di rilanciare il progetto di turbogas spezzino ma anche di molti altri progetti simili presentati in giro per l’Italia e alcuni di essi addirittura già approvati e in fase di realizzazione.   



Ma se andiamo a leggere con attenzione i criteri di deroga proposti dalla Commissione UE e li confrontiamo ad esempio con il progetto di turbogas spezzino vediamo due cose: 
1. molti di questi criteri sono frutto di mediazioni politiche tra gli stati membri e esprimono una certa contraddittorietà;
2. ma soprattutto che nonostante detta contraddittorietà la maggior parte di questi criteri mettono in crisi il progetto di centrale a gas spezzino.


Vediamo perché analizzando uno per uno questi criteri (riportati in rosso e in corsivo) e confrontandoli con il progetto spezzino di centrale a gas

 

 

1.L’autorizzazione deve essere concessa entro il 31 dicembre 2030

Il progetto di centrale a gas spezzino ha già avuto la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) favorevole quindi è in grado di rispettare la data del 31 dicembre 2030

 

 

2. le emissioni dirette di CO2 devono comunque essere inferiori a 270g CO2e/kWh dell'energia prodotta oppure le emissioni dirette annue di CO2 dell'attività non devono superare una media di 550 kgCO2e/kW della capacità dell'impianto in 20 anni;

Il progetto di centrale a gas presentato a Spezia sicuramente non rispetta il limite dei 270g CO2e/KWe  infatti come afferma Enel stessa sia nello Studio di Impatto Ambientale (allegato A pagina 133) come ho già rilevato QUI, ma ancora di più nelle controdeduzioni presentate in sede di Osservazioni e Pareri (QUI, pagina 11) degli enti locali spezzini: “Come già specificato nella documentazione inviata, sia nella fase ciclo aperto, che in ciclo combinato, le emissioni specifiche di CO2 sono ben al di sotto del limite di 550 g/kWh previsto dalle normative Europee recepite (in particolare 491 g/kWh in ciclo aperto e 330 g/kWh in ciclo combinato) ed inferiori a quelle tipiche dell’unità a carbone che verrà dismessa.”

Quanto all'altro limite di questo criterio di 550KgCO2e/kwh spalmanti nella media dei 20 anni come vedremo questo limite appare contraddittorio, sotto il profilo della corretta applicazione, con il criterio di vaglio tecnico che vedremo successivamente al punto 6 che prevede comunque una durata del turbogas previsto non oltre il 2035 (quindi massimo 12/13 anni dalla possibile autorizzazione finale che peraltro non è ancora in vista, considerato che per ora siamo solo alla VIA)

 

 

3. non ci sono le condizioni per sostituire l'energia da fonti fossili con fonti da energia rinnovabile ma questo richiede una valutazione comparativa con le più convenienti tecnologie energetiche da fonti rinnovabili ma per la stessa capacità individuata. L'esito di tale valutazione comparativa è pubblicato ed è soggetto a consultazione delle parti interessate;

Questa valutazione comparativa non è stata ad oggi fatta né per il progetto spezzino di turbogas, ne per altri progetti di centrali a gas. Infatti le alternative presentate da ENEL sono state: una centrale a gas più piccola, un impianto fotovoltaico di 7,5 Mwe integrativo del turbogas proposto non certo alternativo vista la potenza ridotta, non solo ma questa finta alternativa appare in palese contraddizione con il criterio di vaglio tecnico di cui al successivo punto 4.

 

 

4. la nuova centrale deve sostituire un'attività di produzione di energia elettrica ad alte emissioni già esistente che utilizza combustibili fossili solidi o liquidi;

Questo sicuramente è un criterio rispettato dal progetto di turbogas ma appare ovvio che sia così altrimenti sarebbe in contrasto con tutti gli altri criteri di vaglio tecnico qui esaminati

 

 

5. la capacità produttiva della nuova centrale non deve superare la capacità del impianto sostituito di oltre il 15%;

Questo criterio non appare coerente con il progetto di turbogas. Infatti come affermato (pagina 7) dalla sintesi non tecnica dello Studio di Impatto Ambientale, QUI, il progetto presentato a Spezia rispetto all’impianto a carbone esistente ha l’obiettivo: “di incrementare la potenza elettrica di produzione (circa 840 MWe, contro i 600 MWe attuali), raggiungendo un rendimento elettrico netto superiore al 60%, rispetto all’attuale 39%

 

 

6. la nuova centrale deve essere progettata e costruita per poter essere utilizzata con fonti rinnovabili e/o a basse emissioni di carbonio entro il 31 dicembre 2035. Quindi non è detto che al 2035 la centrale a gas possa essere sostitutiva da impianti da fonti rinnovabili classiche ma anche con combustibili a basse emissioni di carbonio quali: biometano, idrogeno biogas. Ci vuole in questo senso un piano verificabile approvato dall'organo di gestione dell'impresa;

Questo criterio è interessante rispetto al progetto di turbogas per due aspetti. Intanto perché di fatto sembra affermare che comunque le centrali a gas se sostituiscono quelle vetuste a carbone o a olio si devono fare, poi semmai entro il 2035 potranno essere sostituite ma già ora devono essere costruite per bruciare combustibili comunque climalteranti come biogas o biometano che sono tutto meno che fonti rinnovabili. È vero che il criterio parla anche di fonti rinnovabili ma intanto questo appare in contraddizione, sotto il profilo del progetto di centrale a gas a Spezia, con quanto scritto in annotazione al criterio di vaglio tecnico di cui al punto 3, infatti se non si è svolta la valutazione comparativa tra centrale a gas e produzione con potenze analoghe di impianti a fonti rinnovabili prevista al punto 3 non si capisce perché occorra in fase di realizzazione della centrale a gas pensare anche a quello che si potrà fare nel 2035. Cavolo verificate ora se si può sostituire la centrale a gas con altre tipologie di impianti no? Lo chiede la UE stessa per cui!

 

 

7. la sostituzione dell’impianto ad alta emissione di carbonio con quello nuovo a gas deve portare ad una riduzione delle emissioni di almeno il 55% di CO2.

Questo criterio di vaglio tecnico appare rispettato dal progetto di centrale a gas ma di fatto è l’unico e comunque non risolve la violazione dei criteri di cui ai punti 2,3,5,6.

 

 

8. la nuova centrale a gas deve essere installata in uno Stato membro che si è impegnato gradualmente ad uscire dal carbone nel suo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)

Questo criterio appare rispettato ma solo nel senso che il PNIEC prevede in Italia la fine del carbone per la generazione elettrica entro il 2025 ma non prevede un numero di centrali a gas come quella in approvazione ad oggi o già approvate per un totale di oltre 15.000 MWe. Il PNIEC a pagina 111 prevede che occorrono al massimo 3000 MWe di cui solo 1500 per l’uscita dal carbone nello scenario temporale 2020-2025.

 

  

 QUINDI...

5 criteri su 8 non appaiono rispettati dal progetto di turbogas presentato a Spezia. Direi un numero significativo considerato che stiamo parlando di un impianto che se realizzato darà diritto all'esercente di acquisire milioni di euro di incentivi del meccanismo del capacity market, un meccanismo disciplinato come è noto dalla normativa europea e tradotto in Italia in un modo molto discutibile, vedi QUI.

 














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