Il Presidente della Regione Liguria chiede di riaprire le centrali a carbone e aumentare l'estrazione di gas nazionale per "mettere in sicurezza il Paese"
Questa affermazione deve essere analizzata criticamente nei seguenti aspetti:
1. la normativa
sulla gestione delle centrali in stato di emergenza che permette la apertura di
centrali come quella spezzina in deroga alle vigenti norme ambientali per
periodi limitati ma senza gli incentivi del capacity market perché questi si
danno solo a centrali che rispettano limiti alle emissioni di CO2 non
raggiungibili dall’impianto spezzino
2. Toti non
ha alcun titolo a chiedere la riapertura della centrale a carbone (in Liguria
possibile solo su Spezia essendo quella di Genova non più utilizzabile)
3. se quella
di Toti è una richiesta al Governo avrebbe dovuto motivarla con dati alla mano
per dimostrare la emergenza sulla sicurezza del sistema elettrico ma di dati
questo signore non li fornisce come è suo solito
4. i dati sugli
impianti a gas esistenti e potenziati dimostrano che ad oggi non esiste nessuna
emergenza nazionale che potrebbe realizzarsi solo in caso di blocco del gas
dall’est europeo cosa ad oggi non all’ordine del giorno neppure nelle proposte
di sanzioni di USA ed Europa verso la Russia.
5. anche se
ci fosse una emergenza dichiarata l’aumento della estrazione del gas nazionale
non la potrebbe affrontare per tempi tecnici e per la quantità limitata di gas
estraibile dai giacimenti nazionali
Vediamo come stanno le cose nei particolari per chi ha voglia di approfondire…
RELATIVAMENTE ALLA
RIAPERTURA DELLE CENTRALI A CARBONE COMPRESA QUELLA SPEZZINA
Cosa dice la normativa
Il Decreto legge 239/2003 convertito nella legge 290/2003 al comma 1 articolo 1 è
chiarissima e la riporto : “1. Al fine di garantire la sicurezza di
funzionamento del sistema elettrico nazionale, assicurando la produzione in
misura necessaria alla copertura del fabbisogno nazionale, con decreto del
Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio, fatto salvo quanto previsto dal decreto
legislativo 23 aprile 2002, n. 110, fino al 30 giugno 2005 e su motivata e
documentata segnalazione del Gestore della rete di trasmissione nazionale
S.p.a., può essere autorizzato l'esercizio temporaneo di (( singole )) centrali
termoelettriche di potenza termica superiore a 300 MW, inserite nei
piani di esercizio dello stesso Gestore, anche in deroga ai limiti di emissioni
in atmosfera e di qualità dell'aria fissati nei provvedimenti di
autorizzazione, ovvero derivanti dall'applicazione del decreto del Presidente
della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, nonché dal regolamento di cui al
decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 2 aprile 2002,
n.60.” Aggiungo che tali impianti devono comunque rispettare
1. per l'SO2 prevede massimo 800 mg/Nm3 contro i 1700 del Decreto del 1990.
2. per gli ossidi di azoto prevede il limite di 200 mg/Nm3 e fino a 400 mg/Nm3 contro i 650 mg/Nm3 del Decreto del 1990.
La legge 290/2003 sopra riportata è stata
confermata da una sentenza della Corte Costituzionale n° 383 del 2005 (QUI) che al punto 17 delle motivazioni afferma: “I previsti poteri di
deroga temporanei ineriscono, contrariamente a quanto ritiene la ricorrente,
alla materia della “tutela dell'ambiente” di cui all'art. 117, secondo comma,
lettera s), Cost., con la conseguenza che la loro previsione e la loro
disciplina spettano alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, senza che
ricorra la necessità di quegli specifici meccanismi di collaborazione con le
Regioni che questa Corte ha ritenuto indispensabili nelle ipotesi della
“chiamata in sussidiarietà” cui si è fatto riferimento nel precedente par. 15.
Quanto poi alla concreta allocazione in capo ad organi statali dei poteri di
deroga contemplati dalle norme impugnate, va osservato che i citati
poteri risultano indissolubilmente connessi con il potere principale
attribuito al Ministro di autorizzare «l'esercizio temporaneo di singole
centrali termoelettriche di potenza superiore a 300 MW» per le finalità di
«garantire la sicurezza di funzionamento del sistema elettrico nazionale,
assicurando la produzione in misura necessaria alla copertura del fabbisogno
nazionale». Anche sulla base di quanto già rilevato nella sentenza n. 6 del
2004, risulta pertanto non implausibile l'attribuzione di tali poteri ad organi
statali ad opera delle norme impugnate.”
Peraltro lo stesso ultimo Decreto AIA alla centrale a carbone spezzina del 2019 prevede la possibilità di un continuità della centrale oltre il 2021 alle seguente condizioni:
1. nelle Premesse alle Prescrizioni (Paragrafo
9) contenute nel Rapporto Istruttorio allegato al Decreto AIA 2019 pur
confermando l’impegno Enel a dismettere la centrale a carbone entro il 2021 si
aggiunge: “fermo restando il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo
Economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del
sistema elettrico nazionale”.
2. la prescrizione n°8 del Paragrafo 9.3. del
Rapporto istruttorio allegato alla nuova revisione dell’AIA afferma che: ”ferma
restando la fermata definitiva della unità SP2al31/12/2021 di cui alla prescrizione
(6), ai sensi del SEN 2017 e del PNIEC 2019, l’utilizzo del carbone quale
combustibile per la alimentazione del gruppo SP3 sarebbe stata ammissibile
solamente fino al 31/12/2025”.
Il Presidente della Regione non ha
alcun titolo per aprire e neppure per chiedere la riapertura della centrale a
carbone spezzina
La norma di riferimento è
la legge 27 ottobre 2003, n. 290 ed in particolare l’art.
1-quinquies (Disposizioni per la sicurezza e la funzionalità del settore
elettrico) secondo il quale: “1. Gli impianti di generazione di energia
elettrica di potenza nominale maggiore di 10 MVA sono mantenuti in stato di
perfetta efficienza dai proprietari o dai titolari dell'autorizzazione e possono
essere messi definitivamente fuori servizio secondo termini e modalità
autorizzati dall'amministrazione competente, su conforme parere del Ministero
delle attività produttive, espresso sentito il Gestore della rete di
trasmissione nazionale in merito al programma temporale di messa fuori servizio.”
Ora le denominazioni degli
interlocutori istituzionali sono cambiate: Ministero dello Sviluppo
Economico (non più Attività Produttive) e Terna - Rete Elettrica Nazionale
Spa che è la società responsabile della trasmissione e del dispacciamento
dell'energia elettrica sulla rete ad alta e altissima tensione su tutto il
territorio italiano. Attività svolta dal Gestore della rete di trasmissione
nazionale (GRTN) fino al novembre del 2005.
Come si vede formalmente
il parere lo esprime la burocrazia ministeriale ma sostanzialmente
l’istruttoria è di competenza di Terna SpA senza la quale il Ministero non si
può pronunciare.
Morale la politica (leggi
Ministro) una volta che Terna individua un deficit nell’ambito in cui è divisa
la rete elettrica nazionale (nel nostro caso il Nord-Ovest) tra aumento di
capacità produttiva e dismissioni, non ha alcun titolo di intervento.
Peraltro il Presidente
anche per rispetto della comunità spezzina prima di lanciare una affermazione
come quella riportata all’inizio di questo post avrebbe quanto meno dovuto
confrontarsi con il Governo e con Terna oppure fornire dati circostanziati per
dimostrare la potenziale emergenza del sistema Italia in materia di generazione
elettrica.
La situazione delle
centrali a gas esistenti e ripotenziate ad oggi dimostra che un rischio per il
sistema elettrico nazionale non esiste
Impianti esistenti
potenziati ed autorizzati ad oggi nel corso di tutto il 2021:
1. Centrale termoelettrica di Tavazzano Montanaso
(LO) - Realizzazione di un nuovo ciclo combinato in sostituzione della sezione
8 la sostituzione del gruppo 8, a ciclo convenzionale, della potenza di
320 MWe con un ciclo combinato di ultima generazione di potenza pari a 850 MWe.
Ha ottenuto la VIA positiva con Decreto Ministero Transizione Ecologica
del 16 aprile 2021
2. Upgrade delle turbine a gas della centrale
termoelettrica di Piacenza A2A gencogas S.p.A : + 160 MWe Ha
concluso la procedura di verifica di assoggettabilità a VIA senza andare a VIA
ordinaria con Decreto Ministero Transizione Ecologica del 4 marzo 2021
3. Progetto di rifacimento di due unità di
produzione esistenti nella centrale termoelettrica Larino (CB) ENEL Produzione
S.p.A 800 MWe ha concluso la procedura di verifica di assoggettabilità a
VIA senza andare a VIA ordinaria con Decreto Ministero Ambiente del 19 FEBBRAIO
2021.
4. Centrale termoelettrica di Ravenna -
Sostituzione del ciclo combinato TG-501 con nuovi turbogeneratori TG - Capacity
Strategy Italia: 130 MWe - Decreto VIA 3 giugno 2021
5. Centrale termoelettrica di Cassano d'Adda:
impianto motori a gas: 110 MWe all’interno della centrale esistente - Decreto
VIA 3 agosto 2021
6. Progetto di modifica della centrale
termoelettrica di Monfalcone (GO) - 860 MWe nuovo ciclo combinato -
Decreto VIA 24 settembre 2021
7. Fusina (840 MWe con efficienza di produzione
quasi doppia dei 1136 MWe dismessi a carbone).
Totale autorizzazioni
potenziamenti impianti a gas esistenti: 3750 MWe nel 2021.
A questi occorre
aggiungere quelli che hanno avuto la VIA positiva sempre con riferimento a
potenziamento di impianti a gas esistenti e non nuovi:
-
"Efficientamento della Centrale di Trapani con Installazione di Nuovi OCGT
per 220 MWe"
- Progetto
di modifica della centrale termoelettrica di Monfalcone
(GO) A2A Energiefuture S.p.A. 860 Mwe
- Installazione
di una nuova unità a ciclo combinato e interventi di miglioramento ambientale
sui gruppi esistenti della Centrale di Ostiglia (MN) EP Produzione
S.p.A. 923 Mwe
- Centrale
termoelettrica di Cassano d'Adda: impianto motori a gas A2A gencogas
S.p.A 1482 MWt
- Centrale
termoelettrica di Ravenna - Sostituzione del ciclo combinato TG-501 con nuovi
turbogeneratori TG - Capacity Strategy Italia Enipower S.p.A. 130 MWe
- Centrale
termoelettrica di Tavazzano Montanaso (LO) - Realizzazione di un nuovo ciclo
combinato in sostituzione della sezione 8 EP Produzione S.p.A. 850 Mwe
- Progetto
di modifica della centrale termoelettrica di Termoli (CB) Snowstorm
S.r.l. 148 MWt
- Progetto
di modifica della centrale termoelettrica ex BGIP di San Nicola di Melfi (PZ)
Snowstorm S.r.l. 185 MWt
-Centrale
termoelettrica di Marghera Levante - Rifacimento con miglioramento
ambientale EDISON S.p.A. 790 Mwe
- Impianto
di valorizzazione energetica di CSS (Combustibile Solido Secondario) da
realizzarsi nella Centrale Termoelettrica esistente di San Filippo del Mela
(ME) A2A Energiefuture S.p.A. 54 Mwe che
consolidano l’esistente centrale a gas da circa 1000 Mwe
Totale 5542 ulteriori MWe
L’AUMENTO DI
ESTRAZIONE DI GAS NAZIONALE NON POTREBBE AFFRONTARE LA EMERGENZA NAZIONALE
Attualmente come sistema
Italia consumiamo 70 miliardi di m3 di gas di questi solo 3,5 miliardi di m3
sono di produzione nazionale, quindi solo qualche punto in percentuale. Per poter
aumentare le estrazioni (sempre che sia giusto) ci vorranno almeno un paio di
anni infatti oltre agli aspetti autorizzatori (che potrebbero essere accelerati
con norme speciali) occorre ricordare che devono essere realizzati gli impianti
di estrazione o ripotenziati quelli esistenti con tempi tecnici lunghi.
Peraltro anche riuscissimo nel giro di un paio di anni (ipotesi meramente teorica
allo stato dei fatti) ad estrarre diciamo circa 4 o 5 miliardi di m3 in più
dove verranno collocati relativamente ai consumi in caso di riduzione del gas
importato dall’estero? Cosa facciamo tagliamo il gas per gli usi civili? Di
queste “quisquilie” il signor Toti non si occupa lui si limita a sparare
parole.
CONCLUSIONI
Il problema vero è che il
nostro Paese è vulnerabile da sempre per le fonti energetiche e non ha
sfruttato questi anni per potenziare un sistema di produzione di energia
elettrica fondato sul mix fonti rinnovabili e impianti di accumulo. Abbiamo
perso almeno dieci anni e ora comunque, carbone o meno, ne stiamo già pagando
le conseguenze con l’aumento delle bollette per le famiglie e le imprese,
aumenti che non saranno evitati da due o tre miliardi di gas nazionale in più.
Insomma caro signor Presidente Toti le emergenze non si dichiarano con un tweet ma si motivano sulla base di istruttorie serie che producano dati attendibili e da parte di chi ha le competenze istituzionali e tecniche altrimenti si fanno solo danni al Paese creando instabilità nel mercato dell’energia di cui non abbiamo certo bisogno in un momento drammatico come questo.
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