Il
Rapporto dimostra come:
1. il prezzo dei prodotti energetici continui a non rispecchiare i
costi ambientali reali delle emissioni
2. le sovvenzioni ai combustibili fossili sono rimaste stabili dal
2008 al 2019 compensando negativamente la quasi qadruplicazione degli incentivi
alle rinnovabili
3. l'inquinamento atmosferico e i gas a effetto serra sono i più
tassati, ma anche qui le entrate sono solo circa la metà del costo esterno
totale stimato.
La analisi
pubblicata dalla Corte dei Conti UE che si concentra sui seguenti aspetti:
1. la congruenza degli attuali livelli di tassazione dell’energia e
di fissazione del prezzo del carbonio con gli obiettivi climatici;
2. le sovvenzioni all’energia, ponendo l’accento su quelle destinate
all’energia pulita e ai combustibili fossili;
3. la vigente direttiva sulla tassazione dell’energia, che
stabilisce aliquote fiscali minime per i prodotti energetici e il modo in cui
la nuova proposta della Commissione intende porre rimedio ai punti deboli di
tale direttiva.
In sintesi l’analisi della Corte rileva aspetti molto significativi che stanno incidendo sul raggiungimento degli obiettivi UE della transizione alla neutralità climatica.
La
Corte osserva che negli anni recenti, considerato l’effetto delle imposte o
dello scambio di quote di emissioni, il prezzo dei prodotti energetici non ha
rispecchiato il costo ambientale delle emissioni.
Nella valutazione relativa alla direttiva sulla tassazione dell’energia, la Commissione ha segnalato alcune carenze presenti nella legislazione sull’imposizione minima. Le proposte legislative avanzate dalla Commissione nel pacchetto “Pronti per il 55 %” mirano, fra l’altro, ad allineare le imposte sull’energia al contenuto energetico, nonché ad includere più settori nel sistema di scambio di quote di emissioni (Emissions Trading System – ETS) dell’UE.
Le sovvenzioni all’energia possono essere utilizzate per procedere verso un’economia a minore intensità di carbonio.
Le sovvenzioni per i combustibili fossili, che ostacolano invece una transizione energetica efficiente, sono rimaste relativamente costanti (vedi grafico a fianco tratto dalla analisi della Corte dei Conti UE) nel corso dell’ultimo decennio, malgrado gli impegni assunti dalla Commissione e da alcuni Stati membri a eliminarle gradualmente.Secondo la Corte di Conti UE le sovvenzioni per i combustibili fossili ostacolano il raggiungimento degli obiettivi climatici, poiché frenano la transizione all’energia verde. Nel complesso, le sovvenzioni assegnate dagli Stati membri per i combustibili fossili ammontano a oltre 55 miliardi di euro all’anno. Sono state relativamente stabili nel corso degli ultimi dieci anni, nonostante gli inviti a eliminarle gradualmente. Alcuni Stati membri spendono più in sovvenzioni per i combustibili fossili che in sovvenzioni destinate all’energia verde.
ASPETTI SOCIALI DELLA TASSAZIONE SUL CARBONIO E LE EMISSIONI INQUINANTI
Anche
alla luce della rivolta dei “gilet gialli” che ha portato lo stato francese a
congelare la tassa introdotta sul carbonio, la analisi della Corte UE pone all’accento
sugli aspetti sociali per una tassazione che favorisca la transizione energetica
alla neutralità climatica.
La
Corte nella sua analisi ricorda che la Commissione ha rilevato che gli importi
spesi dai nuclei familiari per l’energia (riscaldamento e trasporti inclusi)
variano in misura considerevole. Le famiglie più povere, ossia quelle che si
collocano nel decile inferiore della distribuzione del reddito, spendono per
l’energia meno del 5 % del proprio reddito in Lussemburgo, Malta, Finlandia e
Svezia, contro più del 20 % del proprio reddito in Cechia e Slovacchia.
Secondo
la Corte dei Conti UE per attenuare il rischio di rifiuto delle riforme
fiscali, le organizzazioni internazionali30 hanno raccomandato una maggiore
trasparenza nel comunicare le motivazioni delle riforme fiscali e l’utilizzo
dei proventi, le riduzioni di altre imposte e le misure di ridistribuzione
adottate.
Secondo
gli studi, è dimostrato che, se viene definita a monte la destinazione delle
entrate, le tasse sul carbonio possono risultare più accettabili.
In
particolare la Corte cita:
1. studio OCSE (QUI)
che fornisce un approccio sequenziale che può aiutare a fornire supporto per
l'analisi a un processo di riforma ben informato. L'implementazione degli
strumenti suggeriti può aiutare i responsabili politici a identificare le
misure di sostegno del governo più distorcenti e le politiche alternative o
complementari che realizzano gli obiettivi perseguiti in modo più efficiente ed
efficace. Lo studio presentato attinge alla lunga esperienza e tradizione
dell'OCSE nella misurazione e nel monitoraggio delle misure di sostegno per i
combustibili fossili, principalmente nel suo Inventario delle misure di
sostegno per i combustibili fossili (inventario di seguito) e nelle relazioni
di accompagnamento.
2. Centre for Climate Change Economics and Policy e Grantham
Research Institute on Climate Change and the Environment ha presentato uno
studio (QUI)
su come rendere più accettabile la tassazione sul carbonio, che pone l’accento
sulle modalità di comunicazione delle politiche di riduzione delle emissioni di
gas serra ed in particolare sulla tassazione del carbonio. In particolare lo
studio fa notare le tasse sul carbonio hanno un ruolo da svolgere anche nelle
giurisdizioni che hanno già un sistema di scambio di quote di emissioni, come
l'Unione Europea. Le emissioni scambiate rappresentano solo il 42% circa del
totale dell'UE emissioni: il restante 58 per cento non rientra nell'EU ETS, in
settori come i trasporti, l'edilizia, gestione dei rifiuti e agricoltura.
Per
questo la Tassazione del carbonio, insieme ad altre normative misure, offre
agli Stati membri un modo efficace per ridurre le emissioni di gas serra
all'esterno del sistema di scambio quote ETS dell'UE. Oltre i confini dell'UE,
è una misura efficace per ridurre l'energia e l'industria emissioni in
giurisdizioni senza schemi di scambio esistenti.
3. Conferenza Tassazione Verde della UE per costruire economie eque e
resilienti (QUI).
La documentazione in vista di questa Conferenza dimostra come l'inquinamento
atmosferico e i gas a effetto serra sono i più tassati, ma anche qui le entrate
sono solo circa la metà del costo esterno totale stimato. Altre forme di
inquinamento, come l'inquinamento idrico proveniente da fonti diffuse come
l'agricoltura, sono tassate ancor meno.
È
evidente che vi è margine per un maggiore utilizzo. Lo studio in corso esamina
un portafoglio di strumenti a livello dell'UE che aumenta le imposte verdi dal
6 % del gettito fiscale totale a circa il 6,6 % del gettito fiscale
totale. Comprende esempi pertinenti per tutti i paesi dell'UE. Questo pacchetto
andrebbe a vantaggio della crescita: essa raccoglie circa 30 miliardi di euro e
l'utilizzo di questo importo di entrate per ridurre l'imposta sul reddito
genera un impatto positivo netto sul PIL di 35 miliardi di EUR e crea
140 000 posti di lavoro aggiuntivi.
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