Il Ministro della Transizione Ecologica pensa di risolvere iil problema dell'aumento delle bollette energetiche proponendo di aumentare la produzione nazionale di gas naturale
insieme con 1,5 mld di riduzione degli incentivi per il fotovoltaico, come emerge dalla recente audizione (QUI) parlamentare del Ministro sui prezzi dell'energia e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, anche in relazione alla strategia europea d'intervento e di sostegno.
Conseguentemente questo indirizzo è stato tradotto nel titolo III del Decreto Legge 4/2022 (QUI) prevede una
serie di misure per contenere l’aumento dei costi della energia elettrica a
tutela di determinati categorie.
L’azione concertata della lobby del gas con le scelte del Governo
sia attuale che quelli precedenti sta producendo uno stallo alle fonti
rinnovabili come dimostrano i dati Terna sui consumi elettrici del 2021.
D’altronde un esempio clamoroso è nel proliferare abnorme di
progetti di centrali a gas alla autorizzazione del Ministero della Transizione
Ecologica (QUI) grazie
all’uso distorto del meccanismo del capacity market (QUI).
Andiamo nel merito di queste affermazioni utilizzando documenti ufficiali ma anche degli operatori del settore delle rinnovabili…
LE CRITICHE DEGLI OPERATORI DELLE FONTI RINNOVABILI
Sul punto è significativa la presa di posizione del Coordinamento
Free (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica -QUI). Secondo il Coordinamento (QUI): “siamo
di fronte ad una misura che è destinata a raccogliere un quantitativo modesto
di risorse, dato che la larga parte dell’energia rinnovabile viene venduta con
contratti a lungo termine – dunque quella attesa nel trimestre in corso è già
stata venduta a prezzi più bassi rispetto a quelli corrente –, ma in compenso
si presta a ricorsi e soprattutto dà un segnale politico potente: Colpire le
rinnovabili”.
Aggiunge il Coordinamento: “Prima di tutto le risorse arrivano
esclusivamente dalle aste dell’Emissions trading che dovrebbero servire per la
transizione ambientale e con le quali, invece, si fa cassa senza alcun criterio
“ambientale”. È una scelta di campo precisa, penalizzare le rinnovabili per
favorire le fossili. Non si fa menzione nel decreto, infatti, né degli extra
profitti dei produttori di energia elettrica che utilizzano il gas per i
quali, avendo contratti di approvvigionamento a lungo termine tuttora in
vigore, nei quali esistono precisi criteri di indicizzazione, è possibile
calcolare con precisione l’extraprofitto, né dei produttori di gas che sono i
veri beneficiari di questa esplosone del prezzo di mercato”.
Si veda anche la presa di posizione di ANEV (associazione
nazionale energia dal vento) per cui il nuovo Decreto legge: “prevede il
taglio della remunerazione per i soli produttori rinnovabili al prezzo del
mercato elettrico del decennio 2010-2020. Per dare una idea a chi legge il
prezzo medio di borsa dell’ultimo mese è stato circa di 240 €/MWh (prezzo che
hanno preso tutti i produttori di energia elettrica) mentre il prezzo che il
Governo vuole riconoscere agli impianti eolici è di 60 €/MWh quando tutti gli
altri produrranno e venderanno lo stesso prodotto ad un prezzo 4 volte
maggiore!!!”.
I DATI ANCHE DELLA AGENZIA INTERNAZIONE DELL’ENERGIA
DIMOSTRANO COME I COSTI DELL’ENERGIA SALGONO PER IL GAS
Un documento di Elettricità Futura (associazione delle imprese
elettriche italiane di produzione con rinnovabili - QUI) dimostra
che il costo dell’energia elettrica sale perché è aumentato di circa quattro
volte il prezzo del gas rispetto alla media degli ultimi anni (in questi giorni
è circa 80 €/MWh a fronte di 20 €/MWh in media negli scorsi anni) con cui viene
prodotta la maggior parte dell’elettricità in Italia e in molti Paesi europei.
Con l’attuale assetto del mix di generazione (40% FER sul totale
di generazione elettrica), la bolletta elettrica complessiva in Italia sarà di
circa 75 Mld€ nel 2021 – dato preconsuntivo (+70 % rispetto al 2019, pre-COVID,
in cui era pari a 44 Mld€).
Se invece avessimo, ipoteticamente, già raggiunto il mix di
generazione elettrica necessario a centrare il target Green Deal 2030, cioè 72%
FER sul mix di generazione elettrica, il costo complessivo della bolletta
sarebbe 45 Mld€ rispetto ai 75 Mld€, cioè inferiore del -40%. E l'Italia
risparmierebbe 30 Mld€ all'anno!
Secondo l’Agenzia Internazionale della Energia (QUI) dietro
le presunte carenze di gas che farebbe salire i prezzi ci sono fenomeni
geopolitici che potrebbero essere limitati se si fosse puntata di più in questi
anni sulle rinnovabili in Europa e soprattutto in Italia. Secondo la IEA la
Russia, oltre a trattenere almeno un terzo del gas che potrebbe inviare in
Europa, sta prosciugando gli impianti di stoccaggio sotto il suo controllo per rafforzare
l’impressione di scorte limitate.
«In termini di stoccaggio, l’attuale deficit di stoccaggio nell’Ue
è in gran parte dovuto a Gazprom», ha affermato Birol (direttore esecutivo dell'Agenzia) al Financial Times,
sottolineando che lo stoccaggio totale è fermo a circa il 50% della capacità
rispetto al 70% normalmente registrato in gennaio: «I bassi livelli di
stoccaggio nelle strutture dell’azienda con sede nell’Ue rappresentano la metà
del deficit europeo, anche se lo stoccaggio di Gazprom rappresenta solo il 10%
della capacità di stoccaggio totale dell’Ue».
Le dimensioni del problema sono ancora più chiare se poste in una
prospettiva più ampia: il 41,1% (QUI) del gas
naturale consumato in Europa proviene dalla Russia, percentuale che sale al
47,1/% (dato Eurostat 2019 QUI) nel caso
dell’Italia.
I DATI TERNA DIMOSTRANO LO STALLO DELLE RINNOVABILI ALLA
FACCIA DELLA TRANSIZIONE “ECOLOGICA”
Dati Terna sui consumi elettrici
del 2021 dimostrano che i consumi di energia elettrica in Italia sono tornati sostanzialmente ai valori del 2019, recuperando il forte calo fatto registrare nel 2020. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, il fabbisogno è stato pari a 318,1 miliardi di kWh, un valore in aumento del 5,6% rispetto al 2020 e in linea (-0,5%) con i livelli pre-Covid del 2019. Le rinnovabili hanno coperto il 36% della domanda elettrica, anche in questo caso tornando sui volumi del 2019: grazie alle favorevoli condizioni climatiche, che hanno consentito di utilizzare maggiormente gli impianti, la produzione complessiva di eolico e fotovoltaico è stata la più alta di sempre, anche a fronte di un contenuto incremento della potenza installata. Significativo per le Fonti rinnovabili è che nel 2020 avevano contribuito al 38% quindi siamo di fronte ad uno stallo determinato principalmente dalla non realizzazione di nuovi impianti molti fermi ancora alla fase autorizzatoria.
Mentre i dati Eurostat (QUI) dimostrano che in Europa siamo su percentuali che vanno da oltre il 70& (Austria e Svezia) a oltre il 50% in Danimarca Portogallo, Croazia e Lettonia.
I dati in tempo reale sull’esercizio del sistema elettrico
nazionale sono inoltre consultabili sull’app di Terna disponibile sui
principali store:
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.terna.energia&hl=it
https://apps.apple.com/it/app/terna/id1458535498
Il documento (Response to the
Complementary Delegated Act 21 st January 2022 - QUI)
conferma la bocciatura da parte dei
tecnici della Commissione UE all'inclusione di gas e del nucleare tra gli investimenti con
l'etichetta green.
Secondo il parere, gli impianti a gas potrebbero essere presi in considerazione
solo con un'intensità di emissioni inferiore a "100 grammi di CO2 per
Kilowattora" (un valore che attualmente, ricorda il parere, per una
centrale a gas "è nel migliore dei casi, di 300gCO2KWh").
Così,
per fare un esempio specifico, il progetto di centrale a gas di Enel per la
conversione della centrale a carbone spezzina all’allegato A allo Studio di
Impatto Ambientale, afferma testualmente a pagina 133: “A parità di energia prodotta
quindi la Centrale nell’assetto proposto sarà maggiormente efficiente rispetto
alla configurazione attuale, consentendo di ridurre le emissioni specifiche da
906 kgCO2/MWh nello scenario attuale a 308 kgCO2/MWh nello scenario di progetto
(-66%).”
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