Il tormentone infinito sulla scelta del sito per il biodigestore spezzino (trattamento rifiuti organici) si riapre grazie alle dichiarazioni dell'Assessore Regionale all'Ambiente che si rimangia bellamente quanto detto da lui e quanto scritto negli atti ufficiali approvati meno di un anno fa.
L’Assessore
Giampedrone insieme con il Presidente della Provincia spezzina dichiara in data
3 luglio 2018 (QUI): “Il Piano attualmente in approvazione prevede la realizzazione dell’impianto a Boscalino, Comune di Arcola, al confine con quello della Spezia, che già ospita la raccolta del verde ed è luogo di trasferenza della frazione umida. Tale sito era individuato anche nel Project Financing del 2016 ed è sede di quello che fu l’inceneritore dei rifiuti negli anni settanta.”
A
pagina 5 della delibera del Consiglio Provinciale che, in data 6 agosto 2018, ha approvato il Piano di
area per la gestione dei rifiuti urbani in provincia della Spezia e area
Tigullio si legge che “il sito di
Boscalino (Arcola) è stato proposto dalla stessa Recos”, si tratta della stessa
società che ora parla anche di un altro sito quello di Saliceti (Vezzano Ligure).
Il 9 agosto 2018 l’Assessore
Regionale Giampedrone dichiara (QUI):”
il parere Vas (Valutazione ambientale
strategica) n.100, assunto con Dgr n.1168 del 2017 sul Piano d’Area di La
Spezia, non ha affatto “bocciato” la localizzazione di Boscalino per il
biodigestore, ma si è limitato a manifestare alcuni dubbi in merito alla
coesistenza del sito di Boscalino per gli anni 2018/2020 con una stazione di
trasferimento in concomitanza con i lavori di realizzazione dell’impianto di
digestione anaerobica, considerate le dimensioni limitate dell’area in questione.
La Provincia della Spezia, con la revisione del proprio Piano ai fini di
conformarsi al parere Vas, ha specificato le motivazioni che hanno condotto
all’indicazione di tale sito”
Stando alle dichiarazioni
suddette ma soprattutto agli atti approvati formalmente a livello istituzionale
(ricordo che il Piano di area spezzino è stato recepito nel Piano di Ambito
Regionale sempre ad agosto del 2018). La questione del sito del biodigestore
sembrava decisa: si fa a Boscalino.
Su come si è arrivati alla
scelta di Boscalino, sui profili di illegittimità della procedura, su un metodo
di valutazione inadeguata ho già avuto modo di spiegare in questo blog QUI
e QUI,
ma al di la del mio punto di vista eravamo arrivati a due deliberazioni
istituzionali (Consiglio Provinciale e Comitato di Ambito Regionale) che
seguendo la procedura prevista dalla legge avevano deciso che il sito del
biodigestore era a Boscalino.
Di
fronte a questo quadro amministrativo apparentemente definitivo sotto il
profilo della pianificazione delle scelte localizzative e impiantistiche
qualche settimana fa c’è una svolta.
Uno
pensa una svolta delle istituzioni che, seguendo le procedure di legge, hanno
deciso di rivedere sia il Piano di Area spezzino che il Piano di Ambito
regionale? No la svolta la produce una lettera di Recos (la società che vuole
realizzare il biodigestore in provincia di Spezia). La società pubblica una
lettera (QUI)
nella quale, annunciando compensazioni economiche ai Comuni interessati dal potenziale
impatto del biodigestore, afferma anche che sta valutando due siti quello di Boscalino
e quello di Saliceti.
A
questo punto uno si aspetta che le istituzioni competenti (Provincia e Regione
in primo luogo quali autorità preposte alla pianificazione della gestione dei
rifiuti urbani) prendano posizione e ricordino ai signori della Recos:
1. il sito del biodigestore è
Boscalino come previsto dal Piano di Area spezzino e di Ambito Regionale
approvati lo scorso Agosto 2018
2. le compensazioni per i territori
con presenza di impianti inquinanti sono disciplinate dalla legge e non possono
essere decise come elargizioni patrimoniali da chi gli impianti li vuole
realizzare (QUI).
Niente di tutto
questo. L’Assessore
all’Ambiente della Regione Liguria, pochi giorni dopo l’uscita di Recos precisamente
ieri 18 marzo, dichiara (QUI) : "Saliceti
o Boscalino? Aspettiamo progetti". Non solo ma sulla Nazione di oggi
(19 marzo) dichiara: “saranno i tecnici a
decidere”.
Quindi
con due battute sui mass media locali l’Assessore ha cancellato la
pianificazione decisa formalmente a livello istituzionale lo scorso agosto e
allo stesso tempo rimuove il ruolo della politica nella vicenda.
Voglio
ricordare all’Assessore che i Piani di Area provinciali relativamente al loro contenuto sono disciplinati
dall’articolo 197 del DLgs 152/2006 dove si afferma che spetta a detti Piani
definire la localizzazione degli impianti di gestione rifiuti. Detti Piani sono
approvati dai Consigli Provinciali, certo dopo una istruttoria anche tecnica ma
con una decisione che alla fine è politica. Il Piano di Area è poi recepito nel
Piano di Ambito Regionale attraverso la approvazione del Comitato di Ambito
composto da: “a) il
Presidente della Giunta regionale o suo delegato; b) gli Assessori
regionali competenti; c) il Sindaco della Città metropolitana o suo
delegato; d) i Presidenti delle province o loro delegati.” Altro che tecnici la decisione finale sulla
pianificazione della gestione dei rifiuti è POLITICA caro signor Giampedrone!.
Ma l’Assessore sulla Nazione di
oggi (19 marzo) cerca di dare una giustificazione allo stravolgimento
istituzionale sopra descritto, non senza affermare una nuova bugia : “non abbiamo
ancora deciso quale delle due aree (Boscalino o Saliceti ndr) verrà scelta” . Allora cosa cavolo avete approvato lo scorso Agosto?
La giustificazione di questo stravolgimento, secondo l’Assessore, è che: “ci sono da trattare 60000 tonnellate/anno di rifiuti organici,perché il fabbisogno è aumentato e verrà trattato materiale anche fuori Provincia”. Caro Assessore i casi sono due o lei è un bugiardo oppure non si ricorda neppure il contenuto dei Piani che lei ha contribuito ad approvare.
La giustificazione di questo stravolgimento, secondo l’Assessore, è che: “ci sono da trattare 60000 tonnellate/anno di rifiuti organici,perché il fabbisogno è aumentato e verrà trattato materiale anche fuori Provincia”. Caro Assessore i casi sono due o lei è un bugiardo oppure non si ricorda neppure il contenuto dei Piani che lei ha contribuito ad approvare.
Le 60.000 ton/anno per il
biodigestore spezzino erano già previste potenzialmente nel Piano di Ambito
regionale approvato ad agosto del 2018come dimostra questa scheda riassuntiva
collocata a pagina 46 del Piano.
In questa scheda si dimostra che
l’impianto è inizialmente tarato per circa 30.000 tonnellate ma le potenzialità ottimali saranno di 60.000 tonnellate/anno.
Domanda: perché se le potenzialità
erano di 60.000 tonnellate si è deciso comunque un sito unico (Boscalino) ed
ora improvvisamente si mette in discussione il sito in una situazione che, in
termini di quantità di rifiuti da trattare è la stessa? Avevano bevuto gli amministratori locali e
regionali quando approvarono quel Piano?
Ora l’Assessore paventa una
procedura per mettere una pezza a questo strame istituzionale, pezza assolutamente
illegittima. La decisione finale sul
sito del biodigestore viene rinviata a: “quando verranno presentati i progetti”, afferma l’Assessore oggi sulla Nazione. In sostanza l’Assessore pensa di
risolvere la questione rinviando alla procedura di VIA del singolo progetto la
decisione finale sul sito tra Boscalino e Saliceti.
Ora intanto voglio ricordare all’Assessore che la
delibera del Consiglio Provinciale spezzino aveva affermato alle pagine 5 e 6: “Recos. SpA ha proposto il sito di Boscalino
per realizzare un impianto adeguato alle produzioni attese dai Comuni della
provincia della Spezia e del flusso previsto dall’area del Tigullio… Recos Spa
ha presentato un progetto preliminare dal quale si evince la adeguatezza del
sito di Boscalino per la realizzazione dell’impianto proposto… la verifica
suggerita da Arpal risulta positivamente risolta dall’esame dei documenti di
progetto, documenti che non erano nella disponibilità dell’Arpal in quanto non
inclusi tra quelle trasmessi per la VAS”! Quindi la compatibilità del sito
di Boscalino con l’ipotesi Biodigestore anche nelle dimensioni prospettate dal
Piano di Ambito Regionale (vedi scheda riportata sopra) era già stata valutata
in sede di pianificazione, mentre ora viene rimessa in discussione senza alcuna
motivazione tecnica ( a proposito del “decideranno i tecnici”!).
Ma c’è
di più perché la questione del sito del biodigestore non può essere decisa dai
progetti e quindi dalla Valutazione di Impatto Ambientale ma deve prevedere una
revisione dei Piani di Area spezzino e di Ambito Regionale con relativa nuova
VAS.
Infatti
prima di tutto è il Piano che decide il
sito non il progetto che modifica il Piano. Ma soprattutto il dimensionamento non riguarda solo l’impianto in se (VIA) ma anche il ruolo che questo impianto avrà nell’area vasta addirittura extra provinciale, questione tipica della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) perché questione tipica della pianificazione/programmazione nella gestione dei flussi dei rifiuti e non solo della mera valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto nel sito specifico (vedi VIA). Si veda in tale sensola
lettera d) comma 4 articolo 13 DLgs
152/2006: "4. Nel rapporto
ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti
significativi che l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe
avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli
alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e
dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso".
Graziosamente l’Assessore parla
di Inchiesta Pubblica per decidere
il sito. Beh di fronte ad amministratori che decidono i siti di impianti
rifiuti come nel gioco delle “tre carte”, le Inchieste Pubbliche immagino
quanto conteranno. Non solo ma l’Inchiesta si farà su progetti precisi e su due
siti creando una sorta di “guerra tra poveri” mentre invece sarebbe stata
necessaria una nuova Pianificazione e una nuova VAS (Valutazione Ambientale
Strategica) basata su scenari alternativi non solo di sito ma anche
impiantistici. Altrimenti la Inchiesta
Pubblica diventa una specie di plebiscito tra due siti e un progetto unico, il
contrario della filosofia di una VAS partecipata : un processo di apprendimento collettivo
nelle decisioni strategiche sull’uso dei territori!
Intanto la Regione prima di
continuare nella sua nuova impostazione faccia una cosa semplice: avvii una Valutazione di Danno Sanitario [NOTA 1] prodotto ad oggi
dalle emissioni odorigene dell’impianto di trattamento rifiuti di Saliceti.
Questo si sarebbe utile per capire davvero quali decisioni prendere nell’interesse
prima di tutto della salute dei cittadini.
[NOTA 1] uno studio sul danno sanitario prodotto dalla
centrale in questi anni attraverso ad esempio la metodologia del monitoraggio ambientale su indicatori di interesse
sanitario
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