Scrivevo
su una lettera che La Nazione del
27/12/1996 gentilmente pubblicò, rivolgendomi all’allora Assessore all’Ambiente
della Provincia: “…..solo nei giorni
scorsi ho saputo, casualmente, che il magnetometro è ora in possesso della
Provincia di Spezia. Tale strumento era stato
in possesso , in precedenza , della Provincia di Milano che lo
utilizzava per controllare le discariche abusive. Lei invece queste cose le
sapeva da oltre 1 anno quindi era
perfettamente in grado di utilizzare al meglio questo strumento anche per
indagini esterne all’area di coltivazione della discarica viste le notizie che
da anni giravano su quell’area e sulle società che gestivano il traffico dei
rifiuti nella nostra Provincia”…..
Domanda perché gli organi
preposti ai controlli in questi 20 anni non hanno mai fatto un controllo ampio
sulle colline di Pitelli? Dobbiamo
sempre sperare in qualche “gola profonda” in qualche pentito, per capire il
livello di diffusione degli smaltimenti anomali in quelle zone del territorio comunale?
A
conferma di quanto sopra rilevo, inoltre, come ancora una volta lo smaltimento illegale
venga trovato non dagli organi ordinari di controllo : Comune, Provincia, Arpal
ma dalla Forestale.....
IL VERO
INQUINAMENTO RIMOSSO È QUELLO DEL GOLFO
Ma
il vero problema che tutti,
ambientalisti "fighi"
compresi, continuano a rimuovere è l'inquinamento in mare...... di cui nessuno
parla, comprese le aree militari.
Le bonifiche, nella parte a mare del sito di
Pitelli, fino ad ora sono state fatte in zone non rilevanti sotto il profilo
dell’inquinamento, ma rilevanti sotto il profilo degli interessi economici
che muovevano.
Scrivevo in questo post (vedi
QUI) del 19/5/2014: “Quello che si continua a
nascondere è che lo studio ICRAM non è solo una mappa (caratterizzazione) della
diffusione dell’inquinamento del golfo ma un vero e proprio Progetto
Preliminare di Bonifica che
nella dizione della allora vigente normativa significa:
1. individuazione
delle aree prioritarie su cui intervenire per il disinquinamento e/o messa in
sicurezza
2. parametri per
definire le aree da bonificare
3. aree
su cu effettuare ulteriori approfondimenti di indagine
4. diverse
modalità e tecniche di bonifica”.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Spero che questo “ritrovamento”
non diventi la scusa per dimenticare l’inquinamento complessivo e ampiamente
conosciuto del sito di Pitelli, ma sia semmai la conferma di quattro assunti che
sostengo da anni, senza essere smentito da nessuno:
1. il sito di Pitelli è ancora in gran parte inquinato e
la sua caratterizzazione non è ancora conclusa sia a terra e che a mare;
2. la declassificazione del sito da Nazionale a Regionale
rischia di lasciare in mano tutta la partita delle bonifiche allo stesso
sistema di potere regionale e locale che ha prodotto il disastro attuale;
3. l’inchiesta spezzina sulle navi dei veleni (riaperta, almeno potenzialmente per ora, in particolare dall’impegno
dell’avvocato Antonini di Legambiente, non dimentichiamolo!) deve essere inserita
nella inchiesta più generale sulla mancata bonifica delle aree inquinate del
nostro golfo (terra e mare) al fine di fare piena luce su tutto quello che non
è stato fatto e si poteva dopo la esplosione dello vicenda di Pitelli;
4. l’Autorità Portuale insieme al Comune di Spezia ha
una enorme responsabilità nella mancata bonifica del nostro golfo (vedi QUI),
responsabilità spesso rimossa da un certo “ambientalismo”
dell’ultima ora
Chi ha autorizzato, controllato e gestito le
vecchie discariche, finite nell'ormai chiuso processo di Pitelli, ha sicuramente delle gravi responsabilità, ma tutti coloro
che successivamente hanno avuto
incarichi di responsabilità istituzionale per ben 19 lunghi anni hanno
identiche se non più gravi responsabilità. Perché a quel punto sapevano,
avevano gli strumenti di legge per agire e non lo hanno fatto, secondo me per
dolo, ma su questo spero indaghi una volta per tutte la magistratura.
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