In vista delle prossime
elezioni a Spezia (ma il discorso si può estendere ovviamente) nessun candidato, quanto meno tra quelli come
dire “che contano” per la vittoria finale (centro destra e centro sinistra), ha
deciso di anticipare la composizione della prossima giunta: nomi, curricula,
storia personale dei componenti anche in rapporto alla città che dovranno o
dovrebbero governare.
Credo sia un errore
gravissimo che mina in anticipo la possibilità di avere una Amministrazione
Comunale efficiente, trasparente e partecipata fuori da mere logiche di bottega
elettorale: della serie io ho avuto più voti di te quindi voglio più assessori
tanto per capirci!
Ma vediamo invece la mia idea di Giunta e come dovrebbe essere costruita e presentata ai cittadini elettori.
QUANDO E COME
PRESENTARE LA GIUNTA
Il Sindaco eletto dai
cittadini dovrebbe costruire intorno a sé una squadra di professionisti di
sua fiducia (competenti nei settori di cui dovranno occuparsi) mentre il
consiglio comunale dovrebbe essere il primo controllore del rispetto del
programma presentato dal Sindaco.
La giunta proposta dal candidato Sindaco deve essere presentata fin dal primo turno elettorale nel caso di Comuni a doppio turno come ad esempio Spezia.
Così la finiamo con il
mercato delle vacche preelettorale per i posti di assessore, con le listine
fatte ad hoc per avere un posto prima in consiglio per poi ricattare il sindaco
per un posto di assessore, e soprattutto con assessori che non sanno
minimamente di cosa si occupano o ripetono a pappagallo quello che gli
riferiscono dirigenti e consulenti. Non si venga a dire che non indicare
subito gli assessori garantisce maggiore autonomia al Sindaco, semmai è proprio
il contrario oltre al fatto che indicarli ad elezioni avvenute è un atto di non
trasparenza verso gli elettori che hanno diritto di sapere chi li governerà visto
che il Sindaco “faccio tutto io” non esiste e anzi produce danni alla città che
si vuole amministrare e ci sono vari esempi in questo senso oltre al fatto che
Sindaci “tuttologi” esistono solo nelle favole politichesi!
Diciamo la verità in
realtà non indicare subito la giunta prima delle elezioni è segno di debolezza
politica del candidato perché dimostra che la coalizione non è così solida per
cui indicare i nomi della giunta può andare in conflitto con gli “appetiti” dei
vari partitini e listine presenti nella coalizione, quindi indicare la giunta
dopo le elezioni vuol dire che la composizione della giunta dipenderà dai
risultati elettorali con successiva nomina partitica in un ruolo che è invece di
gestione tecnico amministrativo mentre il ruolo politico è di chi è eletto
direttamente dai cittadini: Sindaco e Consiglieri Comunali, che ricordiamo
proprio per questo possono sempre sfiduciare gli assessori soprattutto il
Sindaco visto che è lui a nominarli formalmente.
Gli assessori indicati dovrebbero accompagnare il candidato Sindaco nella campagna elettorale spiegando la loro visione di governo del settore che verrà a loro assegnato e accogliendo le richieste dei cittadini.
Prima della formalizzazione della nomina, dopo l’elezione del Sindaco, gli assessori dovrebbero svolgere apposite audizioni pubbliche davanti al Consiglio Comunale per spiegare le loro competenze e come intendono attuare tecnicamente il programma del Sindaco, come avviene per le audizioni dei Ministri statunitensi o dei Commissari della UE alle loro rispettive assemblee elettive di riferimento.
SULLA NATURA
GIURIDICO AMMINISTRATIVA DEGLI ASSESSORI CI SONO DUE SCENARI POSSIBILI:
Il primo è quello di assessori competenti nel loro settore ma
distinti dai dirigenti/direttori delle macro aree in cui è organizzato il
Comune, anche in questo caso ovviamente dovranno essere nominati attraverso il
percorso indicato in precedenza.
Il secondo vede gli assessori identificati con i Direttori
delle macro aree di cui si occupano, avendo ovviamente le competenze
riconosciute da curriculum valutato da soggetti tecnici indipendenti scelti da
maggioranza e opposizione e che andrebbero definiti già in campagna elettorale
(qui siamo nel difficile vista la totale mancanza di obiettività nella gestione
della cosa pubblica della nostra classe politica locale e non solo ma per me
resta valida d’altronde prima o poi bisogna cominciare).
Ma soprattutto
l'attuazione di questa proposta romperebbe il giocattolino del potere
immenso degli attuali 4/5 dirigenti apicali che si riconfermano ad ogni
nuova sindacatura, finito il mandato del Sindaco a casa i
Direttori/assessori e si ricomincia.
Qualcuno dirà e la
separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale? Questa resta; le autorizzazioni le daranno i
dirigenti settoriali come avviene tutt'ora, sulla base di una istruttoria
coordinata/vigilata dai Direttori delle macro aree, ma si romperà il vero
meccanismo che non permette la separazione tra queste due funzioni: il
prolungarsi all’infinito nel proprio ruolo di dirigenti apicali di 4 o 5
persone per decenni come avviene ad oggi nel Comune di Spezia.
È chiaro che se per oltre
20 anni decidono sempre i soliti non ci potrà essere alcuna garanzia seria
della separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale per
il semplice motivo che il Dirigente a vita diventa una sorta di dominus
incontrastato nel proprio campo, inattaccabile e incontrollabile dall’assessore
di turno che quasi sempre è incompetente nel settore dell’assessorato di cui è
incaricato. Andate a vedere il curriculum vitae degli assessori comunali uscenti
della giunta spezzina: solo 4 hanno una relativa competenza professionale nei
settori loro affidati, ben 8 non c’entrano un tubo con il settore di cui si occupano.
MA QUANTI
ASSESSORI SERVONO SE SI SEGUE IL CRITERIO DELLA TRASPARENZA E DELLA COMPETENZA
In tutto bastano 4
Assessori/Direttori:
1. programmazione/ attività
produttive/commercio/pianificazione/ambiente
2.bilancio/finanze
locali/partecipazioni comunali
3. trasporti/traffico/viabilità/lavori
pubblici
4. sociale, cultura, scuola
Non c'è la sanità non perchè non sia importante, ovviamente, ma perché la delega deve restare al Sindaco come massima autorità sanitaria sul territorio comunale e perché, al di la delle altre deleghe sopra elencate, sulla sanità il Comune non ha compiti gestionali ma compiti di vigilanza e indirizzo rispetto alle competenze svolte dalla Regione.
Per il resto:
1. basta con assessorati alla partecipazione, alle cooperazioni internazionali: la coooperazione può essere svolta dagli uffici su indirizzo politico del consiglio, la partecipazione deve essere parte integrante di tutta la macchina comunale e non servire per dare un posto al politico di turno che non ha voglia di lavorare.
2. basta con gli assessorati che si occupano di cose tecniche (toponomastica, servizi demografici, polizia municipale, politiche comunitarie, nuove tecnologie, arredo e decoro urbano, diritti degli animali) di queste cose si devono occupare gli uffici su indirizzi/vigilanza delle apposite commissioni consiliari e del Sindaco.
QUALI STRUMENTI GIUIRIDICO AMMINISTRATIVI PER ORGANIZZARE LA GIUNTA NEL MODO SOPRA DESCRITTO
Per dare una organizzazione come quella sopra descritta non servono riforme legislative, la Autonomia Statutaria permette di organizzare le competenze degli assessori anche ad integrazione di quanto previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, infatti solo le competenze del Consiglio Comunale sono fissate esclusivamente ex lege, mentre il secondo comma dell’articolo 48 del Testo Unico degli Enti Locali riconosce in capo alla giunta una competenza generale residuale da articolarsi di volta in volta secondo i principi dello Statuto e dei regolamenti dell'Ente.
P.S.
Qualcuno ha sostenuto: “ma
tu vuoi fare come in America che al cambio politico cambiano anche i
burocrati ma così la burocrazia diventa ostaggio della politica”. Mi
verrebbe da scrivere magari ma lasciamo perdere gli USA e le facili battute e
comunque la questione andrebbe posta diversamente come spiego analizzando una
giunta comunale di qualche anno fa del Comune di Spezia QUI.
Pongo invece una domanda a
questi signori: ma perché ora come funziona? Non la politica ma il circuito
democratico è ostaggio di una burocrazia “ottuagenaria” senza reali controlli,
e questo non avviene perché la politica controlli la burocrazia ma perché la
politica oggi punta tutto alla sua sopravvivenza come ceto. Il tassello di
unione tra interessi di autonomia dei burocrati e dei politici è oggi la
politica marketing volta alla sopravvivenza reciproca dei due ceti che mettono
in atto gli interessi forti che si muovono sul territorio fuori dal circuito
democratico. Non si va a governare per attuare un programma discusso con i
cittadini, si va a governare per mediare interessi tra ceti interni ed esterni
alla Pubblica Amministrazione. Non si capisce di chi sia la responsabilità
per la mancata attuazione dei programmi perché non esistono momenti di vera
valutazione pubblica e anzi il tutto è supportato dalla frammentazione delle
competenze istituzionali: i processi decisionali ambientali ed urbanistici sono
un esempio da manuale di tutto ciò.
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