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venerdì 6 maggio 2022

Quale modello di giunta comunale: una proposta per le prossime elezioni

In vista delle prossime elezioni a Spezia (ma il discorso si può estendere ovviamente)  nessun candidato, quanto meno tra quelli come dire “che contano” per la vittoria finale (centro destra e centro sinistra), ha deciso di anticipare la composizione della prossima giunta: nomi, curricula, storia personale dei componenti anche in rapporto alla città che dovranno o dovrebbero governare.

Credo sia un errore gravissimo che mina in anticipo la possibilità di avere una Amministrazione Comunale efficiente, trasparente e partecipata fuori da mere logiche di bottega elettorale: della serie io ho avuto più voti di te quindi voglio più assessori tanto per capirci!

Ma vediamo invece la mia idea di Giunta e come dovrebbe essere costruita e presentata ai cittadini elettori.

 

 

QUANDO E COME PRESENTARE LA GIUNTA

Il Sindaco eletto dai cittadini dovrebbe costruire intorno a sé una squadra di professionisti di sua fiducia (competenti nei settori di cui dovranno occuparsi) mentre il consiglio comunale dovrebbe essere il primo controllore del rispetto del programma presentato dal Sindaco.

La giunta proposta dal candidato Sindaco deve essere presentata fin dal primo turno elettorale nel caso di Comuni a doppio turno come ad esempio Spezia.

Così la finiamo con il mercato delle vacche preelettorale per i posti di assessore, con le listine fatte ad hoc per avere un posto prima in consiglio per poi ricattare il sindaco per un posto di assessore, e soprattutto con assessori che non sanno minimamente di cosa si occupano o ripetono a pappagallo quello che gli riferiscono dirigenti e consulenti. Non si venga a dire che non indicare subito gli assessori garantisce maggiore autonomia al Sindaco, semmai è proprio il contrario oltre al fatto che indicarli ad elezioni avvenute è un atto di non trasparenza verso gli elettori che hanno diritto di sapere chi li governerà visto che il Sindaco “faccio tutto io” non esiste e anzi produce danni alla città che si vuole amministrare e ci sono vari esempi in questo senso oltre al fatto che Sindaci “tuttologi” esistono solo nelle favole politichesi!

Diciamo la verità in realtà non indicare subito la giunta prima delle elezioni è segno di debolezza politica del candidato perché dimostra che la coalizione non è così solida per cui indicare i nomi della giunta può andare in conflitto con gli “appetiti” dei vari partitini e listine presenti nella coalizione, quindi indicare la giunta dopo le elezioni vuol dire che la composizione della giunta dipenderà dai risultati elettorali con successiva nomina partitica in un ruolo che è invece di gestione tecnico amministrativo mentre il ruolo politico è di chi è eletto direttamente dai cittadini: Sindaco e Consiglieri Comunali, che ricordiamo proprio per questo possono sempre sfiduciare gli assessori soprattutto il Sindaco visto che è lui a nominarli formalmente.

Gli assessori indicati dovrebbero accompagnare il candidato Sindaco nella campagna elettorale spiegando la loro visione di governo del settore che verrà a loro assegnato e accogliendo le richieste dei cittadini.  

Prima della formalizzazione della nomina, dopo l’elezione del Sindaco, gli assessori dovrebbero svolgere apposite audizioni pubbliche davanti al Consiglio Comunale per spiegare le loro competenze e come intendono attuare tecnicamente il programma del Sindaco, come avviene per le audizioni dei Ministri statunitensi o dei Commissari della UE alle loro rispettive assemblee elettive di riferimento.

 

 

SULLA NATURA GIURIDICO AMMINISTRATIVA DEGLI ASSESSORI CI SONO DUE SCENARI POSSIBILI:

Il primo è quello di assessori competenti nel loro settore ma distinti dai dirigenti/direttori delle macro aree in cui è organizzato il Comune, anche in questo caso ovviamente dovranno essere nominati attraverso il percorso indicato in precedenza.

 

Il secondo vede gli assessori identificati con i Direttori delle macro aree di cui si occupano, avendo ovviamente le competenze riconosciute da curriculum valutato da soggetti tecnici indipendenti scelti da maggioranza e opposizione e che andrebbero definiti già in campagna elettorale (qui siamo nel difficile vista la totale mancanza di obiettività nella gestione della cosa pubblica della nostra classe politica locale e non solo ma per me resta valida d’altronde prima o poi bisogna cominciare).

Ma soprattutto l'attuazione di questa proposta romperebbe il giocattolino del potere immenso degli attuali 4/5 dirigenti apicali che si riconfermano ad ogni nuova sindacatura, finito il mandato del Sindaco a casa i Direttori/assessori e si ricomincia. 

Qualcuno dirà e la separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale? Questa resta; le autorizzazioni le daranno i dirigenti settoriali come avviene tutt'ora, sulla base di una istruttoria coordinata/vigilata dai Direttori delle macro aree, ma si romperà il vero meccanismo che non permette la separazione tra queste due funzioni: il prolungarsi all’infinito nel proprio ruolo di dirigenti apicali di 4 o 5 persone per decenni come avviene ad oggi nel Comune di Spezia.   

È chiaro che se per oltre 20 anni decidono sempre i soliti non ci potrà essere alcuna garanzia seria della separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale per il semplice motivo che il Dirigente a vita diventa una sorta di dominus incontrastato nel proprio campo, inattaccabile e incontrollabile dall’assessore di turno che quasi sempre è incompetente nel settore dell’assessorato di cui è incaricato. Andate a vedere il curriculum vitae degli assessori comunali uscenti della giunta spezzina: solo 4 hanno una relativa competenza professionale nei settori loro affidati, ben 8 non c’entrano un tubo con il settore di cui si occupano.

 

 

MA QUANTI ASSESSORI SERVONO SE SI SEGUE IL CRITERIO DELLA TRASPARENZA  E DELLA COMPETENZA

In tutto bastano 4 Assessori/Direttori:

1. programmazione/ attività produttive/commercio/pianificazione/ambiente  

2.bilancio/finanze locali/partecipazioni comunali

3. trasporti/traffico/viabilità/lavori pubblici

4. sociale, cultura, scuola

Non c'è la sanità non perchè non sia importante, ovviamente, ma perché la delega deve restare al Sindaco come massima autorità sanitaria sul territorio comunale e perché, al di la delle altre deleghe sopra elencate, sulla sanità il Comune non ha compiti gestionali ma compiti di vigilanza e indirizzo rispetto alle competenze svolte dalla Regione. 

Per il resto:

1. basta con assessorati alla partecipazione, alle cooperazioni internazionali: la coooperazione può essere svolta dagli uffici su indirizzo politico del consiglio, la partecipazione deve essere parte integrante di tutta la macchina comunale e non servire per dare un posto al politico di turno che non ha voglia di lavorare. 

2. basta con gli assessorati che si occupano di cose tecniche (toponomastica, servizi demografici, polizia municipale, politiche comunitarie, nuove tecnologie, arredo e decoro urbano, diritti degli animali) di queste cose si devono occupare gli uffici su indirizzi/vigilanza delle apposite commissioni consiliari e del Sindaco.



QUALI STRUMENTI GIUIRIDICO AMMINISTRATIVI PER ORGANIZZARE LA GIUNTA NEL MODO SOPRA DESCRITTO

Per dare una organizzazione come quella sopra descritta non servono riforme legislative, la Autonomia Statutaria permette di organizzare le competenze degli assessori anche ad integrazione di quanto previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, infatti solo le competenze del Consiglio Comunale sono fissate esclusivamente ex lege, mentre il secondo comma dell’articolo 48 del Testo Unico degli Enti Locali riconosce in capo alla giunta una competenza  generale residuale da articolarsi di volta in volta secondo i principi dello Statuto e dei regolamenti dell'Ente. 



P.S. 

Qualcuno ha sostenuto: “ma tu vuoi fare come in America che al cambio politico cambiano anche i burocrati ma così la burocrazia diventa ostaggio della politica”.  Mi verrebbe da scrivere magari ma lasciamo perdere gli USA e le facili battute e comunque la questione andrebbe posta diversamente come spiego analizzando una giunta comunale di qualche anno fa del Comune di Spezia QUI.

Pongo invece una domanda a questi signori: ma perché ora come funziona? Non la politica ma il circuito democratico è ostaggio di una burocrazia “ottuagenaria” senza reali controlli, e questo non avviene perché la politica controlli la burocrazia ma perché la politica oggi punta tutto alla sua sopravvivenza come ceto. Il tassello di unione tra interessi di autonomia dei burocrati e dei politici è oggi la politica marketing volta alla sopravvivenza reciproca dei due ceti che mettono in atto gli interessi forti che si muovono sul territorio fuori dal circuito democratico. Non si va a governare per attuare un programma discusso con i cittadini, si va a governare per mediare interessi tra ceti interni ed esterni alla Pubblica Amministrazione.  Non si capisce di chi sia la responsabilità per la mancata attuazione dei programmi perché non esistono momenti di vera valutazione pubblica e anzi il tutto è supportato dalla frammentazione delle competenze istituzionali: i processi decisionali ambientali ed urbanistici sono un esempio da manuale di tutto ciò.

 

 

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