Una delle motivazioni
adotte da chi continua a sostenere che il dragaggio del golfo, anche se fossero state violate le
prescrizioni autorizzatorie, non ha prodotto danni gravi all’ambiente è quello
per cui, soprattutto per il molo Fornelli, si è dragato in aree che non erano
inquinate significativamente e quindi non erano da bonificare. Questa tesi nasconde una finalità molto
chiara: se non c’era necessità di bonificare le prescrizioni dovevano essere
solo quelle per la normativa sui dragaggi (più permissiva di quella sulle
bonifiche).
Il problema è che questa
tesi non ha alcun fondamento e per smontarla è sufficiente mettere a confronto
due mappe tratte dal progetto di bonifica del golfo nell’ambito della
perimetrazione della parte a mare del sito di Pitelli: il c.d. Piano ICRAM
(vedi QUI per il testo)
Come ho già più volte
avuto modo di precisare il Progetto Preliminare dell’ICRAM non è un
semplice studio a valenza scientifica ma è attuativo del Decreto
Ministeriale che ha istituito e perimetrato il sito di bonifica di Pitelli a
sua volta in attuazione della legge nazionale, all’epoca ancora il DLgs 22/1997
(articolo 17). Il Progetto è stato approvato con Conferenza dei Servizi del 24
marzo 2004.
Quindi quando contenuto in
quel documento ha carattere prescrittivo per chiunque decida di avviare
attività di dragaggio/bonifica del nostro golfo
Vediamole queste due mappe[1]:
La prima (qui a sinistra) riguarda la classificazione sulla base della tipologia di
inquinanti presenti, ai fini di un eventuale trattamento di decontaminazione:
1. sedimenti contaminati prevalentemente da
metalli;
2. sedimenti contaminati prevalentemente da inquinanti
organici. (pag. 113 doc ICRAM)
Le aree
gialle sono anch’esse da bonificare ma hanno livelli di inquinamento meno
elevati delle rosse.
La seconda (qui a destra) invece
è la mappa complessiva (figura 68), che tiene
conto delle elaborazioni di tutti i
dati ad oggi disponibili di ciascuno strato di sedimento, indicante la superficie su cui non
risulta necessario effettuare interventi di bonifica (aree verdi), quella su cui invece ne
viene evidenziata l’esigenza e le “aree di incertezza”[2] così come sopra definite (pag.
120).
Conclusioni:
risulta con chiarezza dalle mappe sopra riportate che sia per il Molo Garibaldi che per il Molo Fornelli le
aree di mare da dragare erano interessate da una presenza di inquinamento tale
da comportare la bonifica dragaggio.
Quindi è certo che un non corretto dragaggio abbia potuto
rilasciare sostanze inquinanti nel nostro golfo per entrambi i campi di
dragaggio dei due moli. Ovviamente andrà dimostrata la esistenza di questo
danno e il nesso di causalità e questo sarà oggetto della inchiesta in corso
avviata come sappiamo ormai da mesi dalla Procura del Tribunale della Spezia.
[1] FONTE: ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica
Applicata al Mare) - PROGETTO PRELIMINARE DI BONIFICA DELL’AREA MARINA INCLUSA
NELLA PERIMETRAZIONE DEL SITO DI
BONIFICA DI INTERESSE NAZIONALE DI
PITELLI
[2] aree che potrebbero essere definite “aree di incertezza”, poiché in
esse, essendo molto vicine alla costa e in prossimità di banchine, vi è un
accumulo maggiore di sedimenti, e questo comporta che l’estensione delle
elaborazioni relative alle aree limitrofe non risulti del tutto adeguata. Su
tali aree, quindi, non si può escludere la necessità di una bonifica, e di
conseguenza, prima di procedere a qualsiasi tipo di intervento, sarà necessario
eseguire un ulteriore approfondimento di indagine. In considerazione delle
caratteristiche delle aree specifiche, tale approfondimento potrebbe essere
spinto anche oltre le profondità di indagine previste dal piano ICRAM. (pag.
105/106 doc ICRAM)
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