Il Piano (QUI)
parte da una disamina dei provvedimenti di emergenze per favorire l’afflusso
del GNL di cui ho trattato in questo blog (QUI).
Il Piano tiene conto anche
del Regolamento UE sulla riduzione del consumo di gas per gli Stati membri con
le possibili deroghe per l’Italia.
Si promuove anche la
massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano
combustibili diversi dal gas quali: carbone, olio combustibile e bioliquidi.
Si fanno poi una serie di
possibili misure di contenimento dei consumi di gas ed energetici in generale.
Resta comunque la tendenza
di fondo a continuare a promuovere la sostituzione del gas russo con quello da
altri produttori: su 30 miliardi di Smc di gas russo da sostituire ben 25
sostituiti con altro gas e solo il resto con riduzione di consumi e fonti
rinnovabili.
Ma vediamo nel merito una descrizione sintetica di questo Piano...
GNL
In Premessa il Piano
ricorda i provvedimenti di emergenza attuati in materia di stoccaggi, di
diversificazione delle fonti di approvvigionamento (vedi contratto con Algeria)
e di import di GNL, in particolare su questo ultimo il Governo, in
coordinamento con ENI e con SNAM, si è attivato per garantire
approvvigionamenti di GNL da nuove rotte, in particolare: sino a 3,5 miliardi
di Smc dall’Egitto, sino a 1,4 miliardi di Smc dal Qatar, sino a 4,6 miliardi
di Smc progressivamente dal Congo, e circa 3,0-3,5 miliardi di Smc da forniture
in fase di negoziazione da atri Paesi quali Angola, Nigeria, Mozambico,
Indonesia e Libia. In questo senso è stato adottato dal MiTE un atto di
indirizzo (22 marzo 2022) chiedendo a SNAM di procedere all’acquisizione di due
FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) di capacità di circa 5 miliardi
di Smc ciascuna, segnalando al contempo ad ARERA la necessità di definire il
quadro regolatorio di tali infrastrutture, fermo restando il possibile impiego
di altri canali di finanziamento e fondi europei. Sono state introdotte
procedure di autorizzazione accelerate e semplificate, mediante la nomina di
Commissari straordinari coincidenti con i Presidenti delle due Regioni
interessate, la Toscana e l’Emilia-Romagna, finalizzate a installare le nuove
unità di rigassificazione e stoccaggio galleggianti. L’obiettivo del Governo è
quello di arrivare ad avere in esercizio al più presto, entro i primi mesi del
2023, il primo rigassificatore galleggiante e, successivamente e comunque entro
il 2024, anche il secondo impianto. Ciò, si sottolinea, è fondamentale
soprattutto per poter affrontare l’inverno 2023 – 2024, considerato che con
molta probabilità gli stoccaggi saranno pienamente utilizzati nella stagione
invernale 2022-2023 e dunque occorrerà ricostituire adeguatamente le riserve.
L’insieme delle iniziative messe in campo consente di sostituire entro il 2025
circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di
diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con
politiche di efficienza energetica
BIOMETANO
Nel settore dei gas
rinnovabili, si è dato grande impulso allo sviluppo del biometano, che presenta
un potenziale di circa 2,5 miliardi di Smc al 2026 ma in progressivo aumento
già dal 2022, nonché agli investimenti a favore della produzione e dell’impiego
di idrogeno. Biometano che sta in piedi prevalentemente con gli incentivi pubblici (QUI).
REGOLAMENTO UE RIDUZIONE
CONSUMI GAS
Il Consiglio Ministri UE per l’Energia del 26 luglio 2022 ha approvato la proposta di Regolamento presentata dalla Commissione europea al fine di aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell’UE attraverso la riduzione dei consumi di gas naturale nel periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023. Il Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022 è stato pubblicato nella GUUE in data 8 agosto 2022.
Il Regolamento UE prevede misure sia volontarie che obbligatorie:
Le misure volontarie di riduzione della domanda che gli Stati membri sono
chiamati ad adottare fra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, devono tendere a
ridurre i consumi nazionali di gas di almeno il 15% rispetto alla media dello
stesso periodo di 8 mesi nei cinque anni precedenti.
Le misure obbligatorie di riduzione della domanda, da preparare in anticipo
e da mettere in funzione all’attivazione dello stato di ‘Allerta UE’,
dovranno invece mantenere un tetto ai consumi di ciascuno Stato membro, dal
momento in cui viene dichiarato e per tutto il periodo in cui dura lo stato di
“Allerta UE”, inferiore del 15% rispetto all'ammontare dei consumi nazionali di
gas nel corrispondente periodo all’interno della finestra temporale 1° agosto
2022 - 31 marzo 2023, calcolato con riferimento alla media nei cinque anni
precedenti.
Il Regolamento prevede, al
tempo stesso, alcune esenzioni e la possibilità di chiedere una deroga
all'obiettivo di riduzione obbligatoria, al fine di tenere conto di situazioni
particolari degli Stati membri e garantire che le riduzioni di gas siano
efficaci per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento nell'UE. Nel caso
dell’Italia, in base ai criteri del Regolamento, considerando i consumi di gas
nel periodo 1° agosto - 31 marzo dei 5 anni antecedenti al 2022, sulla base dei
dati forniti da SNAM, il volume medio complessivo da considerare come
riferimento iniziale su cui parametrare le misure è pari a 55,1 miliardi di
Smc. I consumi previsti nel periodo considerato sono di 54,8 miliardi di Smc,
lievemente inferiore alla media degli ultimi 5 anni.
Ciò implica che le misure
volontarie di riduzione della domanda ammontano a 8,2 miliardi di Smc di gas
naturale
Deroghe agli obblighi
del regolamento UE applicabili all’Italia
Dal momento che entrambi i
valori (volumi di gas derivanti dal superamento del target di riempimento degli
stoccaggi al 1° agosto 2022 e volumi di gas consumati come materia prima) vanno
sottratti al volume complessivo di gas del periodo di riferimento, dal valore
di consumo di riferimento iniziale di 55,1 miliardi di Smc di gas si passa a
quello di 51,6 miliardi di Smc. Nel caso di “Allerta UE”, l’Italia ritiene di
avere diritto a usufruire della deroga prevista dall’articolo 5, comma 7, del
Regolamento, data la situazione delle sue capacità di trasporto ai punti di
interconnessione.
In particolare, l’Italia
rientra pienamente nella possibilità di limitare la riduzione obbligatoria
della domanda dell’8% rispetto al 15% previsto dall’art. 5.7 del Regolamento.
Pertanto, in caso di “Allerta UE”, il sistema italiano del gas ha i requisiti
previsti per ottenere una riduzione al 7% del tetto ai consumi storici.
Pertanto, l’obiettivo di riduzione del 7%, in caso di “Allerta UE”, comporta
che l’Italia sarebbe chiamata a effettuare una riduzione dei propri consumi di
3,6 miliardi di Smc di gas naturale.
PIANO NAZIONALE DI
CONTENIMENTO DEI CONSUMI DI GAS
Massimizzazione della
produzione di energia elettrica con combustibili diversi dal gas
Per ridurre il consumo di
gas rispetto al tendenziale, un contributo di diversificazione ulteriore
rispetto all’apporto delle rinnovabili può essere ottenuto dalla
massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano
combustibili diversi dal gas (carbone, olio combustibile e bioliquidi), già
oggi sostenuta dagli alti prezzi dell’energia elettrica sul mercato. In
particolare, è stato stimato che la massimizzazione della produzione a carbone
e olio delle centrali esistenti regolarmente in servizio contribuirebbe per il
periodo 1° agosto 2022 - 31 marzo 2023 a una riduzione di circa 1,8 miliardi di
Smc.
Sotto l’ipotesi di
massimizzazione del potenziale a partire dal mese di ottobre 2022, si
eviterebbe il ricorso al consumo di gas per circa 290 milioni m3 di gas, mentre,
iniziando dal mese di novembre 2022, sarebbe di poco superiore a 200 milioni m3
di gas (assumendo un rendimento di produzione termoelettrica del 56.4%, come
nella analisi ENEA sui potenziali risparmi nel settore residenziale). Pertanto,
da tale misura è stimato un contributo complessivo di risparmio di gas, nel
periodo di riferimento, di 2,1 miliardi di m3 di gas naturale.
Con atto di indirizzo del
MiTE del 1° settembre 2022 è stato chiesto a Terna di dare avvio al Piano di
massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi
dal gas naturale in attuazione dell’articolo 5-bis del decretolegge 25 febbraio
2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28,
oggetto poi di modifiche tramite l’articolo 12 del decreto-legge 17 maggio
2022, n. 50 (QUI).
Misura amministrativa
di contenimento del riscaldamento
Questa misura prevede
azioni amministrative che riducano il consumo di gas per il riscaldamento
mediante l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore
giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione
delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano.
In particolare:
1. Articolo 19-quater del decreto legge n. 17 del 1° marzo
2022 che è intervenuto sul riscaldamento degli edifici pubblici
2. Decreto MiTE del 6
ottobre 2022 ha le speciali modalità di funzionamento degli impianti termici di
climatizzazione alimentati a gas naturale nella stagione invernale 2022-2023.
Controlli assegnati alle
autorità competenti designate dalle Regioni.
Misure comportamentali
(a costo zero)
Le misure comportamentali
a costo zero sono implementabili attraverso una campagna di sensibilizzazione,
con il supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di ENEA (QUI), al fine
di suggerire una serie di comportamenti virtuosi che potranno contribuire,
anch’essi, a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta
degli utenti e impatti positivi anche sull’ambiente.
Misure comportamentali
(con investimento iniziale)
Ulteriori risparmi possono
conseguirsi con misure comportamentali che richiedono investimenti anche
piccoli da parte degli utenti, ad esempio con investimenti per la sostituzione
di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione
di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di
calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di
pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine
tradizionali con quelle a led. Enea ha calcolato un risparmio di circa 1
miliardo di Smc. Tali misure ricadono già in buona parte in regime assistito
(detrazioni fiscali, conto termico…), ma richiedono un certo periodo di tempo
per la determinazione degli effetti ai fini della riduzione della domanda. Si
assume cautelativamente un impatto sul risparmio nel periodo considerato di 200
milioni di Smc, a fronte di un potenziale superiore a 1 miliardo di Smc
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