Di seguito pubblico una sintesi dei più recenti studi internazionali, comunitari e
nazionali in materia di effetto serra e mutamenti climatici. Alla
sintesi segue il link al testo degli studi.
Rapporto Ispra su emissioni
nazionali di gas serra: Indicatori di efficienza e decarbonizzazione nei
principali Paesi Europei
Nel
rapporto sono esaminate le dinamiche temporali di diversi indicatori energetici
ed economici del Paese in relazione alle emissioni di gas a effetto serra. Gli indicatori
nazionali sono confrontati con quelli dei principali Paesi europei. E’ stato
analizzato il ruolo dei fattori che determinano l’andamento delle emissioni di
gas serra, quali crescita economica, composizione del mix di fonti fossili e
rinnovabili, efficienza di trasformazione e fattori di emissione dei
combustibili.
TESTO
DOCUMENTO: QUI
Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede
cambiamenti rapidi, lungimiranti e senza precedenti in tutti gli aspetti della
società, afferma l’IPCC in un nuovo rapporto.
TESTO
COMUNICATO: QUI
Si
tratta del documento approvato alla
sessione conclusiva del simposio Health and Climate Change (QUI), presso l’Istituto Superiore di
Sanità, al termine di tre giorni di dibattiti e di riflessioni tra 500
ricercatori esperti su salute e cambiamenti climatici.
La carta, contiene 24 raccomandazioni tra i quali: ambiente e salute,
scenari cambiamenti climatici
La Commissione europea ha adottato una visione strategica
di lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e a impatto
climatico zero entro il 2050 – Un pianeta pulito per tutti.
La strategia evidenzia come l'Europa possa
avere un ruolo guida per conseguire un impatto climatico zero, investendo in
soluzioni tecnologiche realistiche, coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli
interventi in settori fondamentali, quali la politica industriale, la finanza o
la ricerca — garantendo nel contempo equità sociale per una transizione giusta.
TESTO DOCUMENTO UE: QUI.
L’Osservatorio è un sistema web che fornisce un servizio operativo
semi-automatico, dettagliato e tempestivo per il monitoraggio della siccità.
L’Osservatorio è a supporto di decisori,
autorità idriche, ricercatori,
agricoltori ed altri stakeholders. Informazioni scientifiche aggiornate e
liberamente disponibili tramite WebGIS, Open Data e funzioni avanzate per
affrontare un fenomeno complesso, sempre più frequente e dannoso.
LINK
ALL’OSSERVATORIO: QUI.
Temperature globali degli ultimi 4anni
Dati
forniti dal Copernicus Climate
Change Service (C3S) mostrano che il 2018 è
stato il quarto di una serie di anni eccezionalmente caldi e, insieme al
servizio di monitoraggio dell'atmosfera di Copernicus (CAMS), C3S riporta che
le concentrazioni di CO2 nell'atmosfera hanno continuato a salire
Il C3S fornisce informazioni sul clima passato, presente e futuro, nonché
strumenti per consentire la mitigazione dei cambiamenti climatici e le
strategie di adattamento da parte dei responsabili politici e delle imprese.
SITO C3S: QUI.
Si
tratta del Progetto ASTI (CNR). Il progetto ha lo scopo di progettare,
implementare, validare e pilotare una serie di sistemi di previsione per la predizione
a breve termine dell'effetto isola di calore urbano (UHI) durante le ondate di
calore e il loro impatto sulla salute nelle due città mediterranee di Salonicco
e Roma. Gli strumenti sviluppati saranno utilizzati anche per valutare
l'impatto degli scenari futuri sui cambiamenti climatici su UHI su Salonicco e
Roma e per quantificare l'esito della promozione di piani di mitigazione per
combattere l'effetto UHI nelle due città selezionate. Ciò porterà allo sviluppo
di strategie per un migliore adattamento e mitigazione degli impatti UHI
durante le ondate di caldo estive, una riduzione del rischio di ondate di
calore nelle aree metropolitane e una migliore attuazione delle politiche di
efficienza energetica nelle città europee.
LINK
PROGETTO ASTI : QUI.
Si
tratta di una pubblicazione dell’ISPRA. Vengono
affrontati tre settori sui quali le città hanno la possibilità di intervenire: la mobilità
urbana (capitoli 2 e 3), il risparmio di energia (capitolo 4 e 5) e la
produzione di energia da fonti rinnovabili (capitolo 6 e 7). I
capitoli per ogni settore sono due: il primo fornisce una panoramica
delle azioni possibili e degli strumenti a disposizione di un Ente Locale
per abbattere le emissioni di gas serra; il secondo una selezione di buone
pratiche cui ispirarsi.
TESTO
PUBBLICAZIONE: QUI.
Si
tratta di uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters da un
team di ricercatori spagnoli e statunitensi e dal Department of Geosciences
della Princeton University,
Lo
studio esamina la risposta degli uragani nel Mediterraneo( Medicanes) al
riscaldamento globale utilizzando un modello climatico accoppiato globale di 25
km sviluppato di recente, che presenta una rappresentazione realistica dei
Medicanes nelle condizioni climatiche attuali. Si è constatato che nonostante
una diminuzione della frequenza, i Medicanes diventano potenzialmente più
pericolosi nel tardo secolo, durano più a lungo e producono venti e piogge più
forti. Questi cambiamenti sono associati a una struttura di uragano più robusta
e sono principalmente limitati all'autunno. Pertanto, il continuo riscaldamento
antropogenico aumenterà i rischi associati ai Medicanes anche in uno scenario
intermedio (Representative Concentration Pathway, RCP4.5), con potenziali
conseguenze naturali e socioeconomiche.
T ESTO
STUDIO : QUI.
Secondo
il Parere Molti strumenti finanziari
possono essere messi a disposizione della lotta contro i cambiamenti climatici,
ma i finanziamenti arriveranno soltanto se l’Europa dispone di un piano
coerente con una direzione chiara e a lungo termine . A tal fine il
Parere definisce gli elementi di questo piano.
TESTO
PARERE: QUI.
Analisi a cura dell’ISPRA. La comunicazione trimestrale di tali dati permette
di informare in modo regolare sull’andamento delle emissioni e nel contempo di
mostrare le interrelazioni tra economia
e ambiente.
Nel
secondo trimestre del 2018 la stima tendenziale delle emissioni dei gas serra
prevede un leggero aumento rispetto
all’anno precedente, pari allo 0,2% a fronte di una maggiore crescita del PIL
(1,1%). Si conferma quindi il disaccoppiamento tra l’andamento delle emissioni
e la tendenza dell’indice economico,
seppur di modeste dimensioni. L’aumento segnalato è principalmente dovuto ai settori dei trasporti (1,3%), per
un maggior consumo di gasolio per il trasporto su strada (2,8%) e del
riscaldamento (3,1%). La produzione di energia registra, invece, una riduzione
(-2,1%) dovuta prevalentemente alla sostituzione del carbone con il gas
naturale.
TESTO
ANALISI TRIMESTRALE: QUI.
Le
politiche e le misure attuate per la riduzione delle emissioni di gas ad
effetto serra garantiscono il rispetto
degli obiettivi di emissione fissati per il 2020. Gli obiettivi più ambiziosi
previsti per il 2030 - e finalizzati all'attuazione dell'Accordo di Parigi -
potranno invece essere raggiunti solo se
saranno implementate le misure previste dalla Strategia Energetica
Nazionale (SEN) approvata nel novembre del 2017. Tali misure costituiscono la
base del nuovo Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC)
inviato alla Commissione europea in data 8 gennaio 2019.
TESTO
DOSSIER: QUI.
Questa
pubblicazione segna il venticinquesimo anniversario della dichiarazione WMO
sullo Stato del
Clima Globale, che è stato emesso per la prima volta nel 1994. L'edizione 2019 tratta
i dati per il
2018 segna un impegno internazionale sostenuto dedicato a riferire, analizzare
e comprendere
le variazioni anno dopo anno e le tendenze a lungo termine di un clima che
cambia
TESTO
RAPPORTO: QUI.
La
Risoluzione accoglie con favore la pubblicazione
della comunicazione della Commissione dal titolo "Un pianeta pulito per
tutti – Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera,
moderna, competitiva e climaticamente neutra", che illustra le opportunità
e le sfide, per i cittadini europei e l'economia dell'Europa, del passaggio a
un'economia a zero emissioni nette di gas a effetto serra (GES), e getta le
basi di un ampio dibattito che coinvolge le istituzioni dell'UE, i parlamenti
nazionali, il settore imprenditoriale, le organizzazioni non governative, le
città e le comunità nonché i cittadini; sostiene l'obiettivo dell'azzeramento
delle emissioni nette di GES entro il 2050 ed esorta gli Stati membri a fare
altrettanto nel quadro del dibattito sul Futuro dell'Europa, in occasione del
vertice speciale dell'Unione europea che si terrà a Sibiu nel maggio 2019;
invita gli Stati membri a impegnarsi con l'ambizione richiesta al fine di
conseguire tale obiettivo.
TESTO RISOLUZIONE: QUI.
Il
rapporto esamina l’andamento della produzione elettrica dalle diverse fonti.
Sono stati elaborati i fattori di emissione di gas a effetto serra e altri
contaminanti atmosferici per il settore elettrico. I fattori di emissione sono
indispensabili per la programmazione e il monitoraggio di misure di riduzione
delle emissioni, in relazione alle strategie di sviluppo del settore elettrico
e alle misure di risparmio energetico a livello di usi finali. Le emissioni di
CO2 sono state analizzate attraverso la decomposizione dei fattori
determinanti. E’ stata inoltre condotta l’analisi delle caratteristiche dei
sistemi elettrici nei principali Paesi Europei in relazione al mix di fonti
utilizzate, all’efficienza di trasformazione e ai fattori di emissione di gas a
effetto serra.
L’analisi
della decomposizione mostra che storicamente l’aumento dell’efficienza
tecnologica nel settore termoelettrico e il conseguente impiego di combustibili
a minore contenuto di carbonio hanno avuto un ruolo determinante nella
diminuzione delle emissioni di CO2 ma a partire dal 2007 la quota delle fonti
rinnovabili assume una dimensione rilevante,
TESTO
RAPPORTO ISPRA: QUI.
Questa
pubblicazione segna il venticinquesimo anniversario della dichiarazione WMO (Organizzazione Metereologica Mondiale QUI) sullo Stato del Clima Globale,
che è stato emesso per la prima volta nel 1994. L'edizione 2019 tratta i dati
per il 2018.
Il
Rapporto conferma l’innalzamento del riscaldamento record consecutivo registrato dal 2015 al 2018. Questo
record è dovuto al continuo aumento nella atmosfera della concentrazione dei
principali gas a effetto serra. A tutto ciò si associano: il tasso crescente di
innalzamento del livello del mare e la perdita di ghiaccio marino nel nord e
nel sud regioni polari.
In
particolare secondo il Rapporto la temperatura globale è salita a circa 1°C
sopra il periodo pre-industriale. Il tempo rimanente per raggiungere gli impegni dell'accordo di
Parigi (QUI) sta rapidamente scadendo.
TESTO
RAPPORTO WMO: QUI.
Si
tratta di uno studio del Potsdam-Instituts für Klimafolgenforschung
(PIK) e del Max-Planck-Institut für Meteorologie (MPI-M).
Lo
studio dimostra che l'attuale concentrazione di CO2 non ha precedenti negli
ultimi 3 milioni di anni e che la temperatura globale non ha mai superato il
valore preindustriale di oltre 2°C durante il Quaternario.
TESTO
STUDIO: QUI.
Il
Rapporto sullo stato del clima nel 2018 è stato redatto dal Copernicus Climate Change Service (C3S - QUI), in
collaborazione con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio
raggio (ECMWF), per conto dell’Unione europea.
Secondo il Rapporto negli ultimi quattro decenni, le temperature in Europa
hanno mostrato una chiara tendenza al riscaldamento. Nel 2018 la temperatura annuale per l'Europa era
una delle tre più alte mai registrate in assoluto. Tutte le stagioni erano più
calde del solito, tarda primavera estate e autunno tutte vedono anomalie oltre
1 ° C sopra la media. L'estate 2018 è stata la più calda mai registrata – superiore a 1,3 ° C rispetto alla media - e
l'autunno è stato uno dei due più caldi. Queste temperature superiori alla
media sono state avvertite in gran parte dell'Europa, con le maggiori anomalie
annuali nell'Europa centrale e in Turchia. Sono state registrate temperature
annuali inferiori alla media solo nel sud-ovest della penisola iberica.
TESTO
RAPPORTO: QUI.
È stata pubblicata la proposta di Piano
Nazionale integrato per l’energia ed il
clima. Il piano, da predisporre in attuazione del regolamento europeo
sulla governance dell’unione dell’energia e dell’azione per il clima (QUI), costituisce lo strumento con
il quale ogni Stato, in coerenza con le regole europee vigenti e con i
provvedimenti attuativi del pacchetto europeo Energia e Clima 2030, stabilisce
i propri contributi agli obiettivi europei al 2030 sull’efficienza energetica e
sulle fonti rinnovabili e quali sono i propri obiettivi in tema di sicurezza
energetica, mercato unico dell’energia e competitività.
TESTO
PIANO NAZIONALE PROPOSTO: QUI.
Lo
studio pubblicato Nature Climate Change rileva come negli ultimi quattro decenni, la produzione di materie plastiche a livello
mondiale è quadruplicata. Se questa tendenza dovesse continuare, le emissioni
di gas serra dalle materie plastiche raggiungerebbero il 15% del bilancio globale del carbonio entro il 2050. Le
strategie per mitigare le emissioni di gas serra del ciclo di vita della plastica, tuttavia, non sono state
valutate su scala globale. Lo studio compila un set di dati che copre 15
tipologie di plastiche e le loro emissioni di gas serra nel ciclo di vita sotto varie strategie di mitigazione. I risultati
mostrano che le emissioni di gas serra del ciclo di vita globale delle materie
plastiche convenzionali sono state pari a 1,7 Gt di CO2 equivalente (CO2e) nel 2015, che sarebbero cresciute fino
a 6,5 GtCO2e entro il 2050 nell'ambito dell'attuale traiettoria. Tuttavia,
l'applicazione aggressiva delle energie rinnovabili, del riciclaggio e
delle strategie di gestione della
domanda, di concerto, ha il potenziale per mantenere le emissioni del 2050
paragonabili ai livelli del 2015. Inoltre, la sostituzione delle materie prime
con combustibili fossili con le biomasse può ulteriormente ridurre le emissioni
e ottenere una riduzione assoluta rispetto al livello attuale. Lo studio dimostra la necessità di
integrare l'energia, i materiali, il riciclaggio e le strategie di gestione
della domanda per ridurre le emissioni di GHG nel ciclo di vita della plastica.
LINK DOVE ACQUISIRE LO STUDIO: QUI.
Si
tratta di uno studio frutto della collaborazione
internazionale condotta da ARPA Valle d’Aosta e dal dipartimento di Scienze dell’ambiente e della
terra dell’Università di Milano-Bicocca insieme al INFN (Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare), ai ricercatori francesi di Météo-France (Univ. Grenoble Alpes
e CNRS) e al Max Planck Institute in Germania.
Lo studio grazie a un modello numerico che ha permesso di
simulare la dinamica nivale includendo ed escludendo l’effetto delle polveri, ha
potuto stimare l’effetto delle deposizioni di sabbia
sahariana sulla neve nella catena Alpina. Analizzando i
dati, è stato dimostrato che in anni caratterizzati da intense deposizioni
sahariane, come nella stagione del 2015/2016, le polveri hanno causato un
anticipo della scomparsa della neve di circa un mese - pari a un quinto della
stagione nivale.
TESTO DELLO STUDIO: QUI.
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