IN QUESTO POST VORREI TRATTARE NON DELLA PARTECIPAZIONE CHE
VORREMMO, MA DI QUELLA CHE NON C’E’, DI
QUELLA ANNUNCIATA E MAI REALIZZATA. QUINDI SVOLGERE UNA CRITICA ALLA RETORICA
DELLA PARTECIPAZIONE, PARTENDO DAI PRINCIPI DI UNA BUONA PARTECIPAZIONE PER POI VERIFICARLI IN CASI CONCRETI DEL COMUNE DI SPEZIA MA ANCHE DI QUELLI DELLA PROVINCIA COME LEVANTO.
A TRE TEMI
GENERALI SUL RAPPORTO TRA DEMOCRAZIA E
PARTECIPAZIONE
1. il modo di usare il sapere soprattutto da parte del potere, per cui l'esperto non
deve più essere, nella logica del principio di precauzione, il soggetto
che valida gli asserti scientifici a supporto delle decisioni pubbliche o a
rilevanza pubblica , ma piuttosto come soggetto che prima di tutto
garantisce la credibilità sociale ai suddetti asserti scientifici sviluppandone
gli aspetti di trasparenza delle fonti, di origine delle fonti, di descrizione
di tesi alternative, di evidenziazione delle situazione di incertezza
scientifica, di semplificazione del linguaggio e della comunicazione.
2. l’importanza
del rispetto delle regole procedurali nonchè di democrazia da parte delle istituzioni, di trasparenza e informazione, sulla
distinzione delle funzioni e sulla gestione delle stesse.
3. Dal versante società civile emerge spesso un
disinteresse verso la crisi e la perdita di sovranità delle istituzioni
pubbliche come pure di una riorganizzazione delle stesse, come se ci fosse
una fuga verso un neocorporativismo comunitario e territoriale
anti-istituzionale per principio. Insomma io uso il conflitto per contrattare con
il potere contropartite senza mettere in discussione il modo in cui il
potere è organizzato e gestito in questo modo non faccio che spostare in
altre situazioni il
problema e soprattutto non colgo la necessità di
difendere il pubblico cambiandolo anzi
mi iscrivo oggettivamente nelle
tendenza di fondo dei poteri forti che vogliono uno stato tecnocratico con di
fronte una società neofeudale spezzata in tante piccole corporazioni sociali –
economiche – territoriali – etniche – culturali . In altri termini il terzo
tema centrale è quello della responsabilità su come si sta dentro un
conflitto
Ognuno di questi punti meriterebbe un approfondimento ma
come ho detto all’inizio voglio parlare della partecipazione reale e allora
torno alla ciccia
L’ASSALTO NORMATIVO DI GOVERNO E REGIONI
CONTRO LA PARTECIPAZIONE REALI DI CITTADINI ASSOCIAZIONI E COMUNITÀ LOCALI
L’assunto di fondo di questo attacco (oltre ai rapportini
teleguidati dell’osservatorio “Non nel
mio giardino” www.nimbyforum.it) lo troviamo in una frase di Massimo D’Alema
"Una democrazia che non
decide è una democrazia svuotata" !
Davvero
è così? Non sarebbe meglio dire che una
democrazia che non rappresenta è una finta democrazia.
E non sarebbe meglio dire che spesso a bloccare le decisioni
non sono i confliggenti cittadini ma
1 la cattiva amministrazione, i cattivi progetti, le cattive istruttorie, la carenza di dati e a analisi ambientali ed
economiche delle aree interessate dai progetti.
E …… la demagogia della classe politica ……. Io non mi sono mai
fatto illusioni sulla stagione dei sindaci perché non ho mai creduto alla
elezione diretta dell’esecutivo che nella storia alla lunga ha prodotto solo
danni alla democrazia…..
Si
parla di sindrome non nel mio mandato amministrativo, cioè di situazioni
dimostrate anche da rapporti di fonti non sospette di sostegno ai conflitti
ambientali come il Sole 24 ore. Situazione nelle quali le opere e gli
interventi non vengono bloccate da ragioni ambientali o di tutela sanitaria, ma
da logiche di bassa cucina politica quindi di tipo elettoralistico.
MA vediamolo questo assalto alla democrazia partecipativa:
1. STRUMENTI
DI TUTELA DEI CITTADINI
-
segreto di stato agli impianti energetici
civili:
-
sanzioni penali per chi si oppone ad impianti
rifiuti dichiarati come strategici
- giurisdizione
esclusiva tar lazio su controversie in materia di impianti energetici
-
procedure
accelerate di fronte alla giustizia amministrativa
- riduzione termini per ricorsi
al TAR ed altro
-
Aumento costi ricorsi ai TAR
2.
PROCEDURE
AUTORIZZATORIE E PARTECIPAZIONE
- Riforma conferenza servizi in chiave
efficientista
-
Abbrogazione della Inchiesta Pubblica nella VIA per le centrali
termoelettriche
-
TU Ambientale (DLgs 152/2006) sulla Valutazione Ambientale dei Piani e
Programmi: non prevede partecipazione del pubblico nella fase preliminare cioè
la fase di costruzione dei presupposti, obiettivi e contenuti di detti Piani e
Programmi
-
Da ultimo il tentativo di bypassare il ruolo
delle Regione nelle intese sulle infrastrutture energetiche vedi recentissimo
decreto legge sviluppo
3.
STRUMENTI
E SOGGETTI DI REPRESSIONE DEGLI ILLECITI AMBIENTALI
Assistiamo ad una progressiva privatizzazione controlli
ambientali separando istruttorie
propedeutiche alle autorizzazioni e autocertificazioni dai controlli ex post
N.B.
Tutto ciò è avvenuto in un contesto in cui non si fa altro che parlare di democrazia
partecipativa da parte del potere e addirittura
il governo Monti prevede un disegno di
legge che dovrebbe introdurre il Dibattito Pubblico nel nostro ordinamento
giuridico
Si
tratta della parodia della democrazia partecipativa. La democrazia partecipativa senza
cambiare il modello di governo della cosa pubblica , senza introdurre la
partecipazione nel procedimento decisionale, è poca cosa perché rischia di tenere per sempre separati
i due livelli: quello del conflitto
sociale con quello delle decisioni
formali.
LA STRATEGIA DI ASSALTO ALLA DEMOCRAZIA
PARTECIPATIVA TROVA A LIVELLO LOCALE LO STESSO LIVELLO DI INTENSITA’ …… PROPRIO A PARTIRE DA DUE DELLE TRE
PROBLEMATICHE VISTE ALL’INIZIO
L’USO DEL SAPERE DA PARTE DEL POTERE PUBBLICO NELLE SCELTE AMMINISTRATIVE E NEL
MODO DI ELABORARLE E COSTRUIRLE
IL
RISPETTO DELLE REGOLE SIA DI LEGGE IN
GENERALE CHE DELLA TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE IN PARTICOLARE
Queste due problematiche possono essere tradotte nelle
seguenti regole
1. Rispetto
della legge (premessa)
2. Trasparenza
e regole di garanzia
3. Possibilità
di essere coinvolti fin dall’inizio del processo decisionale facendo emergere i
conflitti e non soffocandoli o rimuovendoli : andando a cercare i confliggenti
più duri e confrontandosi con loro
4. Far
emergere tutti gli interessi in campo sia quelli reali che potenziali
5. Ragionare
per rischi e possibilità
6. Confrontarsi
su scenari
7. Garantire
la partecipazione (creando i presupposti per superare la c.d. asimmetria
informativa vale a dire la differenza di possibilità di conoscenza e di
competenza tecnico/scientifica tra il potere pubblico/privato e i singoli
cittadini)
8. Motivare
perché sono scelti certi scenari invece di altri
9. Tornare
al pubblico comunicando i risultati del percorso
10. Decidere
formalmente
11. Monitorare
con la partecipazione del pubblico LE SCELTE NON DEVONO MAI
ESSERE IRREVERSIBILI
IL CASO SPEZIA E IL MANCATO RISPETTO DELLE
REGOLE DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
A Spezia quasi mai queste regole sono state rispettate :
La logica quasi sempre è stata quella DAD (Decidi Annuncia
Difendi) cioè il potere decide una certa scelta di uso del territorio, l’annuncia
al popolo, il popolo contesta, il potere difende questa scelta. esempi in questo senso rimanendo alla
pianificazione territoriale sono stati:
PIANO REGOLATORE
DEL PORTO:
1.
approvato su studi economici vecchi,
senza scenari a confronto ma solo fondandolo su quello dei containers,
non rispettando neppure quel minimo di indirizzi che erano emersi dal percorso
di A21
2.
Non facendo funzionare l’Inchiesta Pubblica
relativa alla VIA riducendola
3.
Non facendo funzionare il Tavolo di confronto
sul PRP approvato dal consiglio regionale con apposito odg.
Per toccare la questione dell’uso del sapere propedeutico alle scelte dei poteri pubblici, gli esempi spezzini si sprecano:
Tutti gli osservatori paritetici (enti - società civile) non
hanno mai funzionato veramente: Acam, Bonifica Pitelli, Bonifica Area ex Ip.
La logica si può riassumere in una sciocca frase di
una importante funzionaro dell’Istituto Superiore di Sanità che, dopo anni di puzze nauseabonde che
avevano invaso la città, chiamata a presentare pubblicamente l’impostazione di
uno studio per verificare i rischi sanitari di queste puzze: disse “potevate
evitare di farmi venire qui”
ecco con quella frase aveva chiuso a prescindere ogni possibile
credibilità del suo futuro studio da parte dei cittadini presenti ……… Come al solito l’arroganza produce non solo
maleducazione ma anche crisi di credibilità delle istituzioni pubbliche a
prescindere dalla bontà del lavoro svolto da queste facendo il paio con le
strategie normative di attacco al sistema dei controlli pubblici cheabbiamo
esaminato in precedenza (COME AL SOLITO TUTTO SI TIENE NO?)
Ovviamente l’assessore presente non riprese questo funzionario pubblico: a conferma di un altro
dato il progressivo deterioramento del livello della classe politica
amministrativa anche a livello locale.
Un ultimo esempio il parere sanitario in vista della
nuova autorizzazione alla centrale enel
di spezia. La legge lo prevede e
prevede che serva per verificare la compatibilità sanitaria dell’attuale
modello di funzionamento centrale (fondato sul carbone) con la salute dei
cittadini spezzini.
Ma per superare la assimetria informativa che ho
sopra indicato tra le regole di una corretta partecipazione occorreva che il
parere fosse impostato coinvolgendo la
comunità locale spiegando le finalità dello stesso, i criteri e i parametri
scientifica su ciò che doveva fondarsi perché
anche la coscienza critica sociale del
rischio è componente essenziale delle
decisioni pubbliche e non lo scrivo solo io, lo afferma la Corte di Giustizia e il Trattato UE , come pure il Consiglio
di Stato Ad Plen n.14 del 15/9/1999
ha affermato che : “nel sistema della democraticità delle decisioni l’adeguatezza della
istruttoria si valuta anzitutto nella misura in cui i destinatari sono stati messi
in condizioni di contraddire”
LA DISAPPLICAZIONE DELLE REGOLE DI
DEMOCRAZIA PARTECIPATA AL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELL’AREA NAUTICA DEL
LITORALE DEL COMUNE DI LEVANTO
A conferma che la logica antidemocratica sia ormai la regola
nelle scelte dell’uso del territorio la ritroviamo in questo progetto, di cui
ho trattato ampiamente qui
Anche qui per il progetto di ampliamento dell’area
nautica si è potuto riscontrare il
mancato rispetto di molte delle regole di corretta partecipazione sopra elencate
1 1. Violazione o aggiramento procedure di legge (VAS in particolare)
2. Carenze istruttorie e progettuali (VIA,
valutazione di incidenza, disciplina opere difesa dal mare)
3. Logica di impostazione della decisione secondo
la filosofia DAD : “Se poi emergerà che la totalità dei
levatesi si dice contraria, possiamo anche fermare tutto” (afferma il Sindaco sui quotidiani locali)....... magari si potevano sentire prima
i cittadini se non altro per evitare di perdere tempo e risorse in progetti poi
non condivisi no?
In
particolare tipica della logica DAD è la tendenza alla rimozione
del conflitto, sminuendo adeguatamente
senza adeguata motivazioni le tesi critiche:
1 1. mancata risposta alle osservazioni presentate a
prescindere dalla procedura che vede la convocazione del consiglio
2. logica unilaterale sulla scelta progettuale: afferma il Sindaco “Se poi la Regione è contraria va
benissimo, però deve essere chiaro che allora non si parlerà mai più di un
porticciolo”.
3 3. confusione
sulla importanza del progetto per la comunità di Levanto: “non dobbiamo farlo per forza”
per forza ? Un progetto di iniziativa pubblica si fa perché è utile e la
sua utilità va dimostrata a priori non dopo che il progetto è presentato
no?
4. scarsa
attenzione a comunicare i reali contenuti del progetto, afferma il Sindaco: “Il progetto non è invasivo dal punto di vista ambientale e tra l’altro andiamo
ad intervenire su di un’area già esistente”
5. uso a priori di documenti e studi tecnici e scientifici
senza averne verificato la coerenza con il progetto presentato, afferma il Sindaco: “crediamo
che lo studio sulle correnti realizzato dalla Regione Liguria possa fornire
buone garanzie”
6. incapacità di misurarsi con una progettualità diversa da
quella presentata: “Lo dicano. Rivogliono il paradiso? Bene. Comincino però a togliere le
barche dalla spiaggia e la catenaria in mare, perché sono dettagli che con il
paradiso si accordano male” rappresentante della società Levanto Waterfront.
rimuovendo
i confliggenti:
1. sempre secondo il Sindaco “molti non
sono residenti” : forse quello che conta è il contenuto delle critiche non
chi le fa, a parte il fatto che i non residenti per un città turistica non sono
una risorsa banale no?
2. polemica assolutamente inadeguata per un rappresentante di una istituzione, il Sindaco: “se qualcuno vuole sostituirsi
all’amministrazione per fare il mediatore, e ritagliarsi uno spazio, con me
rischia di morire di fame.”
3. Tentativo di contrapporre il singolo cittadino
al comitato come se l’opinione pubblica
generica fosse qualitativamente uguale in termini democratici a chi si
organizza e argomenta nel merito le proprie critiche: “ Non dico che chi vuole la
riqualificazione deve costituirsi in comitato, ma li esorto comunque a far
sentire la loro voce per esercitare così lo stesso potere democratico di chi è
contrario”
4. Assunzione di un ruolo anomalo di un sindaco nel
decidere chi ha fini politici e chi fini superiori “Condividiamo le preoccupazioni di quella parte di cittadini che non
strumentalizzano la questione per farne una guerra politica, ma sono
preoccupati per l’equilibrio marino e ambientale della baia.” Ruolo anomalo perché il sindaco, in quanto
capo della amministrazione pubblica deve
rispondere intanto nel merito e nel
merito il Comitato ha sollevato proprio le questioni relative all’equilibrio
marino e ambientale….. quindi l’effetto comunicativo è che non sono le critiche
di merito che preoccupano il sindaco quindi ma chi propone questo merito, ma
questo è proprio una logica di parte politica che il Sindaco vorrebbe invece girare, scioccamente, sul Comitato di cittadini contrario all'ampliamento dell'area nautica, no?
I NUOVI PARTIGIANI NELL’EPOCA DELLA CRISI DELLA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA DEL
900
Ho scritto all’inizio, di questo post, della necessità che la società civile
organizzata si ponga il problema di un nuovo modello di governo della cosa
pubblica nell’epoca della crisi della democrazia rappresentativa.
Non bastano le liste civiche ci vuole una nuova resistenza
una nuova cittadinanza militante (per usare un aggettivo antico). Siamo in una
fase di transizione e in queste fasi ci vogliono dei partigiani della
democrazia partecipativa nel senso fin qui spiegato
i
caratteri di questi partigiani
1 1. AZIONE IRREGOLARE RISPETTO ALLE LOGICHE DELLA POLITICA
2. TRADIZIONALE MOBILITÀ, CELERITÀ , ATTACCHI E RITIRATE A SORPRESA
3. COERENZA CON SE STESSI METTENDOSI IN GIOCO COME SINGOLE PERSONE
4. LEGAME CON IL
TERRITORIO IN CUI VIVE PERCHÉ LI STA LA SUA FORZA
IL
COMITATO VALLESANTA COME ALTRI COMITATI CON CUI COLLABORO (VEDI COMITATO CHE
BOTTA O ASSOCIAZIONE POSIDONIA) HANNO QUESTE CARATTERISTICHE……. DOBBIAMO
LAVORARE SU QUESTO AGGREGANDO QUESTA
NUOVA CITTADINANZA ATTIVA DI “MOLESTATORI
CONSAPEVOLI DEL POTERE” …… COMINCIAMO A PARLARNE SERIAMENTE!
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