L’atto approvato dalla Commissione e si spera poi dal Consiglio Regionale è importante perché il diniego della Intesa può essere uno strumento fondamentale per fermare il progetto di centrale a gas. Certo non è uni diniego assoluto in quanto la decisione ultima spetta al Consiglio dei Ministri ma se impostato correttamente può diventare decisivo.
Vediamo quindi come deve essere impostato l’atto di diniego della Intesa (ci vuole una delibera della Giunta Regionale)…
UNA PREMESSA PER CHIARIRE IL LIVELLO DELLE RESPONSABILITA' SU QUESTO PROGETTO SPEZZINO DI CENTRALE A GAS
Il Governo Nazionale ha delle responsabilità enormi nel ritardo sulla transizione alle fonti rinnovabili per la generazione elettrica in primo luogo nella gestione degli incentivi del capacity market e nel non fermare il proliferare di progetti di centrali a gas (oltre 15.000Mwe) che nulla hanno a che fare con la transizione alle fonti rinnovabili per la generazione elettrica. Tutto questo nonostante quanto affermato dallo stesso Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) che a pagina 111: “ferma restando la necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili, nell’ambito degli interventi complessivi (accumuli, reti, generazione flessibile, altre opere di rete) da realizzare per il target 2030, alcune modifiche infrastrutturali risultano in particolare connesse allo scenario di phase out dal carbone e in particolare, da avviare nella finestra 2020-2025: - nuova capacità a gas per circa 3 GW, di cui circa il 50% sostanzialmente connesso al phase out, coerentemente con la pianificazione e la regolamentazione (paesaggistica e ambientale) regionale,…”.
Quindi intanto si prevedono solo 3GW di centrali a gas cioè 3000
Mwe altro che 15.000 MWe in autorizzazione attualmente, inoltre come si vede lo
stesso PNIEC afferma la necessaria coerenza dei progetti di uscita dal carbone
con la pianificazione regionale tra cui c’è anche quella energetica.
QUINDI… COME IMPOSTARE IL NO ALLA
INTESA DA PARTE DELLA REGIONE
Sotto il profilo del diniego della Intesa
1. La
Regione deve impostare, da subito senza attendere la conclusione della VIA
sul progetto di centrale a gas spezzino, la motivazione del diniego di Intesa
al progetto di centrale a gas fondandolo sui margini di flessibilità che le
norme europee sul mercato comune della energia elettrica e il Piano
Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) lasciano per decidere su quali
fonti fondare la transizione al 2025 aggiungendo anche i nuovi obiettivi del
Green Deal che richiedono al più presto una revisione degli stessi PNIEC. N.B. possibile definire il no alla Intesa con
apposita delibera di giunta regionale sin da ora all’interno della procedura di
VIA in corso presso il Ministero della Transizione Ecologica. Peraltro c’è
stato un precedente in questo senso proprio in Liguria. Si tratta del diniego
di Intesa da parte della Regione Liguria all’ampliamento del rigassificatore di
Panigaglia (Portovenere). Quel diniego non fu deliberato come un
parere tecnico tanto meno come atto dirigenziale ma con una Delibera di Giunta
Regionale (DGR 393 del 3 aprile 2009 - QUI).
2. chiedere
la archiviazione del procedimento di VIA, sul progetto di centrale a gas, motivandolo
con la necessità rivedere gli obiettivi della transizione al 2025 secondo gli
ultimi indirizzi della UE: Green Deal nonché Comunicazione della Commissione
sulla nuova strategia di adattamento ai mutamenti climatici (QUI) che
porteranno a rivedere il Piano Nazionale di ripresa e resilienza approvato
dall’ex Governo Conte II. Sotto il profilo strettamente normativo la
giustificazione della archiviazione si potrebbe trovare nella non coerenza del
quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale del progetto di
centrale a gas presentato da Enel con gli scenari suddetti.
In parallelo a questo atto fondamentale occorre:
1. impegnare
il Governo ad accelerare i progetti in corso di autorizzazione presso il
Ministero Ambiente sia per le fonti rinnovabili (impianti di accumulo compresi
sia da realizzare che da riattivare garantendo così la programmabilità degli
impianti a fonti rinnovabili per la stabilità del sistema elettrico) che per il
potenziamento degli impianti a gas esistenti che permetterebbero di evitare
sicuramente la continuazione della centrale a carbone dopo il 31 dicembre 2021
ma anche la prospettata nuova centrale a gas a Spezia;
2. utilizzare
la pressione derivante dall’esercizio del potere di Intesa nel senso
prospettato al punto 1 per avviare immediatamente un tavolo di confronto Stato
Regione Enti Locali parti sociali ed Enel, dando attuazione a quanto previsto
dallo stesso PNIEC; in particolare la Dichiarazione di sintesi (22 gennaio
2020) relativa alla procedura di VAS del PNIEC, a pagina 10, afferma: “Il
Piano è un documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli
interventi, né li localizza sul territorio” per poi aggiungere: “Nelle
fasi attuative del Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle
Regioni individuino le aree idonee e quelle non idonee”.
3. aprire
un confronto con il Governo sulla gestione del meccanismo del capacity market
attualmente tutto indirizzato a favore delle fonti fossili e del gas in
particolare (QUI) evitando
che la proroga della scadenza dei termini di questo sistema degli incentivi
favorisca ancora il gas. Voglio ricorda che in Italia il meccanismo capacity
market è stato approvato con Decreto Ministeriale, quindi non servirebbe
neppure una legge per modificarlo. Certo ci sono le aste assegnate ma questo si
può superare con un accordo al tavolo di concertazione suddetto che garantisca
ai produttori la realizzazione di progetti diversi dalle nuove centrali a
gas.
4. contestare
che, a prescindere dalla proroga, già fin d’ora sussiste un contrasto tra
quanto disciplinato dal Decreto 28 giugno 2019 e la modalità con cui
Enel ad oggi ha avuto accesso alla assegnazione delle aste di MW sopra
citati. Basta leggere il Decreto e i suoi allegati (io l’ho fatto e
spiegato QUI) per
capire che ad esempio il progetto di centrale a gas di Spezia non poteva essere
presentato da Enel e tanto meno potevano essere assegnati, con le aste già
tenute, i GW di impianti che non avevano ancora alcuna autorizzazione.
P.S.
Se fossi nella Giunta Regionale approfondirei anche l’ultima
riforma del potere di Intesa in materia energia approvata dal decreto legge
governance per attuare il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza , vedi QUI.
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