Afferma
il sig. Forcieri ( che ripeto non dovrebbe essere al suo posto perché non ha i
requisiti professionali per ricoprire la carica di Presidente della Autorità
Portuale): “Nonostante l’assenza di
finanziamenti allo scopo, è stata avviata una grande opera di risanamento delle
aree più colpite, che sono state messe in sicurezza e in parte bonificate”.
Quello
che scrive Forcieri è falso e vi spiego perché…..
PRIMA
QUESTIONE: I FINANZIAMENTI CHE NON CI SONO.
I
finanziamenti non ci sono per scelta politica dei governi di cui ha fatto parte
(sottosegretario alla Difesa) anche il sig. Forcieri.
Ricostruiamo
i fatti e gli atti.
Con Decreto Ministeriale 18/9/2001
n. 468 è stato previsto il Programma nazionale
di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati con
particolare riferimento ai siti di bonifica nazionali. Con Decreto
Ministeriale 14/10/2003 venne prevista la costituzione nel bilancio
dello stato di apposito fondo di rotazione per finanziare la bonifica dei siti
di interesse nazionale. Con Decreto Ministeriale 28
novembre 2006, n. 308 si è modificato il Decreto del 2001 stabilendo
nuovi finanziamenti e nuovi criteri per l’assegnazione degli stessi al fine
della bonifica dei siti di interesse nazionale.
Con Deliberazione CIPE 2/4/2008 è
stato approvato con prescrizioni il Programma straordinario
nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati
Rispetto a questa impostazione
programmatico - finanziaria, gli stanziamenti concreti sono diminuiti
progressivamente come confermano gli atti parlamentari sui
dibattiti in aula per varie mozioni presentate nel 2011: “«Con riferimento
agli ultimi provvedimenti legislativi di natura finanziaria per il 2011, lo
stanziamento complessivo di competenza iscritto nello stato di previsione del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il 2011
ammonta a 513,9 milioni di euro. Rispetto al dato assestato si registra,
quindi, una diminuzione di ben 232,7 milioni di euro (con una riduzione pari al
31,2 per cento). La missione a cui sono assegnate la gran parte delle risorse a
disposizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare è la missione 18 (391,2 milioni per sviluppo sostenibile e tutela del
territorio e dell'ambiente) che, però, registra una diminuzione di 212,9
milioni di euro (pari al 35,2 per cento). In particolare, la dotazione di
competenza del programma 18.12 (Tutela e conservazione del territorio e
delle risorse idriche, trattamento e smaltimento rifiuti, bonifiche)
risulta pari a 164,3 milioni di euro, con una riduzione di 81,1 milioni di euro
(pari al 33 per cento)” (vediQUI).
Conclude il documento della CGIL nazionale sullo stato delle bonifiche nei siti di interessa nazionale come quello di Pitelli: ” Sul bilancio fallimentare delle bonifiche, ha concorso “il condono tombale” introdotto dalla legge 13 del 2009, che, con l’art.2 sulla complessa gestione degli interventi di bonifica e sulla pianificazione del futuro delle aree interessate. In aggiunta, si sono ridimensionate le risorse pubbliche destinate agli interventi, permanendo un quadro normativo, che anche a seguito dell'ultima modifica introdotta con il Decreto Semplificazioni, sembra voler continuare a favorire l’inazione e il mancato risanamento ambientale che alimento i problemi per la salute umana e i costi sanitari.” ((per il testo completo vedi QUI).
A questo occorre aggiungere lo scandalo dei
fondi scomparsi per la bonifica delle are militari: la legge finanziaria 2008
(legge 244/2007) aveva ridotto di 10 milioni di euro per ciascun anno del
triennio 2008-2010 la dotazione del fondo per tali bonifiche, fondo poi sparito
del tutto negli anni successivi.
LO STATO DELLA BONIFICA DEL SITO DI PITELLI
Non
mi pare che sia stata adottata fino ad ora questa strategia e oltretutto qui
sia gli inquinatori (cantieri navali, Enel, ENI, Snam, gestori discariche
colline Pitelli) che il proprietario (demanio marittimo, quindi Autorità Portuale) sono
ben conosciuti per la parte a mare con riferimento all’inquinamento chimico
come dimostrato dalla mappa ormai famosa con le zone in rosso del nostro golfo
che riproduco all’inizio di questo post.
D’altronde
che nella parte a mare, del sito di Pitelli, sia stato fatto quasi nulla fino ad ora lo
dimostra la stessa audizione della dott.sa Colonna (direttrice del Dipartimento
spezzino dell’Arpal) alla Commissione
Ambiente dove si sono illustrate solo le azioni di messa in sicurezza della
parte a terra per la quale comunque, come affermato dalla stessa dott.sa : “…molto c’è ancora da fare” !
Peccato
che sono passati ben 15 anni dalla perimetrazione del sito Pitelli sia per la
parte a mare che per quella a terra!
CONCLUSIONI
Come
chiedo da tempo gli enti pubblici locali e la Regione dovrebbero attivarsi per rifinanziare sul serio la bonifica del
golfo. Il come sta scritto sia nelle
norme di semplificazione delle bonifiche dei siti inquinati di interesse
nazionale, ma anche nella volontà politica di istituire un tavolo a livello
governativo che coinvolga anche gli enti energetici e gli operatori portuali
presenti nel nostro territorio secondo il principio chi inquina paga.
P.S.
Sarebbe
ora che i funzionari pubblici come la direttrice dell’Arpal spezzina la
finissero di fare dichiarazioni politichesi (“Spezia
non è la terra dei fuochi”). Le
affermazioni apodittiche le lascino ai politici, loro facciano il mestiere di cui sono incaricati: tutelare
la nostra salute prevenendo l’inquinamento.
Peraltro,
anche da un punto di vista tecnico, prima di fare affermazioni conclusive sullo
stato dell’inquinamento del nostro golfo sarebbe bene svolgere indagini
adeguate anche sotto il profilo epidemiologico, indagini tutt’ora assolutamente insufficienti.
Altrimenti si rischiano dichiarazioni
contraddittorie come quella della dott.sa Colonna sulla Nazione di oggi : “Inquinamento c’è nel nostro territorio ma i
rischi cancerogeni sono in linea con il resto d’Italia”. Questa affermazione è basata solo su dati
statistici quindi assolutamente non
attendibili: quando saranno state avviate e completate le indagini complessive
(ambientali e sanitari) solo allora si potranno fare affermazioni così
definitive.
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