Particolarmente
interessante della proposta di Programma è la parte che riguarda i Criteri
generali per l’individuazione di macro-aree che consentano la razionalizzazione
degli impianti.
Secondo
la proposta di Programma esaminato dal Rapporto Preliminare nel rispetto dei
principi di autosufficienza e prossimità, è necessario definire criteri
generali per l’individuazione di macro-aree per la razionalizzazione degli
impianti che tengano conto dell’impatto localizzativo, ambientale ed economico,
anche relativamente agli impianti di recupero.
L’individuazione
delle macro-aree, come previsto dall’articolo 198-bis, comma 2, lett. d), del
DLgs. n. 152/2006, verrà effettuata attraverso la sottoscrizione di accordi tra
le Regioni ai sensi dell’articolo 117, comma 8, della Costituzione.
I
criteri generali che verranno utilizzati sono:
a)
ciascuna macroarea deve rendersi tendenzialmente autosufficiente nel
complessivo ciclo di produzione e gestione dei rifiuti;
b)
la valutazione impiantistica e strutturale in ciascuna delle Regioni che
costituiscono la macroarea deve tener conto: - della produzione, in termini
assoluti, dei rifiuti urbani e speciali; - della presenza di impianti di
incenerimento e di impianti di pretrattamento rifiuti (TMB, TBM, TM, STIR, ecc.);
- del fabbisogno di impianti di recupero per la valorizzazione delle frazioni
da raccolta differenziata, del fabbisogno residuo di impianti di incenerimento;
- del preponderante ricorso allo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali in
impianti di discarica;
c)
il servizio di raccolta differenziata sia in termini quantitativi che
qualitativi commisurato alla tassa/tariffa rifiuti per i servizi di raccolta,
trasporto e smaltimento/recupero dei rifiuti urbani.
Quindi come affermato dal Documento “PROGRAMMA NAZIONALE gestione rifiuti: occorrono strategia, tempi certi e percorsi cogenti” (QUI) del Laboratorio REFRicerche a pagina 8: “la macroarea possa diventare il riferimento di area vasta nell’ambito del quale sostanziare i principi di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi e di prossimità del recupero, limitatamente ai flussi per i quali appunto esistono opportunità di recupero e/o che possono beneficiare in questo modo di una scala impiantistica adeguata. Tutto ciò, evidentemente, in deroga o in subordine rispetto a ciò che potrà essere previsto nelle pianificazioni regionali.”
CONCLUSIONI
Come si vede gli indirizzi del Piano Nazionale hanno una duplice valenza: da un lato sembrano tentare di andare ad un parziale superamento della pianificazione regionale almeno sotto il profilo dell’impiantistica ma allo stesso anche su questo scala interregionale la pianificazione resta al centro di ogni corretta politica di gestione dei rifiuti urbani compresi quelli da raccolta differenziata.
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