Il PD presenta (QUI) in Consiglio Regionale della Liguria un odg secondo il quale: “La Liguria non si faccia scappare la grande opportunità offerta dal Just Transition Fund e cioè le risorse stanziate dalla Comunità Europea a sostegno dei territori interessati dalle trasformazioni economiche e sociali dovute all’abbandono del carbone. Nella nostra regione sono tre le province interessate da questo fenomeno”.
La proposta in se non è sbagliata anche se viene presentata come una scoperta di questo partito quando in realtà come vedremo fondi di questo tipo sono previsti da tempo. Ma non mi interessa polemizzare ma invece capire le reali volontà che stanno dietro la carta degli odg. Perché quello che non è chiaro è quale rapporto c’è tra la richiamata opportunità del Just Transitione Fund con il progetto di centrale a gas da oltre 800 MW prevista a Spezia al posto della centrale a carbone, che peraltro è tutt’altro in procinto di essere chiusa a dimostrazione che gli allarmi che lancio da anni non erano fondati sul nulla come invece certe posizioni pseudo ambientaliste marcate dallo slogan “Basta Enel”!.
Allora se i fondi per la decarbonizzazione li leghiamo al progetto di turbogas spezzino sorgono domande precise da fare ad una forza di governo nazionale come il PD (ma anche i 5stelle dovrebbero chiarire visto il ruolo che hanno a livello nazionale).
Intanto prima delle domande voglio ricordare a chi presenta odg in Consiglio Regionale che la questione della transizione all’uscita dal carbone è di competenza statale in tutti i suoi aspetti mentre la Regione ha al massimo potere di Intesa sui singoli progetti di centrali a gas , superabile in Consiglio dei Ministri (studiarsi le sentenze della Corte Costituzionale QUI).
E VENIAMO ALLE DOMANDE...
1. È in corso da mesi (addirittura in termini di legge sono scaduti per la chiusura del procedimento) presso il Ministero dell’Ambiente una procedura di VIA sul progetto di centrale a gas per Spezia. Cosa pensa di fare il Ministero dell’Ambiente?
2. PD e
5stelle (che governano insieme a livello nazionale) come valutano lo studio di
impatto ambientale di detto progetto di centrale a gas in relazione sia al
quadro ambientale (impatti del progetto sul territorio) che al quadro
programmatico (rapporto tra il progetto di centrale a gas e la pianificazione
energetica nazionale ed europea). Qui
sorge la seconda domanda: perché ad oggi il Ministero dell’Ambiente insieme con
quello dello Sviluppo Economico non hanno utilizzato i margini di flessibilità, presenti nel PNIEC e nelle norme europee sul mercato interno della energia elettrica, per evitare un uso massiccio del gas nella transizione alla generazione
elettrica da fonti rinnovabili al 2025.
3. come il
Ministero dello Sviluppo Economico e quindi il Governo nel suo complesso
intende risolvere il non trascurabile problema che vede già assegnati i MW
della centrale a gas spezzina all'Enel con un asta, gestita da Terna, ma frutto
anche di un decreto ministeriale sul meccanismo di incentivi "capacity
market".
4. cosa pensano i soggetti
politici che hanno presentato l’odg in Consiglio Regionale degli ultimi
rapporti trimestrali di ENEA sulla sicurezza del sistema elettrico secondo i
quali: nella media del 2019 l’ISPRED (indice che misura la transizione energetica dell’Italia) risulta
in calo per il quarto anno consecutivo (-8%), penalizzato delle componenti
decarbonizzazione (-7%) e prezzi (-14%), le stesse componenti che hanno spinto
il miglioramento dell’indice nella seconda metà dell’anno. Il peggioramento
della dimensione decarbonizzazione in media d’anno è dovuto da un lato al fatto
che il calo delle emissioni di CO2 del settore elettrico non è stato
sufficiente a spostare il trend di lungo periodo sulla traiettoria coerente con
gli obiettivi, da un altro lato al fatto che la crescita delle fonti
rinnovabili (quota sui consumi di energia ferma a poco più del 18%) si è
ulteriormente allontanata dalla traiettoria coerente con gli obiettivi al 2030.
5. ed ancora
cosa pensano questi signori che presentano l’odg degli scenari di Terna secondo i quali nonostante
la crescita delle FER in termini di quota sui consumi, si conferma il ruolo
essenziale del termico anche negli scenari di lungo termine. ▪ Infatti, la
capacità installata del termico necessaria per garantire l’adeguatezza del
sistema elettrico non scende sotto i 55-56 GW nemmeno al 2040.
6. ora si
tira in ballo il più recente Just Transition Fund ma perché il Governo
Nazionale e le forze politiche che lo sostengono anche in relazione ai progetti
di centrale a gas previsti come quello su Spezia non hanno mai cercato di
presentare progetti in relazione ai seguenti strumenti di finanziamento che non
sono strettamente favorevoli alle fonti fossili (metano compreso):
- Fondo per la
riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a
carbone”
- Fondo per la transizione
energetica nel settore industriale
- Fondo per la economia
circolare e la de carbonizzazione della economia
Tutti strumenti di
finanziamento introdotti da leggi nazionali e di cui nel nostre territorio non
si è mai parlato ( a parte i miei post e vedi [NOTA 1]).
7. perché chi ha
rilasciato l’atto di revisione dell’AIA non ha valutato quanto scritto
nelle Premesse alle Prescrizioni (Paragrafo 9) contenute nel Rapporto
Istruttorio allegato al Decreto di revisione AIA [NOTA 2] dove, pur confermando
l’impegno Enel a dismettere la centrale a carbone spezzina entro il 2021, si
aggiunge: “fermo restando il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo
Economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del
sistema elettrico nazionale”. D’altronde questo rischio era già stato
paventato da un comunicato delle sigle sindacali dello scorso gennaio.
Per non parlare della Prescrizione
n°30 del Paragrafo 9.5. . Secondo questa prescrizione: “I limiti emissivi e
le prescrizioni n° 18,19,20, dovranno essere rispettati a partire dal
18/8/2021, prima di tale data dovranno essere rispettate le disposizioni della
previgente AIA (n° 244 del 2013)”.
Tutto questo da un lato è
poco comprensibile infatti perché imporre nuovi limiti che entreranno in vigore
solo gli ultimi due o tre mesi di esistenza della centrale, dall’altro questo
posticipo di entrate in vigore dei limiti potrebbe invece spiegarsi in vista di
una eventuale proroga del funzionamento della centrale al fine di evitare una
sua uscita dal sistema degli incentivi del capacity market come descritto
sopra. Nel frattempo leggetevi la sentenza della Corte Costituzionale n°383
del 2005 sulla possibilità di deroga ai limiti di emissioni per
ragioni di sicurezza del sistema elettrico nazionale
CONCLUSIONI
Allora chi ha
responsabilità di governo la vuol far finita di fare propaganda ed occuparsi di
fare quello che è il compito assegnatoli dalla costituzione e dalla legge
ordinaria: DECIDERE MOTIVATAMENTE.
PD e 5stelle ritengono che le centrali a gas non siano
indispensabili lo dicano e mettano mani al casino combinato fino ad ora e
sinteticamente descritto sopra. Gli strumenti ci sono ma manca l’analisi
rigorosa e la volontà politica a quanto pare
PD e 5stelle ritengono invece che le centrali a gas siano indispensabili le autorizzino ma avviino immediatamente un tavolo governo regione enti locali forze sociali per un progetto ambiente energia per il nostro territorio che non sia la ennesima servitù energetica.
È incredibile che tutto quanto sopra lo debba ricordare uno come me che ha combattuto contro la centrale ENEL da quando aveva poco più di 20 anni ad oggi che ne ho 63 ed è stato accusato da sempre di “volere tornare alla candela”!
[NOTA 1] I
parametri per gli incentivi recepiti dal PNIEC per le conversioni delle
centrali a carbone esistenti
Il PNIEC prevede che: “Dal punto di vista normativo, mediante il Decreto Legge 101 del 3 settembre 2019 si è stabilito che la quota eccedente i 1.000 mln€ dei proventi derivanti dalle aste di allocazione delle quote EU ETS, per un ammontare massimo di 20 mln€ annui, dal 2020 al 2024 è indirizzata al “Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone” da istituire presso il Ministero dello Sviluppo Economico.” Si tratta del Fondo che sarà finanziato da quanto previsto dall’articolo 13 della Legge 128/2019 (conversione Decreto Legge 101/2019 - QUI) che ha modificato l’articolo 19 DLgs 30/2013 (attuazione Direttiva 2003/87/CE sullo scambio quote di emissione gas serra). L’articolo in questione prevede che la quota annua dei proventi derivanti dalle aste, eccedente il valore di 1000 milioni di euro, é destinata, nella misura massima di 100 milioni di euro per il 2020 e di 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2021, al Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, per finanziare interventi di decarbonizzazione e di efficientamento energetico del settore industriale e, per una quota fino ad un massimo di 20 milioni di euro annui per gli anni dal 2020 al 2024, al "Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone" da istituire presso il Ministero dello sviluppo economico, con decreto adottato entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione dal Ministro dello sviluppo economico. In particolare detto articolo 13 della legge 128/2019 istituendo il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale", prevede che per l’utilizzo delle risorse ivi previste sia data priorità a interventi di riconversione sostenibili, caratterizzati da processi di decarbonizzazione che escludono l'utilizzo di ulteriori combustibili fossili diversi dal carbone.
Fondo per la economia circolare e la de carbonizzazione della economia
Il comma 14 articolo 1 della legge 160/2019 (legge bilancio 2020 - QUI) istituisce nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze un Fondo che, secondo il successivo comma 15, sarà finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, anche in riferimento all’economia circolare, alla decarbonizzazione dell’economia, alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico, alla sostenibilità ambientale e, in generale, ai programmi di investimento e ai progetti a carattere innovativo, anche attraverso contributi ad imprese, a elevata sostenibilità e che tengano conto degli impatti sociali. Secondo il comma 24 articolo 1 della legge 160/2019 è ripartito con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, sulla base di programmi settoriali presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato per le materie di competenza. Nel caso in cui siano individuati interventi rientranti nelle materie di competenza regionale o delle province autonome, e limitatamente agli stessi, sono adottati appositi decreti previa intesa con gli enti territoriali interessati ovvero in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
[NOTA 2] si tratta del Decreto Ministeriale n° 351
del 6/12 /2019 (QUI)
con il quale è stata approvata la revisione della Autorizzazione Integrata
Ambientale (di seguito AIA) per la sezione a carbone della centrale Enel spezzina.
Il Decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica N° 302
del 27/12/2019
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