domenica 15 settembre 2013

L’Ilva di Taranto, legalità, democrazia e il caso Spezia.

Quanto al potere giudiziario, deve essere sottoposto solo alla legge, di cui deve attuare alla lettera i contenuti,  deve essere la  bouche de la lois)”  Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède et de Montesquieu.


Il Professore Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di oggi sul caso Ilva di Taranto scrive: "se non fossero stati sostenuti da una diffusa sindrome antindustriale, i magistrati di Taranto, avrebbero forse attivato, come chiedeva il governo, percorsi dagli esiti meno distruttivi per l'industria italiana". 

Diciamo la verità Il professore Panebianco con questa dichiarazione dimostra di avere la cultura istituzionale di un lombrico (senza offesa per i lombrichi)....


Egregio professore, i magistrati non devono intraprendere “percorsi” magari mediando con i politici, ma devono applicare la legge. 

In secondo luogo il Governo (nazionale e regionale) non deve "chiedere" ai magistrati nulla (articoli 101 e 104 della Costituzione, vero professore?).

Il governo deve agire preventivamente: sviluppando istruttorie corrette, vigilando sul rispetto di legge e prescrizioni, indirizzando la gestione concreta delle aziende e contrattando con l'impresa e i cittadini (si qui va bene la mediazione) modalità operative gestionali sostenibili per l'ambiente la salute  e l'impresa. E se questo non è possibile le autorità amministrative (governo, regione, enti tecnici come Arpa e Asl) devono intervenire preventivamente sospendo le attività imponendo nuove prescrizioni. Se lo avessero fatto, nel caso Ilva, 10 anni fa forse non saremmo arrivati al punto in cui siamo.

L'intervento dei magistrati di fronte ai reati è un atto dovuto per la legge, ma  visto dal punto di vista della politica è una sconfitta di quest'ultima..... l'ennesima in un paese che, non avendo mai avuto cultura della legalità e della separazione dei poteri, continua (anche nei suoi intellettuali e professori universitari) a rimuovere: 
1. la distinzione dei ruoli istituzionali, 
2. l'importanza delle istruttorie che portano alle decisioni, 
3. l'importanza della distinzione tra una politica di prevenzione e una di repressione.  
Sperando sempre che tutto si possa accomodare con pateracchi di mediazione contra legem che alla fine producono danni, di volta in volta, all'ambiente e alla salute o all'impresa o ad entrambe come è accaduto a Taranto.  

Il caso di Taranto, mi ricorda da vicino la questione dell’inquinamento da rumore prodotto dal porto di Spezia. Nel 2000 mi dimisi da Assessore per la palese intromissione delle autorità amministrative locali (Provincia e Comune) nella inchiesta allora aperta per inquinamento da rumore prodotto dal porto.  
Allora con una forzatura istituzionale, e bypassando la Procura spezzina, il porto venne riattivato senza risolvere minimamente il problema del rumore che è tutt’ora irrisolto.  All'epoca io affermai,  dimettendomi, che il Sindaco  non doveva occuparsi delle inchieste della magistratura, ma attivarsi per prevenirle. Come?:  
1. esercitando le sue funzioni di autorità sanitaria, 
2. applicando la normativa sul rumore da parte della Autorità Portuale, 
3. utilizzando i controlli dei Vigili urbani sezione ambiente, 
4. sollecitando Arpal ed Asl ad intervenire.   
Ovviamente nulla di tutto ciò venne fatto e, a distanza di oltre 10 anni, il problema dell’inquinamento da rumore del porto è ancora li, perché a Spezia non abbiamo neppure una magistratura che sa intervenire quando è arrivato il momento della repressione degli illeciti ambientali (area ex ip, discariche nelle colline di Pitelli, Piazza Verdi sono solo alcuni esempi lontani e vicini nel tempo).


In una società democratica e rispettosa della legge e della distinzione delle funzioni istituzionali, la politica dovrebbe risolvere i problemi con l’amministrazione attiva, prevenendo conflitti, inquinamenti e danni alla salute dei cittadini  e non lasciandoli marcire con il rischio che vengano risolti con la logica inevitabilmente repressiva della magistratura oppure vengano addirittura rimossi come nella nostra città: dove per anni venne rimosso il problema delle emissioni odorigene dalla bonifica dell’area ex IP, dove lo scandalo di Pitelli è esploso per interventi di una procura diversa da quella spezzina.

In una società democratica e rispettosa delle leggi e della distinzione delle funzioni istituzionali…..Appunto!

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