Gli esami epidemiologici effettuati dai consulenti della procura
di Savona nell'ambito della inchiesta per verificare le conseguenze sulla
salute delle polveri emesse dalla centrale a carbone di Vado (gestita dalla
Tirreno Power) hanno
evidenziato un aumento esponenziale di mortalità in quella zona (vedi Secolo
XIX di oggi).
Sono un garantista e ovviamente so
bene che ora dovrà aprirsi un contraddittorio con i gestori della centrale ma
resta una domanda che emerge da questa vicenda e vale anche per Spezia: Perchè queste indagini non vengono
svolte prima delle autorizzazione a questi impianti?
Sia a Savona che ora per la centrale
di Spezia ( anche da noi l’autorizzazione è ormai pronta per la pubblicazione)
si sono autorizzate queste centrali carbone senza una adeguata e preventiva
valutazione del potenziale impatto sanitario/ambientale (storico e futuro) sui
cittadini e sui territori interessati. Eppure la legge lo imporrebbe, eppure
questa è una specifica competenza del Sindaco del Comune territorialmente
interessato dalla centrale.
IL PARERE SANITARIO DEL SINDACO
L’atto nel quale si sostanzia (sotto il
profilo giuridico amministrativo) la suddetta competenza del Sindaco si chiama
parere sanitario.
Il Parere Sanitario, come
abbiamo avuto modo di rilevare più volte, deve avere la finalità di
dimostrare la accettabilità sanitaria della presenza di una industria insalubre
(come è una centrale a carbone) in zona abitate, il che comporta, almeno:
a) una valutazione della rilevanza sanitaria
delle emissioni dell’impianto
b) una valutazione dello stato sanitario della
popolazione interessata
c) una valutazione della evoluzione del
contesto urbanistico interessato dall’impianto
d) una valutazione dei rischi di incidenti
rilevanti dall’impianto
Questo Parere Sanitario, come
dimostrato da recente giurisprudenza (vedi QUI), è non
solo obbligatorio ma, a condizione di adeguate motivazioni tecniche e
scientifiche, vincolante per
chi (il Ministero dell’Ambiente) deve rilasciare l’autorizzazione (la c.d. AIA:
Autorizzazione Integrata Ambientale)
L’INERZIA DELLA AMMINISTRAZIONE FEDERICI
Invece anche a Spezia l’AIA della centrale a carbone che sta per
essere pubblicata è priva di una adeguata istruttoria che dimostri la
sostenibilità sanitaria del permanere dell’impianto in questione nel nostro
territorio. Infatti, come
avevo spiegato QUI, l’Amministrazione Federici, ha deliberato una
consulenza che prevede dopo il rilascio della autorizzazione di monitorare gli
inquinanti emesse dalla centrale, monitoraggi che (citiamo dalla delibera di
incarico): “consentiranno di stimare,
almeno per quanto per quanto riguarda l’esposizione inalatoria, il
rischio per la salute loro attribuibile e, congiuntamente con i dati
sorveglianza sanitaria della USL, identificare-ipotizzare sorgenti di rischio
ed iniziative per la sua mitigazione.”
A
conferma di quanto sopra si veda l’integrazione al verbale della Conferenza dei
Servizi che ha licenziato il Parere, della Commissione tecnica,
propedeutico al rilascio dell’AIA alla centrale spezzina.
E’
stato inserito, su iniziativa del Ministero della Salute, nel suddetto
Parere il seguente passaggio:” propone comunque di integrare il Parere
Istruttorio conclusivo prevedendo per le sezioni alimentate a carbone un Piano
annuale di indagine delle emissioni integrativo del mercurio e dei microinquinanti
organici e inorganici in particolare per i metalli, gli IPA e le diossine
furani, prendendo come riferimento i metodi dell’allegato I al DLgs 133/2005…
Il Sindaco del Comune di Arcola relativamente alla prescrizione 14 del
paragrafo 10.3.1 “Emissioni convogliate del Parere Istruttorio
conclusivo” chiede che sia aggiunta la seguente prescrizione: “punto 14bis) si
prescrive la realizzazione entro 1 anno sulla base di un protocollo da definire
con ISPRA ed ARPA, di un adeguato modello delle emissioni e delle conseguenti
ricadute di microinquinanti organici e inorganici dai camini.”
Si
conferma quindi che in tutta l’istruttoria svolta fino ad ora non si sono
avviati i monitoraggi ex lege e le indagine di impatto sanitario previste dalle
competenze specifiche dei Sindaci dei due Comuni interessati.
CONCLUSIONI
La domanda di AIA è stata presentata
alla fine del 2006, quindi le Amministrazioni competenti (Comune, Provincia,
Arpal, Asl, Regione, Ministero dell’Ambiente) hanno avuto 7 anni di tempo per
sviluppare monitoraggi preventivi (sotto il profilo sanitario e non solo
ambientale) al rilascio della nuova autorizzazione e non hanno fatto nulla.
In realtà questi monitoraggi erano
già previsti dalla Convenzione Enel – Comune della Spezia approvato dal
Consiglio Comunale in data 7/11/2001 e sottoscritta in data 21/1/2002.
In quella Convenzione al punto 7.2
si prevedevano campagna di monitoraggio degli inquinanti più significativi, i
cui risultati dovevano, ai sensi del punto 7.7., essere letti in chiave
sanitaria dall’Osservatorio epidemiologico mai decollati seriamente.
Quindi volendo rimanere alla forma:
1. dal 2002 potevano essere avviati
monitoraggi sull’impatto sanitario della centrale (obbligo contrattuale)
2. dal 2006 dovevano essere avviati i monitoraggi propedeutici alla predisposizione (da parte del Sindaco)
di prescrizioni di prevenzione sanitaria da inserire nella autorizzazione
finale (obbligo ex lege: articolo 29quater comma 7 e articolo 29 septies del
DLgs 152/2006).
Ancora un volta come da oltre 50
anni per la centrale di Spezia prima si autorizza e poi si dichiara di valutare
lo stato sanitario della popolazione e l’impatto potenziale della centrale.
Tutto questo in palese contrasto con la vigente normativa.
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