lunedì 10 marzo 2025

La Corte dei Conti UE: troppo rumore nelle città e normative non applicate

Relazione speciale (QUI) della Corte dei Conti UE dalla quale si rileva in che modo le città selezionate applicano la normativa UE finalizzata a meglio tutelare la salute.

La Relazione ha riscontrato che, nonostante un miglioramento della qualità dell’aria, le norme in materia non sono state sempre rispettate o hanno iniziato ad essere rispettate solo di recente. Ha inoltre osservato che le nostre città sono ancora troppo rumorose.

La Corte ritiene che la mancanza di obiettivi di riduzione del rumore da parte dell’UE disincentivi gli Stati membri dal dare priorità alle azioni volte a ridurre efficacemente l’inquinamento acustico. Osserva inoltre che le soglie di segnalazione del rumore riguardano solo la parte della popolazione dell’UE che potrebbe essere esposta a emissioni acustiche nocive.

La Corte raccomanda di ridurre i livelli nocivi di rumore, ma soprattutto di fissare a livello UE valori di emissioni e valori obiettivo delle emissioni acustiche, attualmente esistenti solo su scala nazionale. La eventuale fissazione di tali valori dovrà tenere conto di quanto previsto dalla Direttiva UE 367/2022 che definisce i metodi per determinare gli effetti nocivi del rumore nell’ambiente esterno (QUI).

 

 

CRITICITÀ RILEVATE DALLA CORTE DEI CONTI

 

Carenze informative dagli stati membri sulla attuazione della normativa sul rumore

Il quadro giuridico dell’UE in materia di qualità dell’aria è in fase di revisione per introdurre norme più rigorose entro il 2030, ma la direttiva UE del 2002 sul rumore ambientale non è mai stata rivista.

È difficile valutare i progressi compiuti nella riduzione dell’inquinamento acustico, principalmente perché la maggioranza degli Stati membri dell’UE valuta e segnala l’entità di tale inquinamento in modo incompleto e con ritardo. Le lacune della mappatura acustica privano le autorità di dati essenziali sull’esposizione dei cittadini a livelli di rumore nocivi.

 

Non ci sono valori limite e obiettivo UE sul rumore

A livello dell’UE, se da un lato esistono norme in materia di qualità dell’aria, dall’altro mancano valori-limite o valori-obiettivo dell’UE sulla riduzione dell’inquinamento acustico. La Corte ha riscontrato che le azioni volte alla riduzione del rumore non sono prioritarie nelle città selezionate e, nella migliore delle ipotesi, sono attuate solo parzialmente. La Corte ritiene che la mancanza di obiettivi di riduzione del rumore da parte dell’UE disincentivi gli Stati membri dal dare priorità alle azioni per una riduzione efficace dell’inquinamento acustico. La Corte osserva inoltre che le soglie di segnalazione del rumore riguardano solo la parte della popolazione dell’UE che può essere esposta a livelli nocivi di emissioni acustiche. Su questa criticità la Commissione UE nel rispondere (QUI) alla Relazione della Corte dei Conti UE ha affermato: “La Corte raccomanda alla Commissione di valutare la fattibilità dell'introduzione di valori-obiettivo dell'UE in materia di riduzione del rumore e limiti di rumore nella direttiva sul rumore ambientale e di allineare il più possibile le soglie di segnalazione applicabili all’esposizione al rumore a quelle raccomandate dall'Organizzazione mondiale della sanità. La Commissione riconosce l'importanza della questione e della raccomandazione e la accetta pienamente. La raccomandazione è in linea con le conclusioni della relazione sull'attuazione della direttiva sul rumore ambientale, pubblicata nel 2023, in cui si osserva in particolare che la Commissione valuterà i possibili miglioramenti della direttiva, tra cui valori-obiettivo di riduzione del rumore a livello di UE (come sottolineato nel piano d'azione per l'inquinamento zero).”

 


Ritardi nei piani di risanamento acustico da parte degli stati membri

Per risolvere efficacemente il problema dell’inquinamento atmosferico e acustico nelle aree urbane, le regioni e le città dovrebbero elaborare e attuare piani d’azione. In alcune occasioni, la Corte ha riscontrato che i piani d’azione nelle città selezionate erano in ritardo o non erano stati affatto elaborati; ciò ha impedito di attivare risposte tempestive ed efficaci a tali problemi.

La Corte ha inoltre riscontrato che l’efficacia delle misure sottoposte ad audit, adottate per combattere l’inquinamento atmosferico e acustico a livello locale, era spesso ridotta a causa di una pianificazione e un coordinamento inadeguati da parte delle autorità nazionali e regionali. Di conseguenza, le soluzioni programmate sono state talvolta ridimensionate o rinviate.

 

Difficoltà nel valutare l’efficacia dei progetti finanziati dalla UE

Analizzando i progetti selezionati co-finanziati dall’UE che hanno potenzialmente contribuito a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre l’inquinamento acustico, la Corte ha rilevato che era spesso impossibile valutare l’efficacia di tali progetti e, dunque, quella del corrispondente finanziamento dell’UE. Ciò era dovuto all’assenza di indicatori di progetto specifici che consentissero di valutare gli effetti di un progetto in relazione al suo contributo ad una migliore qualità dell’aria e livelli di rumore più bassi.

 

 

SUGGERIMENTI DELLA CORTE DEI CONTI

1. introdurre valori-obiettivo di riduzione del rumore e limiti al livello di rumore nella direttiva sul rumore ambientale;

2. allineare il più possibile le soglie di segnalazione del rumore a quelle raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Su questo secondo aspetto occorrerebbe una corretta applicazione di una delle novità più importanti della direttiva quadro sul rumore ambienta riformata nel 2020 (QUI).








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