mercoledì 12 giugno 2019

NON BASTA UN NO "POLITICO" PER FERMARE LA CENTRALE A GAS A SPEZIA

Ieri su questo blog, come riporta anche il Secolo XIX di oggi, ho dato dei dilettanti alla maggioranza che governa il Comune di Spezia in relazione al voto in Consiglio Comunale sul progetto di centrale a gas.

Qualcuno si sentirà offeso, penserà che sono stato arrogante. Non è così ho solo dato un giudizio di merito tecnico amministrativo su quanto votato in Consiglio Comunale lunedì sera.
In particolare quello che vorrei far capire, al di la della logica di schieramento, è che senza:


1. un percorso amministrativo chiaro,
2. documentate motivazioni tecniche scientifiche amministrative,
3. adeguate valutazioni economiche sociali ambientali e sanitarie su scenari alternativi sul futuro dell'area Enel...
Non riusciremo a fermare il progetto di centrale a gas.

La ragione di questa impossibilità è semplicemente che questo progetto è incardinato dentro un procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA aperto presso il Ministero dell'Ambiente che al massimo entro 60 giorni si chiuderà con un provvedimento (circa 30 sono già passati).

Per questo prima di tutto va quanto meno sospeso, se non archiviato, il procedimento di autorizzazione del progetto di centrale a gas su Spezia.

Solo così si può ripartire da un confronto a 360 gradi che permetta alla comunità locale di tornare a contare sull'uso del territorio in cui vive.

Solo così si può aprire un confronto con i lavoratori in centrale e chi li rappresenta.

Qui l'Amministrazione Comunale spezzina, come pure la Regione Liguria, possono giocare un grande ruolo ma certamente, anche per il Governo Nazionale, è arrivato il momento di chiarire come intenda gestire la transizione alle fonti rinnovabili sotto il profilo delle localizzazione di nuovi impianti a gas o revamping/conversioni di esistenti siti.

Ma per potere far questo occorre un altro passaggio amministrativo: valutare il procedimento di revisione dell'AIA della centrale a carbone spezzina.
Valutare questo ulteriore procedimento non vuol dire, come ha fatto il Consiglio Comunale di lunedì sera esprimere un generico parere negativo in sede istruttoria da parte del Comune ma richiede una analisi integrata con i documenti di strategia energetica approvati sia dal Governo precedente che da quello attuale nonché dei Piani per la sicurezza della rete elettrica nazionale gestita da Terna.

Il nuovo Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (QUI) dell'attuale Governo confermando sul punto l'indirizzo della Strategia Energetica Nazionale (SEN) afferma alle pagine 93 e 94: "Produzione elettrica. L’Italia ha programmato la graduale cessazione della produzione elettrica con carbone entro il 2025, con un primo significativo step al 2023, compensata, oltre che dalla forte crescita dell’energia rinnovabile, da un piano di interventi infrastrutturali (in generazione flessibile, reti e sistemi di accumulo) da effettuare nei prossimi anni... ferma restando la necessità di accelerare la crescita delle energie rinnovabili, nell’ambito degli interventi complessivi (accumuli, reti, generazione flessibile, altre opere di rete) da realizzare per il target 2030, alcune modifiche infrastrutturali risultano in particolare connesse allo scenario di phase-out dal carbone e in particolare, da avviare nella finestra 2020-2025", tra queste: "nuova capacità a gas per circa 3 GW. Un primo step di verifica può essere posto alla fine del 2020, data in cui occorrerà aver concluso i procedimenti di autorizzazione almeno delle opere principali."
Come si capisce da quanto sopra riportato emergono 2 elementi:
1. è necessario un certo di numero di nuovi impianti a gas per la generazione elettrica
2. lo step del 2020 significa che detti impianti dovranno essere approvati piuttosto velocemente e qui torniamo al procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso sul progetto di centrale a gas proposto da Enel per Spezia.
La conseguenza quindi è che se non si accelerano le realizzazioni degli impianti a gas suddetti le centrali a carbone esistenti rischiano di restare in funzione (a prescindere da revisioni di AIA o meno) sicuramente oltre la data del 2021 come nel caso spezzino (si veda quanto riporto a NOTA 1) .
Quello che manca ad oggi per poter rimettere in discussione il progetto di centrale a gas per Spezia è un piano delle localizzazioni sostenibili per le centrali a gas a livello nazionale che aiuti a tenere insieme le esigenze energetiche del sistema Italia con quelle di siti ad alta criticità ambientale e sanitaria (centrali in pieno centro urbano) come quello spezzino. Tutto questo per non far pagare la transizione alle fonti rinnovabili ai soliti cittadini che hanno subito, come a Spezia, impianti altamente inquinanti per decenni.

Su questo obiettivo Comune di Spezia, Regione Liguria, forze sociali ed economiche devono spendersi verso il Governo ma ad oggi così non è stato. Per questo ho scritto di dilettantismo, senza una visione che tenga insieme il locale con il nazionale la centrale a gas gli spezzini se la beccheranno con buona pace degli ordini del giorno. Mi auguro che si comprenda, da parte di chi amministra, il senso del mio ragionamento.

(NOTA 1)
A pagina 79 del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima si legge: "per il settore elettrico, il gap di prezzo rispetto alla media europea permane, seppure in riduzione. La causa di tale differenza va ricercata in: ... - mix energetico fortemente spostato verso impianti a ciclo combinato a gas che, seppure più efficienti, hanno costi variabili più alti rispetto a centrali a carbone e nucleare, presenti invece in modo ancora significativo nei mix energetici europei;... Viene quindi confermato l’obiettivo del contenimento di tutte le voci che concorrono a determinare questo svantaggio di prezzo e dell’impatto degli oneri per la crescita delle fonti rinnovabili sui consumatori, in modo da tutelarne il potere d’acquisto e la competitività delle PMI e dei settori industriali energivori, prevenendo i rischi di delocalizzazione e tutelando l’occupazione."







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