Leggo
sul quotidiano La Nazione (articolo riprodotto in questo post) che il Presidente della Commissione Territorio del
Consiglio Comunale di Sarzana ha dichiarato che sul processo di approvazione
del Progetto di Utilizzo comunale delle aree demaniali marittime, l’Amministrazione Comunale non sentirà e/o
consulterà ne comitati ne associazioni.
Ora se il signore in questione si riferiva alla Commissione la questione
sarebbe grave politicamente ma non rilevante giuridicamente, se invece si riferiva al processo di elaborazione
adozione approvazione di questo strumento amministrativo comunale la
affermazione se portata ad esecuzione comporterà la sua illegittimità secca.
CONCLUSIONI
Insomma da quanto sopra esposto si evince che non si tratta di "sentire" comitati e associazioni (magari con qualche incontrino informale) sempre che questo avvenga ma i organizzare un vero percorso di coinvolgimento della comunità locale secondo gli indirizzi delle norme europee citate e soprattutto di sottoporre il Progetto di Utilizzo Comunale delle aree del demanio marittimo ad un corretto processo di valutazione ambientale economico e sociale e nella Valutazione parte integrante è proprio il processo partecipativo visto che la VAS è un processo di apprendimento collettivo sugli usi di un dato territorio!
INTANTO … CHE COSA È
QUESTO PROGETTO COMUNALE DI UTILIZZO DELLE AREE DEMANIALI MARITTIME
È disciplinato
dalla legge regionale ligure n° 13 del 1999 (Disciplina delle funzioni in
materia di difesa della costa, ripascimento degli arenili, protezione e
osservazione dell'ambiente marino e costiero, demanio marittimo e porti.)
Il progetto di utilizzo comunale della aree demaniali
marittime è attuativo del PUD regionale
Secondo l’articolo 11 di detta legge regionale: “Il Piano
di utilizzazione delle aree del demanio
marittimo (di seguito denominato PUD) di cui all'articolo 8, comma 1, lettera
b), costituisce specificazione attuativa del Piano Territoriale di
Coordinamento della Costa, rivolta a disciplinare il rilascio delle concessioni
di beni demaniali marittimi e di zone del mare territoriale al fine
dell'esercizio di tutte le attività oggetto di conferimento. Il piano di
utilizzazione contiene indirizzi e criteri per assicurare la pianificazione
integrata dell'assetto costiero e la tutela del paesaggio, il mantenimento
delle visuali verso il mare e la non cementificazione del litorale”.
Ora il Progetto di Utilizzo Comunale delle aree demaniali
marittime è strumento attuativo del PUD regionale. In particolare secondo
l’articolo 11-bis (vedi QUI) detto Progetto di Utilizzo
Comunale è finalizzato principalmente a garantire un equilibrato rapporto tra
aree libere ed aree in concessione, la distanza minima tra tali strutture e da
altre concessioni ad uso turistico ricreativo, la disciplina degli specchi
acquei eventualmente adibiti ad usi diversi dalla balneazione.
Il
Progetto quindi acquisisce i caratteri di strumento urbanistico attuativo del
PUD regionale che a sua volta è
attuativo del Pianto Territoriale di Coordinamento della Costa.
Ciò
ha due conseguenze ben precise:
1. la necessaria partecipazione del
pubblico al processo di elaborazione adozione e approvazione del Progetto di
utilizzo Comunale delle aree demaniali marittime
2. la necessità che al Progetto di
utilizzo Comunale si debba applicare la Valutazione Ambientale Strategica (di
seguito VAS).
LA QUESTIONE DELLA
PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO
Al di
la della affermazione “apodittica” del Presidente della Commissione del
Consiglio Comunale di Sarzana di non volere alcuna consultazione con
associazioni e comitati, un appiglio legale al suo ragionamento si potrebbe
trovare nel comma 1-bis della legge regionale 13/1999 come modificato nel 2012
e che recita: "1 bis. I Comuni,
previa consultazione con le associazioni di categoria, adottano il Progetto di
utilizzo da pubblicare con i relativi elaborati tecnici nel sito informatico
comunale e da depositare presso gli uffici comunali per quindici giorni consecutivi."
Se ci
si limitasse ad una interpretazione alla lettera di questa norma sembrerebbe
che gli unici titolati ad esser consultati sarebbero le associazioni di
categoria dei balneatori. Premesse anche solo da un punto di vista logica uno
strumento di pianificazione sull’uso di spazi pubblici pregiati sia sotto il
profilo ambientale che sociale (come le spiagge) dovrebbe vedere comunque la
convocazione di tutti gli interessi in campo compresi quelli ambientali (vedi
associazioni ambientaliste) ma anche dei fruitori di questi spazi cioè i
cittadini organizzati o meno in comitati.
Ma al
di la di questo aspetto genericamente di principio il tentativo di escludere
una partecipazione/consultazione larga nel processo di approvazione del
Progetto di Utilizzo Comunale delle aree del demanio marittimo cozza contro due
normative:
La normativa sull'accesso civico
Senza
andare a cercare la nuova normativa che ha modificato il dlgs 33/2013, già con
la Delibera CIVIT (
n. 50/2013) “Linee guida per
l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità
2014-2016” prevede la pubblicazione anche degli:
1.schemi di provvedimento prima che siano portati
all'approvazione
2.delibere di adozione.
Quindi
leggendo in modo integrato i punti 1 e 2 è chiaro che la proposta di Progetto
di utilizzo comunale delle aree demaniali marittime concordata con le
associazioni di categoria andava resa
subito pubblica a prescindere da quanto afferma la norma regionale con la
possibilità quindi di presentare osservazioni
La direttiva sulla partecipazione del pubblico ai piani e programmi a
rilevanza ambientale
Si
tratta della Direttiva 2003/35 del 26 maggio 2003 (QUI). Ora come abbiamo visto l’atto
comunale di cui stiamo trattando ha certamente valenza urbanistica perché definisci
a livello puntuale spazi e modalità di utilizzo di aree pubbliche sia pure in
attuazione del PUD regionale, non solo ma questo atto comunale ha sicuramente
una valenza ambientale se non altro perché interviene in aree soggette a
vincolo paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni Culturali. Ebbene questa
Direttiva disciplina proprio le modalità di partecipazione del pubblico a piani
e programmi come quello di cui stiamo trattando. In particolare:
a) il pubblico sia informato,attraverso pubblici avvisi oppure in altra
forma adeguata quali mezzi di comunicazione elettronici,se disponibili,di
qualsiasi proposta relativa a tali piani o programmi o alla loro modifica o
riesame,e siano rese accessibili al pubblico le informazioni relative a tali
proposte,comprese tra l'altro le informazioni sul diritto di partecipare al
processo decisionale e sull'autorità competente a cui possono essere sottoposti
osservazioni o quesiti;
b) il pubblico possa esprimere
osservazioni e pareri quando tutte le opzioni sono aperte prima che
vengano adottate decisioni sui piani e sui programmi;
c)nell'adozione di tali decisioni,si tenga debitamente conto delle
risultanze della partecipazione del pubblico;
d) “dopo un esame delle osservazioni e dei
pareri del pubblico” l'autorità competente faccia ragionevoli sforzi per
informare il pubblico in merito alle decisioni adottate e ai motivi e alle
considerazioni su cui le stesse sono basate, “includendo informazioni circa il
processo di partecipazione del pubblico”;
e) vengano fissate scadenze adeguate che
garantiscano che vi sia il tempo
sufficiente per espletare ciascuna delle varie fasi della partecipazione dei
cittadini di cui alle lettere precedenti.
Queste modalità partecipative previste dalla
Direttiva 2003/35 non sono applicabili solo ad alcune tipologie di piani e
progetti sottoposti a VAS, tra i quali peraltro non rientra di certo il
Progetto di Utilizzo Comunale delle Aree demaniali marittime di cui stiamo
trattando in questo post. Il che significa che anche se questo atto comunale
non fosse sottoponibile a VAS (ma vedremo più avanti che non è così) sarebbero
quindi applicabili gli indirizzi partecipativi di questa Direttiva.
LA QUESTIONE DELLA VAS
Sulla
applicabilità della VAS all’atto comunale in questione, vedendo come la Regione
Liguria si è s mossa per altri progetti di utilizzo comunale delle aree
demaniali marittime (es. Levanto e
Portovenere) si tende ad interpretare questo strumento di programmazione
dell'uso del demanio marittimo come un progetto quindi non sottoponibile a VAS ma al massimo a VIA in relazione alle
singole opere previste e sempre che queste rientrano nelle categorie elencate
negli allegati, di competenza regionali, del DLgs 152/2006. A mio avviso trattasi di interpretazione non fondata
giuridicamente proprio per la natura di questo atto come ho spiegato in
precedenza in questo post.
Comunque
la conferma definitiva che siamo di fronte, anche nel caso del Progetto di
Utilizzo Comunale delle aree demaniali marittime, di uno strumento di pianificazione territoriale (sia pure attuativo) viene proprio
dalle delibere di approvazione di altri Progetti simili in Liguria. Infatti in
varie delibere di approvazione dei Progetti di Utilizzo Comunale (es.
Portovenere) si afferma che se il Progetto interessasse aree soggette alla
Direttiva Habitat (anche contermini) o aree protette allora la verifica di VAS sarebbe necessaria. Questa
è la dimostrazione che gli stessi estensori di queste delibere non sono fino in
fondo convinti di quello che scrivono, infatti se si trattasse di un mero
progetto, che ci siano o meno aree SIC, la VAS non sarebbe applicabile ma al
massimo la VIA. Invece scrivendo quanto sopra le suddette delibere
applicano una norma tipica della procedura di VAS in particolare
Non
solo ma se andiamo a vedere altre Regioni i piani comunali di utilizzo delle
coste e aree di demanio marittimo in generale sono assoggettate a VAS, produco
qui solo due esempi che conoscono direttamente per i Comuni di Bagheri e di
Barletta si fa la VAS su indirizzo della regione che lo impone)... .
CONCLUSIONI
Insomma da quanto sopra esposto si evince che non si tratta di "sentire" comitati e associazioni (magari con qualche incontrino informale) sempre che questo avvenga ma i organizzare un vero percorso di coinvolgimento della comunità locale secondo gli indirizzi delle norme europee citate e soprattutto di sottoporre il Progetto di Utilizzo Comunale delle aree del demanio marittimo ad un corretto processo di valutazione ambientale economico e sociale e nella Valutazione parte integrante è proprio il processo partecipativo visto che la VAS è un processo di apprendimento collettivo sugli usi di un dato territorio!
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